Eastman, George
Inventore e industriale statunitense, nato a Waterville (New York) il 12 luglio 1854 e morto a Rochester (New York) il 14 marzo 1932. Al suo talento di sperimentatore tecnico e alle sue capacità imprenditoriali si deve la diffusione popolare della pratica della fotografia, avvenuta con il passaggio dalle ingombranti lastre ai maneggevoli caricatori di pellicola. Fu lui a imporre, tanto nella fotografia quanto nel cinema, il formato standard 35 mm divenendo, nei primi anni del Novecento, uno dei protagonisti delle grandi battaglie industriali combattute intorno al cinema.
Figlio di un piccolo imprenditore, all'età di quattordici anni, a causa della morte del padre, fu costretto ad abbandonare la scuola e a iniziare a lavorare come fattorino per una compagnia di assicurazioni. Sei anni dopo fu assunto come impiegato alla Rochester Saving Bank. Fotografo dilettante dal 1877, trascorreva parte del tempo libero a sperimentare nuove soluzioni tecniche. All'epoca veniva usata per le lastre un'emulsione fluida, che rendeva estremamente macchinosa la pratica della fotografia. Sin dal 1879 E. sperimentò emulsioni asciutte, distese su una lastra di vetro ricoperta di gelatina. Per commercializzare tali lastre, nel 1880 fondò (con l'aiuto di un industriale amico di famiglia, Henry A. Strong) la Eastman Dry Plate Company, in cui investì tutti i suoi risparmi, e poco dopo lasciò il posto in banca. Superata una crisi iniziale dovuta alle imperfezioni tecniche delle lastre, l'azienda nel 1884, quando vi si associò l'inventore William H. Walker, divenne una società per azioni, la Eastman Dry Plate & Film Company (dal 1889 Eastman Company). Un salto di qualità fu determinato dall'introduzione del cosiddetto negativo Eastman, un'emulsione su carta che con l'applicazione di olio di ricino diventava abbastanza trasparente, anche se fragile, e consentiva la stampa della fotografia. Nel 1885, insieme a Walker, E. mise a punto i caricatori di pellicola a rullo, fondamentale passo avanti per lo sviluppo della fotografia e del futuro cinematografo. All'inizio del 1889 John C. Carbutt della Ansco cominciò a utilizzare per la produzione di pellicole un nuovo e più flessibile supporto, la celluloide (un materiale a base di nitrato di cellulosa e canfora creato da John W. Hyatt nel 1869); fu tuttavia la Eastman Company, in seguito alle ricerche di un suo chimico, Henry M. Reichenbach, a mettere a punto per prima, nell'agosto dello stesso anno, un sistema per fabbricare in modo economico pellicole di celluloide di buona qualità. Oltre a essere un grande imprenditore, E. fu un fervente apostolo della fotografia e del cinema amatoriali: la sua missione era quella di conquistare un più largo pubblico di consumatori, rendendo i suoi prodotti accessibili a tutti. Nel 1888 lanciò così sul mercato la Kodak, una fotocamera a costo relativamente basso, già caricata con un rotolo di pellicola per cento pose, il cui enorme successo determinò nel 1892 il cambiamento del nome dell'azienda in Eastman Kodak Company, che ancora conserva agli inizi del 21° secolo. Vennero poi messe in produzione la Kodak tascabile (1895) e la Brownie per ragazzi (1900). Passare dalla fabbricazione di pellicola fotografica a quella cinematografica fu un'evoluzione naturale (v. pellicola): fu messo in produzione, su commissione di Thomas A. Edison, il formato standard 35 mm lanciato dalla ditta per la fotografia. In questo settore E. assunse ben presto una posizione quasi monopolistica, arrivando a coprire circa il 90% del mercato mondiale. Nel 1908 dovette però stringere un accordo di esclusività con il Trust dei grandi produttori cinematografici capeggiato da Edison, che stava tentando di bloccare alle radici le iniziative dei produttori indipendenti (v. Motion Picture Patents Company). Il monopolio di E. fu intaccato quando si lanciarono nella produzione prima la francese Pathé Frères (1909) e poi la tedesca Agfa (1910). E., ormai interessato a vendere liberamente anche ai clienti che non appartenevano al Trust, nel 1911 aggirò il blocco grazie a un accordo clandestino con i rappresentanti statunitensi della Lumière, in base al quale avrebbe venduto la propria pellicola come se fosse stata importata dallo stabilimento Lumière di Lione. Nel 1917 E. approfittò della grave crisi della Pathé e rilevò i suoi stabilimenti per la produzione di pellicola, rafforzando ulteriormente la propria posizione. Al principio degli anni Venti lanciò una pellicola in bianco e nero di nuova concezione, detta pancromatica, di più bassa sensibilità, ma capace di rispondere ‒ attraverso la scala dei grigi ‒ a una più ampia gamma di colori, soprattutto il rosso e il giallo, come non riusciva a fare invece il vecchio bianco e nero ortocromatico. Sebbene avesse compiuto esperimenti sul colore sin dagli anni Dieci, soltanto verso la metà degli anni Venti E. mise a disposizione dell'industria cinematografica una pellicola a colori, i cui primi modelli funzionavano in bicromia. La diffusione della pellicola a colori Kodak avvenne tuttavia prima nel campo amatoriale che in quello professionale: nel 1928 fu infatti commercializzata la prima pellicola a passo ridotto a colori, la Kodacolor, che riduceva i costi di utilizzo perché eliminava la dicotomia negativo/positivo, introducendo il concetto di negativo invertibile; non era necessario alcun procedimento di stampa del positivo, perché lo stesso negativo dopo lo sviluppo diventava proiettabile. Per il cinema a passo ridotto aveva inoltre presentato sul mercato nel 1923 una pellicola a 16 mm (già usata dalla Bell & Howell e da altre ditte) che a differenza di quella professionale non era altamente infiammabile. Nel 1932 presentò quindi un formato ancor più ridotto, l'8 mm, che divenne lo standard universale dei cineamatori, trovando un unico rivale in Europa nel 9,5 mm Pathé. Quello di E. fu un capitalismo illuminato. In base al principio della solidarietà aziendale, a partire dal 1899 egli distribuì fra i suoi dipendenti con maggiore anzianità una parte dei profitti, e nel 1919 un terzo delle azioni. Convinto inoltre che gli enormi proventi della sua attività andassero distribuiti all'intera società, finanziò innumerevoli attività sociali e istituzioni di studio e di ricerca, e fondò scuole e cliniche. A causa di una malattia incurabile che l'aveva colpito, nel 1925 si ritirò dalla vita attiva, e sette anni dopo si suicidò. Nella villa di E. a Rochester (la George Eastman House) ha sede dal 1949 l'International Museum of Photography and Film, uno dei più importanti al mondo, al quale è annessa una prestigiosa cineteca, dedicata soprattutto al periodo del muto. È stata infine chiamata Eastmancolor una pellicola prodotta a partire dal 1951 dalla Kodak per il cinema professionale, che agli inizi del 21° sec. risulta ancora una delle più vendute al mondo.
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