Washington, George
Il padre della nazione americana
George Washington guidò la rivoluzione delle tredici colonie inglesi d’America per l’indipendenza e fu il primo presidente degli Stati Uniti. Nel sentimento degli Americani egli incarna a pieno titolo la figura del condottiero militare vittorioso, del politico fondatore di una nazione e del padre della patria, determinato nell’esecuzione dei propri compiti e prudente nell’eseguirli
George Washington nacque nel 1732 a Westmoreland County, in Virginia, in una famiglia agiata di proprietari terrieri e di schiavisti. Rimasto orfano di padre a 11 anni, non seguì un corso regolare di studi. Intrapresa la carriera militare, nel 1752 divenne ufficiale della milizia virginiana. Nel 1754-55 partecipò col grado di tenente colonnello alla guerra dei Sette anni tra l’Inghilterra e la Francia, che si concluse con una grande vittoria della prima. Tra il 1755 e il 1758 fu comandante in capo delle truppe della Virginia.
Sempre nel 1758 fu eletto al Parlamento della Virginia, godendo del prestigio che gli veniva dal suo passato militare e dalla posizione di ricco proprietario di piantagioni. Quando le colonie, a partire dal 1763, entrarono in uno stato di crescente tensione con l’Inghilterra, del cui dominio erano sempre meno tolleranti, Washington, al pari di altri esponenti della classe dirigente coloniale, assunse una posizione prudente, nella speranza che la madrepatria si aprisse alle rivendicazioni dei coloni evitando una rottura. A questo atteggiamento ispirò le sue posizioni quando nel 1774 fu eletto rappresentante della Virginia al primo Congresso continentale delle colonie.
Di fronte all’intransigenza inglese, che portò le colonie nel 1775 a dare inizio alla loro guerra rivoluzionaria, Washington, preso nettamente partito, fu nominato capo dell’esercito americano. La guerra si rivelò subito piena di pericoli, data la forte superiorità degli Inglesi, che a differenza degli Americani disponevano di truppe bene armate, esperte e ottimamente organizzate.
Washington si mosse in condizioni quanto mai difficili, poiché i suoi soldati difettavano di armamenti adeguati, di disciplina e di addestramento, sicché numerose e pesanti furono le sconfitte. Per parte sua Washington non era un generale brillante, ma l’esercito rivoluzionario migliorò gradualmente le sue capacità e il comandante in capo dimostrò un’ammirevole tenacia e determinazione. La situazione ebbe una svolta decisiva in seguito alla decisione della Francia, che cercava una rivincita contro l’Inghilterra, di intervenire nel conflitto nel marzo del 1778. L’aiuto francese cambiò le sorti della guerra. La grande vittoria di Yorktown nell’ottobre del 1781 creò le condizioni per la resa degli Inglesi nel 1783 e l’indipendenza delle ex colonie (Rivoluzione americana).
Quando nel 1787 si riunì a Filadelfia una convenzione con il compito di promulgare la Costituzione americana, Washington ne divenne il presidente. Entrata in vigore la Costituzione nel 1789, in quello stesso anno egli fu eletto primo presidente degli Stati Uniti.
Il suo non facile compito, conseguito con sostanziale successo, fu di moderare i contrasti tra i partiti e gli Stati che componevano l’ancor fragile Unione nel clima internazionale dominato dai conflitti tra la Francia rivoluzionaria e le potenze sue avversarie. In questo contesto sostenne la linea di Alexander Hamilton, fautore di un rafforzamento dei poteri del governo federale. Nel 1793 fu rieletto presidente. Nel corso della sua presidenza l’Unione inglobò tre nuovi Stati: il Vermont, il Kentucky e il Tennessee. Nel 1797, allo scadere del mandato, lasciò la presidenza al suo successore John Adams. Al momento del suo congedo dalla presidenza rivolse un messaggio al paese nel quale raccomandava agli Americani una politica d’isolamento sul piano dei rapporti internazionali (isolazionismo), a protezione dei propri interessi di giovane nazione. Washington morì, salutato come un eroe, a Mount Vernon, in Virginia, nel 1799.