Gerberto di Aurillac (papa Silvestro II) Filosofo e teologo (n. 940 ca
m. 1003). Di umili origini, fu educato nel monastero benedettino di Saint-Géraud ad Aurillac, in Alvernia, e affidato poi al conte catalano Borrel; avendo accompagnato quest’ultimo a Roma, per la sua preparazione umanistica e la sua cultura matematica vi fu trattenuto da Giovanni XIII. Conosciuto Garamno, arcidiacono di Reims e celebrato maestro di logica, ottenne di seguirlo (972) nella sua città, dove per dieci anni insegnò, dedicandosi anche a una febbrile raccolta di codici. Ottone II lo volle (983) abate del grande monastero di S. Colombano a Bobbio. Dopo la morte di Ottone tornò a Reims, dove, a fianco dell’arcivescovo Adalberone, guidò la politica francese, portando al trono Ugo Capeto, contro i tentativi di Carlo di Lorena. Nominato arcivescovo di Ravenna (998), fu l’ispiratore della renovatio imperii perseguita dal giovane imperatore. Eletto papa (999), riconfermò Arnolfo nell’arcidiocesi di Reims, promosse l’espansione evangelica in Polonia e in Ungheria, elaborò soprattutto il progetto teorico della restaurazione, centrata su Roma, dell’Impero cristiano. Questo programma, che teneva troppo poco conto delle basi tedesche dell’impero ottoniano e della situazione di Roma, non ebbe successo. Grandissimo erudito, il suo sforzo nel campo filosofico e teologico fu quello di assimilare e coordinare la cultura antica in un’unica visione d’insieme cristiana, e per tale sforzo, e anche per i suoi interessi scientifici, nacque più tardi la leggenda (secc. 11°-12°) che lo volle mago ed eretico. Di lui ci restano, oltre un prezioso epistolario, una Geometria e opere filosofiche e teologiche.