Gerusalemme
La città santa delle tre religioni monoteiste
Gerusalemme non è soltanto una città, non è soltanto l'attuale capitale dello Stato d'Israele. È un simbolo, ma è stata anche e soprattutto un luogo di incontro fra diverse civiltà, diversi modi di pensare. Ha una storia lunghissima che affonda nel passato più antico dell'umanità. È la città santa per eccellenza, dove le tre religioni del ceppo biblico ritrovano le proprie origini e le proprie verità. Anche per questo a Gerusalemme si è tanto combattuto, in nome di un'idea di fede che esclude le altre. Con la sua luce unica al mondo, Gerusalemme insegna però che le diverse religioni possono convivere una a fianco dell'altra.
Gerusalemme è una città situata sulla cresta dei Monti di Giuda, nella regione di Giudea, in terra d'Israele o Palestina. Si trova a più di settecento metri sopra il livello del mare, a una cinquantina di chilometri dalle coste del Mediterraneo e a circa 30 km dal Mar Morto. Esso è un lago salato che corrisponde alla più bassa depressione della Terra (quasi 400 m sotto il livello del mare). Gerusalemme si trova, dunque, sul confine fra le alture rivolte a occidente, verso il Mediterraneo, coperte di boschi e della tipica macchia, e il deserto di Giudea che comincia esattamente dove la città finisce a oriente e che scende fino al Mar Morto e al fiume Giordano.
Sin dalla remota antichità questa posizione privilegiata ha fatto di Gerusalemme una meta ambita: da sempre essa è un luogo di confine fra le civiltà più antiche, da una parte i pastori erranti per il deserto, dall'altra i popoli del mare e gli agricoltori della piana costiera.
Di Gerusalemme troviamo notizia in testi egiziani del 20°-19° secolo a.C. Anche nelle lettere di El-Amarna ‒ importanti documenti d'archivio del 14° secolo ‒ si cita la città di Ursalim, probabilmente Gerusalemme. Nella Bibbia si parla di un Melchisedec re di Salem (Genesi 14, 18 e in altri passi), che è presumibilmente l'antica Gerusalemme. Sempre la Bibbia menziona i Gebusei, la popolazione locale contro cui gli Israeliti giunti dal deserto, dove avevano trascorso quarant'anni peregrinando dopo l'esodo dall'Egitto, combattono per la conquista della città. Anche Iebus, città dei Gebusei, potrebbe essere all'origine del nome Gerusalemme.
La città viene conquistata definitivamente da re David, le cui imprese sono raccontate nella Bibbia nel secondo libro di Samuele. Il figlio di David, re Salomone, è invece il grande costruttore di Gerusalemme, cui si deve il primo tempio d'Israele: oggi non esiste più, perché è stato distrutto dai Babilonesi nel 6° secolo a.C. In seguito ne è sorto un secondo, sulla stessa zona, a sua volta distrutto e incendiato dai Romani nel 70 d.C., l'anno che segna la disfatta del popolo ebraico e l'inizio della sua diaspora, cioè della dispersione fra le genti.
Del Tempio di Gerusalemme non esiste quasi più nulla, se non una memoria tenace: il luogo su cui si ergeva si chiama spianata del Tempio (o delle moschee, che vi si vedono oggigiorno). Sotto di esso ci sono rovine inaccessibili, e intorno a questa spianata ‒ che è una specie di altopiano in mezzo alla città ‒ c'è il Muro del pianto. Gli Ebrei lo chiamano semplicemente il Muro per antonomasia: è diventato 'del pianto' perché chi osservava i fedeli pregare e dondolarsi davanti a esso aveva l'impressione che piangessero. Ma non era così. Il Muro è, secondo la tradizione, l'unico pezzo rimasto del Tempio di Gerusalemme, dove i sacerdoti nell'antichità prestavano culto al Dio d'Israele. Nella realtà l'attuale Muro, così come tutta la cinta della Città Vecchia, risale presumibilmente al Medioevo. Ma resta ancora il luogo che gli Ebrei di tutto il mondo considerano più vicino a Dio: è per loro la sinagoga più bella che ci sia.
La storia di Gerusalemme non finisce naturalmente con la distruzione a opera dei Romani. Per due secoli la città si chiamò Aelia Capitolina, perché i Romani volevano cancellare anche il nome della sua storia precedente. Dal 4° al 7° secolo fu sotto i Bizantini, in seguito per molti secoli Gerusalemme fu dominata dagli Arabi. Fra il 1099 e il 1187 fu teatro delle crociate, le spedizioni militari partite dall'Europa per restituire la città santa alla cristianità. Poi arrivarono i Mamelucchi, gli Ottomani e, alla fine della Prima guerra mondiale, con il crollo dell'Impero turco la città passò sotto il mandato britannico.
Alla fine della Seconda guerra mondiale una mozione dell'ONU sanciva la creazione di due Stati nella regione: uno ebraico e uno palestinese. Con il rifiuto da parte degli Arabi di questa mozione, la città venne divisa fra il nuovo Stato ebraico e il nuovo Stato di Giordania. Nel 1967, durante la guerra dei Sei giorni che Israele combatté contro una coalizione di Stati arabi, il settore orientale della città fu occupato dalle forze militari israeliane e malgrado la condanna dell'ONU tutta la città passò interamente sotto il controllo d'Israele. Da allora essa è la capitale dello Stato ebraico.
È da sempre una città cosmopolita, Gerusalemme. Abitata da etnie diverse, con fedi e culture diverse. Oggi ha una maggioranza ebraica, ma anche una significativa minoranza araba e tante altre meno numerose. Il simbolo di questa natura multietnica è la cosiddetta Città Vecchia, il suo centro più antico cintato dalle solenni mura di epoca islamica. Questo quadrilatero è infatti diviso in quattro quartieri: cristiano, armeno, ebraico e arabo. La spianata del Tempio (in arabo al-Haram ash-Sharif "il nobile santuario") domina non solo la Città Vecchia ma tutto il magnifico panorama. Qui si trovano la cosiddetta Cupola della Roccia, rivestita d'oro, e la moschea al-Aqsa. Gerusalemme è infatti città santa per l'Islam perché secondo la tradizione da qui il profeta Maometto spiccò il volo su un carro di fuoco. Intorno alla roccia da cui il Profeta partì alla volta del cielo è stato costruito lo splendido santuario islamico che ne porta il nome.
Quella stessa roccia è, secondo la tradizione ebraica, il luogo da cui Dio cominciò la creazione del mondo: in ebraico si chiama Monte Moria. Era anche il punto esatto in cui, sempre secondo la tradizione, Abramo fu sul punto di sacrificare a Dio il figlio Isacco. In seguito divenne il cuore del Tempio di Gerusalemme. È insomma un luogo dall'immenso significato simbolico per entrambe le fedi. Il cristianesimo ha invece un altro percorso nel tessuto della città, che culmina nel Santo Sepolcro. La Via Crucis, con le sue diverse stazioni di cui si narra nel Vangelo, si dipana all'interno della Città Vecchia, fra il quartiere arabo e quello cristiano. Gli Armeni, con la loro antica forma di cristianesimo, hanno qui trovato un approdo nelle loro tante peregrinazioni. Il quartiere, con le sue chiese e i suoi conventi, è intriso di una grande religiosità.
Il quartiere ebraico è fitto di piccole case di studio e abitazioni di religiosi, con al centro i resti a cielo aperto di un'antichissima sinagoga. Malgrado la diaspora e il bando che i Romani prima e altri dominatori poi misero agli Ebrei, vietando loro di abitare nella Città Santa, una comunità di figli d'Israele ha sempre abitato entro le mura della città. Perché, come dice un versetto biblico, "se ti dimentico, Gerusalemme, sia colta da oblio la mia mano destra, mi si attacchi la lingua al palato" (Salmi 137, 5).
Altri luoghi fondamentali della città sono il Monte degli Ulivi, luogo della predicazione di Gesù ma anche sede di un antico cimitero ebraico che guarda verso le mura; il Monte di Sion, avamposto della conquista da parte di David, nonché sede del cenacolo dove Gesù consumò l'Ultima Cena; la Valle biblica di Ben Hinnom, dove in epoca preisraelitica si compivano sacrifici di bambini al dio Moloch, diventata poi la Geenna, cioè l'inferno mitico.
A questi luoghi ancestrali, naturalmente, si deve aggiungere tutto ciò che al di fuori delle mura della Città Vecchia fa di Gerusalemme una metropoli multietnica, con la sua storia e il suo presente: il parlamento israeliano, detto Knesset, lo Yad Wa-Shem ‒ cioè la grande collina dedicata alle vittime della Shoah e a coloro che rischiando la vita si adoperarono per salvare gli Ebrei dallo sterminio (a loro è dedicato un immenso bosco chiamato Foresta dei Giusti, in cui ogni nome è ricordato con un albero) ‒ e le innumerevoli chiese, moschee, sinagoghe, dove ognuno prega a suo modo. Non a caso, di Gerusalemme ne esistono due: una in Terra, con una lunga storia, un presente tormentato, un futuro che speriamo la renda veramente una città di pace; una celeste, cantata da fedeli e poeti (come Dante): la città del Paradiso, dell'era che verrà alla fine dei tempi, quando regneranno la giustizia e la beatitudine.