gerusia
In età omerica, il consiglio degli anziani (gerontes), che si adunava per assistere e deliberare col re. In età classica si conservò nelle città a regime aristocratico, e meglio che altrove ne conosciamo il funzionamento a Sparta. Era un collegio di 28 membri, 30 coi due re, che ne facevano parte di diritto e la presiedevano; erano eletti a vita per acclamazione dall’assemblea, tra i candidati che avessero superato i limiti di età per il servizio militare (60 anni). In origine era convocata soltanto dai re, poi anche dagli efori. Aveva competenza nelle questioni riguardanti i re, la loro integrità fisica, la successione al trono, e poteva anche porli sotto processo. La g. coi re e con gli efori dirigeva la politica estera e stipulava trattati. Aveva anche funzioni giudiziarie nelle cause più gravi. Sulle istituzioni simili in varie altre città aristocratiche abbiamo scarsissime informazioni. In età ellenistico-romana la g. è molto diffusa in Asia Minore, nelle isole Egee, in Tracia, con significato diverso, di associazione di anziani per le manifestazioni del ginnasio. Anche a Cartagine si ebbe un consiglio vitalizio di 300 anziani, che gli scrittori greci chiamano gherousίa, i romani senatus; nel seno di esso esisteva un consiglio minore di 30 membri. I due consigli, convocati dai due sufeti, prendevano le maggiori deliberazioni; nell’ambito della g. si sceglievano anche i 100 uomini che dovevano giudicare l’operato del magistrato. I membri dei due consigli erano teoricamente eletti dal popolo tra gli individui di una certa età e di un certo censo; praticamente erano eletti uomini che fossero già stati magistrati, e fossero già stati cooptati, sia pure provvisoriamente, nel senato.