ghiacciaio
Il laboratorio del freddo
I ghiacciai sono enormi riserve di ghiaccio derivate dall'accumulo e dalla trasformazione delle precipitazioni nevose. Nascono e si sviluppano in particolari zone della superficie terrestre: quelle oltre il limite delle nevi persistenti
Sulla superficie terrestre c'è un limite geografico oltrepassato il quale si entra nel regno del freddo. Viene chiamato limite delle nevi persistenti e circoscrive le regioni in cui neve e ghiaccio si conservano perennemente, andando a costituire la criosfera, cioè la parte dell'idrosfera con acqua allo stato solido.
Dal punto di vista geografico, il limite delle nevi persistenti varia principalmente con la latitudine e con l'altitudine. Nel passato geologico ha subito consistenti spostamenti: durante le glaciazioni, per esempio, era collocato a quote molto più basse delle attuali. Sopra tale limite le precipitazioni nevose possono accumularsi. La neve accumulata e sepolta è schiacciata dal peso dei livelli nevosi sopraggiunti; questa pressione induce la trasformazione dei granuli di neve in ghiaccio compatto. In questo modo, durante intervalli di tempo che si misurano nelle decine di anni, si compie il processo di accrescimento dei ghiacciai. Le caratteristiche dei ghiacciai sono variabili, ma alcuni elementi sono sempre presenti: il bacino di alimentazione, la zona in cui la neve si trasforma in ghiaccio, di solito a forma di ferro di cavallo aperto verso valle; il bacino di ablazione, la zona al di sotto del limite delle nevi persistenti dove prevale la fusione del ghiaccio, che termina con il fronte del ghiacciaio, da cui spesso si originano torrenti e laghi.
Attualmente la superficie terrestre emersa è coperta da quasi 16 milioni di chilometri quadrati di massa glaciale, di cui gran parte appartiene alle sconfinate calotte Antartiche (13,5) e Groenlandesi (1,8). Queste calotte rientrano nella categoria dei ghiacciai polari e sono costituite da estese coltri di ghiaccio molto spesse (possono anche superare i 2 km di spessore) che sovente raggiungono il mare. Lì danno luogo al distacco degli iceberg, vere e proprie isole di ghiaccio alla deriva destinate a fondersi. Lo studio dei ghiacci preservati nelle calotte glaciali è di notevole interesse scientifico; quelli antartici, particolarmente studiati, continuano a fornire molteplici informazioni, specie sul clima del passato.
Altra tipologia di ghiacciai polari sono quelli scandinavi, nei quali da una massa glaciale situata sopra un altopiano si dipartono più braccia lungo valli degradanti. I ghiacciai alaskiani, o pedemontani, sono formati da masse provenienti da differenti vallate montane che si uniscono insieme. Per quanto riguarda i ghiacciai caratteristici delle catene montuose, si distinguono: quelli himalayani, detti anche vallivi composti perché si sviluppano per decine di chilometri lungo valli confluenti; quelli alpini, o vallivi, nei quali da un'ampia concavità rocciosa (circo) il ghiacciaio discende lungo una valle con una singola lingua; quelli pirenaici, di ridotte dimensioni e che non presentano terminazioni vallive.
Le ingenti masse di ghiaccio dei ghiacciai sono soggette a movimenti di natura diversa: espansioni e ritiri durante le cicliche variazioni climatiche nel corso del tempo geologico (glaciazioni); scorrimenti verso valle determinati da fattori quali la plasticità del ghiaccio, la forza di gravità, la pendenza e la forma più o meno accidentata delle superfici rocciose su cui alloggiano. Questi ultimi movimenti sono pertanto molto variabili. Se nelle zone interne di una calotta glaciale sono quasi impercettibili, nei ghiacciai alpini si misurano in alcuni metri annui nel bacino di alimentazione e in 100÷150 m/anno nella lingua, mentre possono raggiungere velocità di alcune centinaia di metri l'anno nei ghiacciai himalayani e, addirittura, di alcuni chilometri all'anno nelle parti terminali di quelli polari. I movimenti dei ghiacciai, oltre a causare la formazione di singolari cavità (crepacci) all'interno della stessa massa glaciale, determinano un'importante azione di modellamento delle rocce (erosione).