BIANCHI, Ghinolfo
Visse in Bologna nella seconda metà del sec. XV e nei primi anni del XVI. Esponente di una famiglia tradizionalmente legata alla fazione bentivogliesca, fu assai vicino a Giovanni II Bentivoglio, che lo elevò alle principali cariche cittadine. La prima notizia che si abbia di lui risale agli ultimi giorni del novembre del 1488, al momento, cioè, della scoperta della congiura organizzata contro i Bentivoglio da Giovanni Malvezzi.
Fu anzi proprio il B. a mettere sull'avviso Giovanni Bentivoglio, consentendogli di prevenire i suoi avversari. Del complotto egli venne a conoscenza in maniera del tutto fortuita: uno dei personaggi secondari di esso, tale Cristoforo da Parma, gli si rivolse per ottenere armi, lasciando trapelare alcune notizie che furono sufficienti per insospettirlo.
Durante i giorni che seguirono la scoperta della congiura, mentre infuriava nella città una delle stragi più cruente che avesse mai insanguinato Bologna, al B. fu affidato da Giovanni il comando della guardia al palazzo dei Signori, incombenza, in quelle circostanze, della più grande importanza. Ancora più significativa fu poi, di lì a poco, la sua elezione nel rinnovato magistrato dei Sedici riformatori.
Tornano a scarseggiare le notizie sul B. per gli anni successivi: nel 1497 fu eletto in Senato al posto che era stato di Lodovico Bianchi, morto recentemente; e non si sa più nulla di lui sino al 1506, l'anno dell'espulsione da Bologna di Giovanni Bentivoglio e dei figli, che il B. seguì in esilio. Era troppo compromesso con i Bentivoglio per poter ottenere di rimanere in Bologna: infatti, insieme con Alessandro Bargellini e Bartolomeo Moritecalvi, oltre, naturalmente, a Giovanni Bentivoglio, fu tra i pochissimi del vecchio Senato che Giulio II dichiarò decaduti, escludendoli dal nuovo magistrato dei Quaranta consiglieri e riformatori dello Stato di Bologna che doveva amministrare la città in nome della Chiesa. Con un provvedimento del 1507 il B. fu confinato a cinquanta miglia dalla città, nel territorio ecclesiastico, insieme con molti altri bentivoglieschi: a quanto riferisce il Ghirardacci (p. 363), "quei tutti che furono obbedienti ed osservarono le confine, ritornorono in breve alla patria senza alcuno impedimento"; non è dato però sapere se il B. fosse tra costoro, né si hanno ulteriori notizie su di lui.
Fonti: C. Ghirardacci,Della historia di Bologna parte terza, in Rer. Ital. Script., 2 ed., XXXIII, 1, a c. di A. Sorbelli, pp. 236, 250, 252 s., 293, 348 s., 358 s., 362 s.