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BAMBACARI, Giacinto

di Stanislawa Panków - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 5 (1963)
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BAMBACARI (Bambachary), Giacinto

Stanislawa Panków

Lucchese, fece parte di un gruppo cospicuo di mercanti italiani i quali, nella prima metà del sec. XVII, si trasferirono a Cracovia e che, prendendovi il diritto di cittadinanza, poterono usufruire di numerosi privilegi commerciali. Il B. arrivò in Polonia nell'estate del 1645, Sollecitato da Giovanni Bottini, il quale due anni prima aveva lasciato la nativa Lucca stabilendosi a Cracovia, dove acquistò una casa nella piazza centrale.

Le sue sostanze dovevano già essere considerevoli, se poté ottenere la cittadinanza, ma non tanto da permettergli l'acquisto di una casa. Abitò col Bottini, forse con l'idea di soggiornare a Cracovia solo per il tempo limitato che potesse consentirgli un discreto guadagno nella ricca e popolosa città. Insieme al Bottini il B. fondò una ditta commerciale che svolse un'attività notevole all'interno del paese, soprattutto fra Cracovia, Varsavia e Lublino. Come la maggior parte dei mercanti cracoviesi di origine italiana, il B. manteneva contatti commerciali con l'Italia e soprattutto con Lucca e Venezia. Il mercato per lo scambio delle merci era Vienna, dove il B. esportava piombo e cuoio acquistando la così detta "merce italiana" : soprattutto la seta.

Dopo dieci anni il B. lasciò la Polonia, poiché Cracovia stava per essere presa dagli Svedesi: nell'agosto del 1655 insieme ad altri mercanti italiani ricevette il permesso di lasciare la città con tutto il suo patrimonio. Tornò probabilmente a Lucca insieme al Bottini.

Sua moglie Camilla era figlia di Orazio e Aloise Penitesi e vedova di Giovanni de Bernadis, un borghese di Lucca. Camilla morì probabilmente ancora prima che il B. arrivasse a Cracovia, lasciando il figlio Giuseppe, il quale ereditò dalla madre la casa a Lucca. Questa casa, d'accordo col B., fu venduta da Aloise Penitesi a Ottavio Vanni.

Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Cracovia: Consul. Crac. 462, pp. 1354-55; Consul. Crac. 464, pp. 299-300, 681, 771, 946, 1059; Consul. Crac. 2627, p. 54; Regestra thelonei  2160-2169; Advoc. Crac. 242, pp. 313, 364-366. G. Ptaśnik, GliItaliani a Cracovia, Roma 1909, p. 32.

Vedi anche
Cracovia (pol. Kraków) Città della Polonia meridionale (756.441 ab. nel 2008), capoluogo del voivodato di Małopolskie (15.190 km2 con 3.282.378 ab. nel 2008), posta a 214 m s.l.m. sulle due rive della Vistola. Situata all’incrocio di due antichissime strade (Mar Nero-Europa occidentale e Adriatico-Baltico), ... borghesia L’insieme degli appartenenti al cosiddetto ceto medio, che vivono del loro reddito o esercitano il commercio, l’industria o una professione libera.  ● La parola burgenses appare la prima volta in Fiandra nel 1066 e designa gli abitanti del ‘borgo’ nelle rinascenti città. Quando, con l’affermarsi del ... merce Ogni bene materiale, naturale o fabbricato dalla tecnica, destinato a soddisfare i bisogni umani e che è oggetto di commercio destinato allo scambio. merce di domanda merce per cui prevale la richiesta e quindi le contrattazioni avvengono soprattutto su iniziativa dell’acquirente. merce d’offerta merce ... santo Giovanni Evangelista Figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo. I due fratelli sono detti Βοανηργές, "figli del tuono" (Marco 3, 17); di entrambi, nei Vangeli sinottici, Gesù deve talvolta frenare lo zelo intemperante e l'ambizione (Marco 10, 35, cfr. Matteo 20, 20; Luca 9, 49-50 e 54). Ma il Quarto Vangelo, secondo l'opinione ...
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giacinto
giacinto (ant. e letter. iacinto) s. m. [dal lat. hyacinthus, fiore e pietra, gr. ὑάκινϑος]. – 1. Pianta liliacea (Hyacinthus orientalis), originaria dell’Asia occid., estesamente coltivata in Europa, soprattutto in Olanda, e qua e là inselvatichita:...
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