BORROMEO ARESE, Giberto
Nacque a Milano il 17 settembre 1815 da Vitaliano e Maria D'Adda. Compì gli studi legali a Pavia, ospite del collegio Borromeo, del quale divenne poi patrono nel 1874, alla morte del padre. Come primogenito del conte Vitaliano e in seguito come suo erede, ricoprì importanti cariche pubbliche. Tra l'altro fu conservatore della Biblioteca Ambrosiana, presidente (dal settembre 1859 al giugno 1860) e poi, fino alla morte, consigliere effettivo dell'Accademia di Brera e membro del consiglio di amministrazione della Fabbrica del duomo di Milano. Fu inoltre tra i fondatori della Società storica lombarda della quale fu presidente amministrativo dal gennaio 1874 al dicembre 1877.
Fin dalla giovinezza il B. si dedicò alla pittura, che non abbandonò per tutta la vita, superando i pericoli di dilettantismo cui avrebbe potuto portarlo la sua condizione sociale. Allievo di L. Ashton, che lo seguì privatamente, si rivolse per consigli anche ad A. Fontanesi. Preferì il genere del paesaggio, giungendo a risultati personali, che lo distinsero dai suoi maestri e dagli altri artisti del tempo, soprattutto lombardi, dei quali non accolse la caratteristica immediatezza naturalistica. Più che su di una attenzione diretta verso la natura, i suoi dipinti si appoggiano infatti su di una invenzione colta e personale, riconosciuta dai commentatori del tempo in occasione della sua partecipazione a mostre (quali la II Esposizione nazionale d'arti belle del 1872, a Milano, e l'Esposizione di Torino del 1884). I soggetti preferiti dal B. furono vedute di luoghi severi, con ruderi di costruzioni antiche, rese con toni freddi e pacati e con un melanconico gusto romantico. Tra le sue opere (in gran parte eseguite tra il 1865 ed il 1885 e quasi tutte conservate presso le famiglie Borromeo): Il bosco sacro,L'acqua dolce,L'acqua salsa,L'acqua stagnante,Camaldoli,Una sera di ottobre e Rovine della rocca di Arona (del 1858; Milano, Galleria d'arte moderna).
Il B. coltivò con particolare attenzione anche l'acquaforte, nella quale confermò la sua vena indipendente e originale, come nei dipinti nostalgicamente ripiegata verso il passato, riproposto entro una natura insieme austera e carica di suggestioni. Assai luminosi, pacati e come avvolti in un sereno distacco, i suoi paesaggi (spesso con piccole figure umane, accortamente dislocate) costituiscono uno degli episodi degni di nota della grafica dell'800 in Lombardia.
Tra le acqueforti del B. (la Mezzetti ne cataloga 11, ma esse dovettero essere di più) possono essere ricordate: Rovine all'Isola Madre,Paesaggio,Castellamare (tutte del 1870; Milano, coll. Meroni); Château d'Angera,bords du lac Majeur,Environs de Bergame (la prima 1870, l'altra s.d.; Milano, Ambrosiana); Paesaggio (1870; Milano, coll. Borromeo).
Il B. raggiunse una certa notorietà grazie alla quale (oltre che per la sua rappresentatività pubblica) fu nominato commissario e giudice in varie esposizioni nazionali, quali quelle di Milano del 1872, di Firenze del 1875 e di Napoli del 1880. Fu anche accolto come socio nelle Accademie di Genova, Torino, Napoli e Perugia. Fu membro della società "L'Acquaforte" (della quale fu uno dei fondatori), collaborando agli album da essa editi (nel primo di questi, del 1870, pubblicò l'incisione Laghetto di Monate in Lombardia), e della Società degli acquafortisti di Parigi. Proprietario di una ricca collezione di dipinti, l'ampliò e ne curò con intelligenza e cultura la conservazione. Fu, inoltre, in corrispondenza con molti artisti del tempo, anche fuori di Milano.
Morì a Milano il 23 maggio 1885.
Bibl.: A. Caimi, Delle arti del disegno e degli artisti... di Lombardia..., Milano 1862, p. 104; A. Rondani, Scritti d'arte, Parma 1874, p. 420; Necr., in Kunstchromik (Lipsia), XX (1884-85), p. 542; G. M., Necrologio, in Arch. storico lomb., XII (1885), pp. 399-401; F. Sebregondi-T. Massarani, Necrologia di G. B., in Atti della R. Accademia di belle arti in Milano, 1885, pp. 103-111; L. Vitali, L'incisione italiana moderna, Milano 1934, p. 18; A. Mezzetti, L'acquaforte lombarda nella seconda metà dell'800, Milano 1935, pp. 70-72, 148-150; P. Arrigoni-A. Bertarelli, Piante e vedute di Roma e del Lazio..., Milano 1939, p. 412; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p. 376; L. Servolini, Dizion. ill. degli incisori ital. moderni e contemporanei, Milano 1955, p. 112; A. M. Comanducci, Dizion. ill. dei pittori... italiani moderni..., Milano 1962, I, p. 235.