giocattoli
Oggetti per divertirsi, immaginare, far finta, imparare e crescere
I giocattoli più diffusi come la palla, la trottola, l'aquilone o i sonagli hanno origini antichissime legate alla religione. Oggi il giocattolo è considerato uno strumento importante, anzi indispensabile, per la crescita e l'apprendimento di ogni bambino o ragazzo. Troviamo giocattoli fin dall'antico Egitto, nei corredi funerari e negli affreschi delle tombe. Alcuni tipi poi, come le bambole o i personaggi in miniatura, sono ancora più antichi e si ritrovano in tutte le civiltà sia in Occidente sia in Oriente. E se già i Romani costruivano semplici automi e burattini, l'Europa ha conosciuto il massimo splendore nell'invenzione e costruzione di giocattoli nel 19° secolo con i giocattoli di legno e nel 20° con i giocattoli meccanici
Giocattolo è quel che serve per giocare, o meglio che chi gioca decide di adottare come strumento per il gioco. Possiamo quindi senz'altro considerare giocattolo quello che compriamo in un negozio specializzato, ma anche un qualsiasi oggetto che utilizziamo casualmente per le nostre attività ludiche. Basta pensare ai bambini fra i 4 e i 6 anni, quando giocare significa fare finta che. In quel periodo qualunque oggetto può essere preso e promosso temporaneamente a giocattolo proprio facendo finta che sia… I piccoli infatti giocano a volte con oggetti di uso comune, come un barattolo legato a una corda o un pezzo di legno cui affidano un significato simbolico particolare facendolo diventare una bacchetta magica o un fucile, costruendo così da soli il proprio oggetto per il gioco.
Le origini del giocattolo sono probabilmente antiche come l'umanità e legate a riti religiosi o magici. I Maya utilizzavano la palla in un rito-gioco legato alla rappresentazione del passare ritmico delle stagioni, la trottola veniva usata normalmente in Europa da maghi e da coloro che predicevano, o meglio dicevano di predire il futuro, mentre l'aquilone e i sonagli in Oriente sono legati alla credenza che esistano spiriti benigni (l'aquilone), o maligni e quindi da scacciare col rumore (i sonagli).
È però dal 16° secolo, col Rinascimento italiano, che il giocattolo come lo conosciamo oggi inizia a diffondersi, diventando più ricco e differenziato in molti diversi tipi, oggi talmente numerosi che una qualunque classificazione è praticamente impossibile. Nei secoli che seguono iniziano a comparire le prime case di bambola, con mobili e suppellettili simili a quelle reali, o le mini cucine per le bambine, soldatini e armi giocattolo per i bambini. Nel Settecento troviamo i primi sofisticati e costosissimi giocattoli meccanici, gli automi in grado di muoversi da soli, e quelli per la visione, come le lanterne magiche che proiettano figure colorate sui muri bianchi delle case. I giocattoli diventano insomma belli e sempre più efficaci nell'insegnare come sarà la vita dopo l'infanzia. Nell'Ottocento compaiono i giocattoli di legno prodotti industrialmente: cubi, sfere, giochi a incastro e a composizione, molti dei quali sopravvivono tuttora. Altri invece, come per esempio il cavallo a dondolo, negli ultimi anni hanno perso la loro attrattiva. A partire dagli inizi del Novecento il mondo dei giocattoli si sviluppa sempre più e Norimberga, in Germania, che aveva una lunga tradizione nel campo, diventa la capitale mondiale del giocattolo. Tuttora vi si svolge una Fiera annuale del giocattolo che è la più importante al mondo. L'introduzione della plastica, verso la fine degli anni Venti del secolo, permette poi di produrre praticamente ogni tipo di giocattolo in modo che sia resistente e costi poco. Negli ultimi trent'anni, poi, lo sviluppo impetuoso di varie tecnologie (nuovi materiali, introduzione dell'elettronica) ha favorito la comparsa di nuovi giocattoli, sia molto semplici e poco costosi come i barattoli contenenti le varie sostanze plastiche modellabili, sia sofisticati e costosi come i mattoncini cibernetici della Lego®. La disponibilità di computer a prezzi bassi ha poi permesso lo sviluppo di uno strumento del tutto nuovo: le console elettroniche, in cui è possibile utilizzare un numero enorme di videogiochi sempre più perfezionati e sofisticati.
Quale sia il giocattolo migliore da utilizzare nelle diverse età è materia da sempre di gran discussioni fra i pedagogisti, ossia coloro che studiano i vari possibili metodi di educazione dei ragazzi. Molti sostengono, seguendo la pedagogista italiana Maria Montessori (19°-20° secolo), che i giocattoli devono essere già perfezionati e preordinati per quanto possibile, in modo che il bambino non abbia a incorrere in errori nelle operazioni di gioco. Altri pensano esattamente l'opposto, e preferiscono giocattoli che permettano di costruire altri giocattoli ‒ come il Lego per esempio, perché questo svilupperebbe al massimo la fantasia e la creatività dei ragazzi ‒ o addirittura giochi completamente inventati dai bambini con materiali grezzi come la sabbia o il legno. Comunque sia, l'importante è che il giocattolo faccia divertire, crescere e un po' sognare, così come è stato per millenni prima di noi.
I blocchi-lettera, o blocchi dell'alfabeto, sono generalmente a forma di cubo, di legno o materiale plastico e riportano nelle varie facce ognuno una lettera dell'alfabeto, anche scritta in varie forme. La loro origine è dovuta a un importante filosofo, l'inglese John Locke, che nel 1693 li introdusse intuendo che i bambini, giocando con le lettere dell'alfabeto, avrebbero familiarizzato con esse e avrebbero più facilmente imparato a leggere. Nel 1818, Friedrich Wilhelm August Fröbel, un pedagogista tedesco che lavorava presso il Museo di mineralogia di Berlino e che fu in seguito il fondatore delle prime scuole materne, mise a punto i blocchi-lettera nella forma in cui li conosciamo oggi. Da allora sono cambiati il materiale e i colori, ma i blocchi-lettera sono presenti praticamente in ogni casa in cui ci sia un bimbo sotto i quattro anni e in tutti gli asili e scuole materne.
La bambola Barbie® è stata pensata e realizzata negli anni Cinquanta del secolo scorso da Ruth Handler, una delle fondatrici della Mattel, fra le maggiori industrie mondiali di giocattoli. Barbie fu, a suo modo, un giocattolo rivoluzionario. Fino ad allora infatti le bambine avevano avuto a disposizione principalmente bambole con l'aspetto di neonato o in costumi caratteristici o tradizionali dei vari paesi.
Barbie invece, nel 1959, si presenta con le fattezze di un'adolescente e con un guardaroba intercambiabile strepitoso per i tempi. Inoltre la bambola presto diventa un sistema: escono ogni anno nuovi vestiti alla moda per Barbie, borse e oggetti d'uso. C'è anche una casa tutta da arredare e via via fino al camper per permettere a Barbie e al suo compagno Ken, nel frattempo arrivato sul mercato, di trascorrere le vacanze in giro per il mondo. Sempre per finta, ovviamente. Barbie si attirò, negli anni Settanta, le critiche del movimento femminista, che vedeva in questa bambola la rappresentazione di molti dei modelli convenzionali di comportamento femminile che il movimento combatteva. Ma la sua creatrice seppe mettere a frutto la lezione e sviluppò molte Barbie, di varie specie: da quella afro-americana del 1990 a quella cinese nel 1993. Inoltre Barbie ha cambiato nella sua vita oltre 80 mestieri e professioni: da dentista a vigile del fuoco fino, addirittura, a candidata alla presidenza degli Stati Uniti. Si calcola che, nei momenti di maggior successo, si sia venduta nel mondo una Barbie al secondo.
Yo-yo significa "vieni-vieni" in un dialetto delle Filippine. L'origine del nome però non deve trarre in inganno. Giocattoli simili sono probabilmente vecchissimi e sono nati nell'antica Cina e conosciuti anche dai Greci. Ma è negli anni Venti del secolo scorso che Donald F. Duncan, un industriale statunitense, inizia a produrre e a commercializzare lo yo-yo. Lo aveva visto usare a un filippino, di nome Pedro Flores, che con la sua abilità nel maneggiarlo intratteneva gli ospiti di un albergo californiano. Fu subito un successo strepitoso: vennero organizzati dappertutto addirittura campionati di yo-yo e la famosa rivista di divulgazione Scientific American scrisse diverse volte articoli su questo giocattolo, che si presta bene a spiegare alcuni importanti principi della meccanica, una branca della fisica.
I nomi sono molto diversi, ma si tratta di giocattoli molto simili. Sono due sistemi di costruzione basati su pezzi in metallo che si possono congiungere fra loro mediante viti o fermi di altro genere, statunitense il primo, inglese il secondo. L'idea venne all'inventore statunitense Alfred Carlton Gilbert mentre vedeva costruire, nel 1911, un grattacielo. Questo giocattolo, con molti e diversi pezzi metallici, permetteva ai ragazzi di costruire infiniti edifici, ma anche macchinari diversi.
Perfezionatisi e arricchitisi nel corso del tempo, con motori elettrici in miniatura, ingranaggi e altro, Erector e Meccano servirono, di qua e di là dell'Oceano Atlantico, a diverse generazioni di ragazzi per sbizzarrirsi nelle costruzioni meccaniche. Erector ha anche un altro record: è stato il primo giocattolo per la cui vendita si sia usata la pubblicità. "Forza ragazzi, costruitevi da soli un sacco di giocattoli!" era il motto che apparve sul Saturday evening post, un diffuso quotidiano statunitense. Da notare l'uso del genere maschile nella frase: a quel tempo non si pensava che le ragazze potessero, o dovessero, interessarsi a un giocattolo di meccanica.
È forse il re dei giocattoli di tutti i tempi, o almeno così è stato battezzato dalla rivista economica Fortune nel 2000, famosa per stilare classifiche su ogni argomento. L'invenzione del Lego è relativamente recente, risale agli anni Trenta del secolo scorso, ed è dovuta ad un danese, Ole Kirk Christiansen, che sviluppò mattoncini ‒ inizialmente nei soli colori rosso e bianco ‒ che possono incastrarsi facilmente uno con l'altro.
Già con questa semplice composizione il Lego ‒ il cui nome viene dalla frase danese leg godt, che significa "gioca bene" ‒ permette un numero enorme di combinazioni e quindi di differenti costruzioni. Il mattoncino base, definitivamente brevettato nel 1958, permette a due pezzi di combinarsi in 24 modi diversi. Se si fanno i conti si vede che bastano sei mattoncini per avere 102.981.500 combinazioni differenti. Proprio per questa sua caratteristica di rendere chi gioca attore delle proprie scelte di costruzione, è uno dei giocattoli preferiti dagli educatori. Negli ultimi 20 anni anche il sistema Lego ha subito profonde modificazioni. Da una parte è stato sviluppato il Duplo, un sistema analogo ma adatto ai bambini molto piccoli ‒ dai 3 mesi ai 3 anni ‒, dall'altra nel Lego classico sono state introdotte molte varianti specializzate e serie di costruzioni diverse: dal mondo della fattoria a quello dei pirati e delle imprese spaziali.
Il dischetto volante con cui tutti, prima o poi, abbiamo giocato ha un'origine casuale. Gli studenti dell'Università di Yale usavano giocare, alla fine del 19° secolo, con dischi piuttosto larghi e molto piatti, che servivano per porci sopra le torte, lanciandoseli uno con l'altro per scherzo. I dischi venivano prodotti da una ditta locale di biscotti e torte di nome Frisbee.
Che sia andata così o meno, il Frisbee® viene commercializzato a partire dal 1948, ma la sua forma definitiva, con la curvatura al bordo che gli permette un volo più stabile e lungo, viene brevettata solo nel 1957. In quegli anni si diffonde anche la credenza che la Terra sia visitata da dischi volanti di creature extraterrestri, e immediatamente il Frisbee viene ribattezzato, per qualche anno, il disco di Plutone, in onore del più lontano, misterioso e più recentemente scoperto pianeta del Sistema solare. Ancora oggi sono milioni i ragazzi, ma anche gli adulti, che giocano con il Frisbee in spiaggia o in altre situazioni all'aperto. Del modello originale, a partire dal 1957, si calcola siano stati prodotti più di 100 milioni di esemplari.