giochi di carte
Un'infinità di modi per divertirsi
Le carte da gioco, inventate più di mille anni fa in Cina e arrivate in Europa tra il 13° e il 14° secolo, consentono di effettuare un'innumerevole quantità di giochi. I mazzi di carte possono avere 40 o 52 carte; in Italia esistono ben sedici diversi mazzi di carte da gioco
Le carte da gioco costituiscono lo strumento ludico più pratico e versatile. Ogni carta è costituita da un cartoncino rettangolare flessibile, che reca su un lato (detto faccia), un immagine particolare e sull'altro (detto dorso) una decorazione generica. Tutte le carte appartenenti a uno stesso insieme completo (detto mazzo) possiedono le medesime dimensioni e presentano un identico dorso. Le immagini delle facce vengono tradizionalmente suddivise in quattro settori (detti semi) e possono raffigurare una data quantità di determinati simboli, rappresentanti il seme in questione (carte numerali) o personaggi umani, come re, donne, e cavalieri (le cosiddette figure). In alcuni mazzi possono essere presenti carte speciali (dette jolly) che non appartengono ad alcun seme, ma che possono assumere un qualsiasi valore.
Secondo un' antica leggenda cinese, le carte da gioco vennero inventate da una donna, desiderosa di offrire al proprio consorte, che si trastullava in continuazione con i peli della barba, un altro modo di tenere impegnate le mani. Al di là della credibilità di questa storia, sembra ormai accertato che le carte da gioco derivino direttamente dalle monete cartacee, inventate in Cina sotto la dinastia Tang (618-907) e che abbiano raggiunto l'Europa, attraverso i normali canali commerciali, tra la fine del 13° secolo e gli inizi del 14° secolo.
I mazzi più comuni sono essenzialmente di due tipi: di 40 carte o di 52 carte (trascurando eventuali jolly). Nel mazzo di 40, ciascun seme contraddistingue dieci carte: sette numerali che vanno dall'l (detto asso) al 7 e tre figure. Nel mazzo di 52, ciascun seme contraddistingue tredici carte: dieci numerali, dall'asso al 10, e tre figure. I semi più diffusi nel mondo sono quelli detti francesi, composti da: cuori, quadri, fiori e picche. Altri semi comuni in determinate zone ‒ sono i tedeschi ‒ cuori, campanelli ghiande e foglie ‒ gli spagnoli ‒ coppe, denari, bastoni (massicci), spade (diritte) ‒ e gli italiani ‒ coppe, denari, bastoni (sottili), spade (ricurve).
Attualmente, in Italia esistono i seguenti sedici tipi di mazzi, tutti composti da 40 carte (o riducibili a questo numero), ma con differenze grafiche, a volte sostanziali, l'uno dall'altro:
• a semi francesi: piemontese, genovese, milanese e toscano;
• a semi italiani: bergamasco, bolognese, bresciano, trentino, trevigiano e triestino;
• a semi spagnoli: piacentino, napoletano, romagnolo, sardo e siciliano;
• a semi tedeschi: salisburghese (nella zona di Bolzano).
Per effettuare gli stessi giochi, con mazzi di tipo diverso, si può adottare la corrispondenza convenzionale tra i vari semi, indicata nella tabella.
Le carte da gioco consentono di effettuare un'innumerevole quantità di giochi di ogni tipo. Con un solo mazzo di carte, in pratica, è possibile eseguire molti più giochi che con una Playstation® (videogiochi). Una loro classificazione di massima può essere la seguente:
• a presa per valore (Rubamazzo, Scopa, Scopone e altri): si cattura una carta (o un'insieme di carte) giocandone una il cui valore corrisponde a quello della carta (o dell'insieme di carte) in questione;
• a presa per seme (Briscola, Tressette, Bridge e così via): ogni giocatore cala una carta e si aggiudica la presa chi ha giocato il valore più alto del seme iniziale o di un eventuale seme designato come briscola;
• a scommessa (Poker, Sette e mezzo, Black Jack e via dicendo): ogni giocatore cerca di realizzare un punteggio più alto di quello dei suoi avversari;
• a eliminazione (Domino, Uomo nero, Dernier e così di seguito): ogni giocatore cerca di disfarsi, per primo, delle proprie carte;
• a combinazioni (Ramino, Scala quaranta, Canasta e altri ancora): ogni giocatore cerca di liberarsi per primo delle proprie carte, dopo averle suddivise in particolari raggruppamenti.