RICCATI, Giordano
RICCATI, Giordano. – Nacque a Castelfranco Veneto (Treviso) il 25 febbraio 1709 dal conte Jacopo e dalla contessa Elisabetta d’Onigo.
Fino ai dieci anni visse in famiglia e venne istruito da un precettore. Dal 1720 proseguì gli studi a Bologna, presso i gesuiti, nel collegio di S. Francesco Saverio, dove si erano formati i suoi fratelli Carlo e Vincenzo.
Qui ebbe come maestri Massimiliano Gonzaga e Francesco Saverio Quadrio nelle lettere, Giuseppe Sbruglio e Bernardino Benzi in logica e metafisica, e Giovanni Battista Regalino e Luigi Marchenti nella matematica. Riccati si distinse come principe della classe di retorica e fu ammesso nel 1725 all’Accademia degli Argonauti (Brizzi, 1976, pp. 227, 236). Nei corsi complementari a quelli scolastici, apprese a suonare il mandolino e il chitarrone e seguì il corso di disegno di Carlo Girolamo Niccolini (Brizzi, 1992, pp. 345 s.).
Rientrato a Castelfranco nel 1727, Riccati approfondì, sotto la guida del padre, la geometria, la trigonometria, l’analisi infinitesimale, la statica e la dinamica. Compì questi studi con Ramiro Rampinelli, un monaco che si era rivolto a Jacopo Riccati per avere delucidazioni sulla matematica e fisica sviluppate di recente, di cui era stato informato a Bologna da Gabriele ed Eustachio Manfredi. Le frequentazioni fra Riccati e Rampinelli, iniziate nel 1727 a Castelfranco, mentre il frate dimorava nel monastero di S. Elena a Venezia, proseguirono nel 1728 e nel 1729, con il trasferimento di questi nel convento di S. Benedetto a Padova. In questa città dal 1729 soggiornò pure Riccati, inviato dal padre a studiare giurisprudenza, senza però conseguire il titolo di dottore.
Da fonti coeve risulta che Rampinelli e Riccati seguirono nell’Ateneo patavino le lezioni di idraulica del matematico Giovanni Poleni, quelle del medico e naturalista Antonio Vallisneri, del latinista Domenico Lazzarini e del teologo Jacopo G. Serry.
Nel carteggio che Giordano Riccati e Rampinelli si scambiarono dal 1730 al 1758 (circa 200 lettere, L’epistolario di Jacopo, Vincenzo e Giordano Riccati..., 2010) si desumono gli interessi comuni per le discipline scientifiche e sono indicati i manoscritti che il primo spediva, ancor prima della pubblicazione, alcuni dei quali rimasero inediti. Le collezioni delle lettere ricevute e inviate (minute e originali) da Riccati e le copie dei suoi manoscritti, conservati in biblioteche e archivi a Castelfranco, Udine, Padova, Treviso e Pirano d’Istria (Michieli, 1945, pp. 809-829) documentano sia le multiformi attività di studio e di ricerca intraprese in vari settori (dalla geometria all’architettura, dall’acustica alla musica, dall’algebra alla fisica), sia la dedizione a curare le opere e i risultati di altri autori appartenenti alla sua famiglia (Jacopo e Vincenzo), o di allievi come Francesco Maria Preti.
Fra il 1730 e il 1733 Giordano Riccati si occupò di architettura e spedì a Rampinelli un Compendio di architettura, in più manoscritti, nei quali sviluppò temi poi ripresi e pubblicati dal fratello Francesco (Dissertazione intorno l’Architettura civile, s.l. 1761) e da lui stesso fra il 1771 e il 1790.
Si soffermò sulla questione dibattuta fra Jacopo Riccati e Preti relativa all’altezza da assegnare agli ambienti, sostenendo la tesi del padre che prediligeva la media armonica, e dimostrando con l’analisi matematica che anche al tendere all’infinito di una delle altre due dimensioni, tale media consente di ottenere risultati reali. Su questa media si accese in seguito una polemica che coinvolse Preti, Michele Lazzari, Tommaso Temanza e altri (Mazza, 1992; Colonna Preti, 1997; Molteni, 2012).
Nel 1771 diede alle stampe il suo testo più completo di architettura, la Lettera a Roberto Zuccareda, in cui presentava sei regole generali sulle strutture e sui loro rapporti con la statica. Seguirono saggi matematici sulla figura e sullo sfiancamento degli archi (1780, 1788), sulle curve ellittiche nelle volte (1790) e su temi specifici. Curò l’edizione degli Elementi di architettura (1780) di Preti e dichiarò di aver affrontato quelle teorie con l’assistenza paterna (Di Rovero, 1765, a cura di M.L. Soppelsa, 1990, p. 68).
Lo studio delle leggi delle vibrazioni dei corpi (1735) lo accostò all’acustica e alle teorie musicali. Stimolato dalla lettura dei discorsi di Vincenzo Galilei e dai contatti con Antonio Vallotti, Giovenale Sacchi e Giuseppe Tartini, fra il 1748 e il 1790 stese un corposo trattato, Le leggi del contrappunto, di cui pubblicò solo un Saggio (1762). Riccati si occupò di vari altri problemi di fisica relativi alla meccanica dei corpi solidi e fluidi, agli urti e alle forze vive, ai pendoli, alle resistenze, seguendo le considerazioni del padre e del fratello Vincenzo, di cui curò l’edizione delle opere e di alcuni inediti.
Dal 1745 al 1748 collaborò con il padre alla revisione del trattato di Maria Gaetana Agnesi Instituzioni analitiche, per la parte di algebra e geometria cartesiana (L’epistolario di Jacopo, Vincenzo e Giordano Riccati..., 2010; Roero, 2015). Con Vincenzo Riccati e Gianfrancesco Malfatti si inserì nella disputa fra Gottfried Wilhelm Leibniz, Johann Bernoulli e Leonhard Euler sui logaritmi dei numeri negativi (Giuntini, 1984; Lugaresi, 2012) e fu coinvolto da Alessandro Zorzi e Giovanni Coi nella Nuova Enciclopedia Italiana (1775-1779) e nella ristampa dell’Encyclopédie méthodique (Spallanzani, 1982; Patergnani, 2012).
Ricoprì varie cariche: fu commissario idraulico per la sistemazione di fiumi, censore perpetuo nel Senato veneto, membro del collegio dei nobili e dell’Accademia agraria di Treviso, socio dell’Accademia di scienze, lettere ed arti di Padova, dell’Istituto delle scienze di Bologna, della Società letteraria di Modena e della Società italiana dei XL.
L’eccessiva ampiezza dei temi affrontati nel corso della vita contribuì a disperdere le sue potenzialità, e finì per relegare la sua produzione fra quelle dei poligrafi settecenteschi, senza una caratteristica e specifica identità culturale, inserita nel panorama europeo. Fra i suoi allievi si citano per le scienze Francesco Benaglio, Giambattista Nicolai, Jacopo e Antonio Pellizzari, Francesco Amalteo, Atanasio Bonotto, Marcantonio Ricci; nella musica Ignazio Spergher e Giambattista Bortolani; nell’architettura Gregorio Spineda, Girolamo Rinaldi, Odoardo Tiretta.
Morì a Treviso il 20 luglio 1790.
Fonti e Bibl.: C. Di Rovero Vita del Conte Jacopo Riccati, in Opere del Conte Jacopo Riccati nobile trevigiano, IV, Lucca 1765, pp. III-LXVIII (rist. anast. a cura di M.L. Soppelsa, Asolo 1990, pp. 40-89); D.M. Federici, Commentario sopra la vita e gli studj del Conte G. R. nobile trevigiano, Vinegia 1790 (rist. anast. Venezia 2009); [F. Amalteo], Elogio del conte G. R., in Giornale de’ Letterati, 1791, vol. 81, pp. 274-289; A. Fabroni, De Tribus Riccatis Jacobo Patre, Vincentio et Jordano Filiis, in Vitae Italorum doctrina excellentium…, XVI, Pisa 1795, pp. 376-392; A. Pellizzari Elogio di G.R., in Memorie di matematica e di fisica della Società italiana delle scienze, 1802, vol. 9, pp. XLIX-LXX; A.A. Michieli, Una famiglia di matematici e poligrafi trevigiani: i Riccati, III, G. R., in Atti R. Istituto veneto di scienze lettere ed arti, CIV (1944-1945), 2, pp. 771-832; G.P. Brizzi, La formazione della classe dirigente nel Sei-Settecento, Seminaria nobilium nell’Italia centro-settentrionale, Bologna 1976, pp. 227, 236; M. Spallanzani, La Nuova Enciclopedia Italiana del 1779, in G. Malfatti nella cultura del suo tempo, Ferrara 1982, pp. 115-146 (in partic. pp. 119-129); S. Giuntini, Una discussione sulla natura dello zero e sulla relazione fra i numeri immaginari e i numeri reali (1778-1799), in Bollettino delle scienze matematiche, IV (1984), 1, pp. 30-54; F.M. Preti architetto e teorico, a cura di L. Puppi, Castelfranco Veneto 1990, passim; I Riccati e la cultura della Marca nel Settecento europeo, a cura di G. Piaia - M.L. Soppelsa, Firenze 1992 (in partic. P. Gozza, La discussione sullo statuto della musica nel Settecento europeo e veneto, pp. 257-278; P. Barbieri, G. R. fisico acustico e teorico musicale, pp. 279-304; B. Mazza, Teoria e pratica architettonica nel cenacolo castellano: G. R., pp. 305-317; G.P. Brizzi, I Riccati in collegio. Il ruolo dei Seminaria nobilium nella formazione dei giovani Riccati, pp. 333-347; L. Rossetti, G. R. a Padova, pp. 349-353); S. Colonna Preti, Nuovi contributi sulla figura e le opere dell’architetto F.M. Preti, Milano 1997, pp. 54-62; L’epistolario di Jacopo, Vincenzo e G. Riccati con R. Rampinelli e M.G. Agnesi, a cura di S. Mazzone - C.S. Roero, con la collab. di E. Luciano, Firenze, Museo Galileo, Biblioteca digitale, 2010, http://bibdig. museogalileo.it/Teca/Viewer?an=990843 (10 luglio 2016); G. R. illuminista veneto ed europeo, a cura di D. Bonsi, Firenze 2012 (in partic. M.G. Lugaresi Oltre i confini della Serenissima: il carteggio scientifico tra G. R. e Gian Francesco Malfatti, pp. 53-70; S. Mazzone La formazione matematica di G. R. nella corrispondenza con Ramiro Rampinelli, pp. 3-21; E. Molteni Gli scritti di G. R. sull’architettura: proporzioni, matematica, giudizio e buon gusto, pp. 71-88; E. Patergnani G. R. e le enciclopedie del Settecento, pp. 35-51); C.S. Roero, M.G. Agnesi, R. Rampinelli and the Riccati family: a cultural fellowship formed for an important scientific purpose, the ‘Instituzioni analitiche’, in Historia mathematica, 2015, n. 42, pp. 296-314.