ARRIVABENE (Rivabenus; De Rivabenis), Giorgio
Conosciuto anche col nome di Giorgio Mantovano o di Parente, nacque a Canneto in provincia di Mantova e svolse la sua attività di tipografo tra la seconda metà del sec. XV e il primo ventennio del sec. XVI.
Una famiglia Arrivabene ottenne nel 1479 il titolo comitale, ma si ignora se l'A. appartenesse a tale famiglia. Lavorò a Venezia dal 1483 almeno fino al 1515. Il suo mome apparve la prima volta, insieme con quello di B. Benali e p. dei Paganini, in un Missale Romanum finito di stampare il 4 dic. 1483. Pochi mesi dopo stampò, in collaborazione con gli altri due tipografi, anche un Officium sec. morem monachorum S. Iustinae che porta la data 25 apr. 1484 (Proctor + 4907). Dopo che il Benali abbandonò la società, l'A. continuò a stampare con il Paganini, sicuramente sino al settembre 1488, una diecina di edizioni tra opere giuridiche e opere religiose, tra cui un altro Messale Romano datato 24 sett. 1484, un pregevole Baldus de Ubaldis, Lectura super I-VI Il. Codicis, Venetiis, Georgius de Arrivabenis et Paganinus de Paganinis, in tre volumi; e inoltre: Nicolaus de Auxmo, Supplementum Summae Pisanellae, del 1485; e Paulus de Castro, Lectura super I Digesti veteris, del 10 ott. 1486. Insieme con il Paganini egli portò anche a termine una edizione di Durando (Speculum Dni Guilhelmi duranti)cominciata da solo. La prima opera sicuramente stampata dall'A. per proprio conto fu: Angelus de Clavasio, Summa angelica de casibus conscientiae del 22 ott. 1487. Da allora e per tutto il primo ventennio del 1500 stampò una sessantina di edizioni, per la maggior parte di giurisprudenza e di teologia; non mancano però anche edizioni di classici, per esempio un Virgilio del 1489, che poi ristampò in elegante edizione figurata nel 1512 (11 ottobre-29 novembre), e un Orazio del 1490. Da segnalare è la commissione a lui fatta nel 1497 dal libraio di Buda, Giovanni Paep, di un gran Breviario per tutta.la diocesi.
L'A. usò nelle sue stampe diciannove tipi gotici, quattro romani e uno greco; usò anche iniziali incise, con figure di santi e decorazioni fioreali. Sull'esempio di alcuni stampatori di Germania e d'Olanda, introdusse per primo in Italia l'uso di utilizzare la prima pagina bianca dell'opera, stampandovi in mezzo il titolo in forma di "occhietto": così in alcuni esemplari della Bibbia latina dei 1487. Tra i primi adottò una marca tipografica di tipo commerciale, come prevalse poi in Italia: in sette varianú, e la doppia croce sul cerchio, con e senza iniziali (A. G.), su fondo nero o bianco e nero.
La stessa marca tipografica, con le iniziali talvolta cambiate, appare nelle opere di un altro Arrivabene, Cesare, forse parente di Andrea, nel periodo tra il 1517 e il 1528.
Si conoscono di lui diciannove edizioni tra cui Prediche quadragesimali del Savonarola (1519), Facetie di Poggio Bracciolini (1519), la Celestina, tragicomedia di Calisto e Melibea (1519), De finibus bonorum et malorum di Cicerone (1527).
Di Cesare Arrivabene è anche una edizione della Macaronea di Teofilo Folengo (1520), già stampata a Venezia da Alessandro Paganini nel 1517 (Essling, III, 405).
Forse della stessa famiglia Arrivabene furono i fratelli Andrea e Francesco Antonio, che nel 1515 diedero alle stampe una edizione del celebre Fascicolo di Medicina di Giovanni di Ketham. Di Andrea si ricordano ancora "al segno del Pozzo" più di ottanta edizioni tra il 1534 e il 1570, con qualche interruzione.
Infine, degli Arrivabene, fu anche un Cornelio che lasciò almeno nove edizioni tra il 1577 e il 1598.
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