Merula, Giorgio
Umanista (Alessandria 1430 o 1431 - Milano 1494). Studiò a Milano sotto la guida di F. Filelfo; seguì più tardi le lezioni di Galeotto Marzio a Padova e, poi, di Gregorio Tifernate a Mantova.
Insegnò retorica a Venezia dal 1465 al 1482; per invito di Ludovico il Moro insegnò nello Studio di Pavia fino al 1485, quindi a Milano fino al 1494. Intensi i suoi studi sui classici: particolarmente importanti quelli su Marziale, Giovenale e Plauto, ai quali dedicò famosi commenti, contribuendo al fervido processo di restaurazione e interpretazione dei testi antichi dell'ultimo Quattrocento. Tra le sue opere, oltre a rilevanti edizioni e commenti di classici, va ricordata la Historia Vicecomitum, della quale egli finì la prima decade, lasciando abbozzati 4 libri della seconda.
Il M. non si occupò di proposito di D.; ma conosceva e apprezzava la Commedia, alla quale si riferisce esplicitamente in due luoghi del VI dell'Historia: a proposito di Guglielmo di Monferrato, richiama un passo di Pg VII 134-136, con parole che riecheggiano espressioni dantesche; poco dopo, a proposito di Galeazzo Visconti, ricorre all'autorità del poeta (VIII 73-75) per convalidare la sua opinione circa la condizione e l'identificazione della sposa di Galeazzo; questo passo, in cui il M. discute sul tempo e sulle ragioni del severo giudizio di D. sul Visconti, è un modello di esegesi dantesca.
Bibl. - F. Gabotto-A. Badini Confalonieri, Vita di G.M., Alessandria 1894; R. Sabbadini, Le scoperte dei codici greci e latini, Firenze 1905, 157-164; M. Santoro, La polemica Poliziano-Merula, in " Giorn. Ital. Filologia " V (1952).