NAPOLITANO, Giorgio
Uomo politico, nato a Napoli il 29 giugno 1925. Nell'autunno 1942 entrò a far parte di un gruppo di giovani antifascisti e comunisti napoletani; nel 1945 si iscrisse al PCI nel quale ha sempre militato, aderendo poi al Partito democratico della sinistra (PDS) al momento della sua fondazione, nel febbraio 1991. Ricoprì alcuni incarichi locali, come quello di segretario della federazione di Caserta del PCI (1951-57) e nel 1953 fu eletto deputato. Sempre rieletto − salvo che nel 1963, quando non si presentò candidato perché segretario della federazione di Napoli (1962-66) −, dal 1981 al 1986 è stato presidente del gruppo parlamentare comunista alla Camera dei deputati. Membro del Comitato centrale dal 1956, della direzione dal 1963, della segreteria fra il 1966 e il 1969, negli anni della politica di solidarietà nazionale fu responsabile della politica economica del PCI (1975-79). In seguito fu responsabile dell'organizzazione e dal 1986 al 1989 della politica estera e delle relazioni internazionali, per divenire poi ''ministro degli Esteri'' del governo ombra del PCI e del PDS (fino al 1992). Confermato deputato, nelle liste del PDS, alle elezioni del 5-6 aprile 1992, il 3 giugno dello stesso anno veniva eletto presidente della Camera dei deputati.
Esponente dell'ala riformista del PCI (nota anche come ''migliorista'') ne divenne la figura di maggior rilievo dopo la scomparsa di G. Amendola, che ne era stato l'animatore, nel 1980. In questa collocazione si impegnò per affermare il ruolo europeista e occidentale del PCI, ricercando un rapporto privilegiato con l'internazionale socialista e, all'interno, con il PSI.
Fra le sue opere ricordiamo: Intervista sul PCI (1975); In mezzo al guado (1979); Oltre i vecchi confini (1989); Al di là del guado (1990); Europa e America dopo l'89 (1992).