giornali per ragazzi
Un mondo di notizie, giochi, racconti e immagini
Generazioni di ragazzi si sono divertite, e ancora si divertono, a immergersi nella lettura di fiabe, racconti, filastrocche, barzellette, fumetti, giochi, articoli che parlano di attualità, dalla squadra del cuore alle ultime conquiste della scienza o della tecnica. Questa varietà di lettura è offerta dai giornali per ragazzi, detti comunemente giornalini. Un giornalino è in genere ampiamente illustrato e a colori, ed è ricco di argomenti e proposte che coinvolgono i ragazzi
Nelle edicole ci sono giornali per giovani lettori di ogni età: bambini di 3-4 anni, bambini che sanno già leggere e scrivere (dai 6 ai 12 anni), adolescenti (13-14 anni), maschi e femmine. Ci sono giornali di giochi enigmistici, giornali che informano o che puntano su una lettura di evasione, facendo uso di fumetti e di racconti in genere bene illustrati. Ci sono giornalini per tutti i gusti: si va da quelli della bambola Barbie® che raccontano storie leggere a quelli che affrontano invece argomenti più seri.
A differenza di un albo a fumetti, nel giornalino il fumetto, quando c'è, occupa solo qualche pagina, mentre il resto delle pagine è dedicato a storie e ad articoli di informazione.
I giornali per ragazzi hanno di solito vita autonoma, ma in alcuni casi nascono all'interno dei giornali per gli adulti. Si tratta di inserti, spesso settimanali, appositamente redatti per un pubblico giovane. Tra i giornali che hanno avuto, o hanno ancora, un inserto per ragazzi ci sono il Corriere della sera, Il Giorno, l'Unità, L'Avvenire. Quest'ultimo pubblica da molti anni, due volte alla settimana, Popotus, un giornalino con pochi fogli, in formato ridotto, in bianco e nero, che contiene informazioni, giochi, barzellette, fiabe scritte dai migliori autori italiani. Molti giornalini vivono solo per un breve periodo: sono quelli legati al successo del personaggio di un cartoon o di una trasmissione televisiva e restano in edicola fin quando i lettori non si dimenticano del personaggio. Altri giornalini hanno invece vita lunghissima. L'esempio più importante è Il Corriere dei piccoli, che uscì per la prima volta nel 1908 come inserto del Corriere della sera, per poi diventare giornalino autonomo e rimanere in vita per quasi 90 anni (ha cessato le pubblicazioni nel 1995). Altro esempio storico è Il Giornalino, nato nel 1924, che è ancora pubblicato dalle edizioni San Paolo e si basa sull'educazione ai valori della religione cristiana.
Il giornale per ragazzi in Italia si diffuse agli inizi dell'Ottocento. Quello che possiamo considerare il primo della storia italiana risale al 1834 e si chiamava Il giornale dei fanciulli, pubblicato a Firenze e diretto da Pietro Thouar, letterato dell'Ottocento e patriota mazziniano, considerato il migliore scrittore per ragazzi prima di Collodi e di De Amicis. Come educatore e direttore di una scuola per i poveri, Thouar aveva compreso che quel giornalino per interessare doveva divertire. All'epoca il giornale di Thouar fu molto osteggiato: spesso bloccato dalla censura, fu accusato di essere immorale, irreligioso, poco rispettoso dei governanti e insufficientemente educativo, tanto che fu costretto a chiudere.
Ci furono poi altri giornaletti locali (nati a Napoli, Roma, Firenze, Milano, Torino), che uscirono attorno al 1850. Fino alla sua unificazione, nel 1861, l'Italia era divisa in tanti piccoli Stati e quindi quei giornalini avevano una diffusione limitata a piccoli territori o a singole città. Erano scritti con caratteri di stampa piccoli, senza illustrazioni, in bianco e nero, e naturalmente non c'erano i fumetti, che ancora non erano stati introdotti in Italia. All'epoca pochi erano i ragazzi che sapevano leggere e scrivere e quindi questi giornaletti erano diffusi solo tra i figli della nobiltà o dell'alta borghesia. Contenevano fiabe, giochi, ricette da cucina, proposte di lavori manuali femminili (il lavoro all'uncinetto e il ricamo).
Il primo vero giornalino italiano fu il Giornale per i bambini, creato nel 1881 da Ferdinando Martini. All'epoca il giornalino per ragazzi era già molto diffuso negli altri paesi industrializzati (Francia, Inghilterra, Germania) e Martini pensò che era giunto il momento per tentare l'avventura anche in Italia. Per questo chiamò a collaborare molti importanti scrittori dell'epoca. Il Giornale per i bambini ebbe subito fortuna perché sulle sue pagine venne pubblicato, a puntate, Pinocchio di Carlo Collodi, con il titolo originale Le avventure di un burattino (nel 1883 poi Pinocchio venne pubblicato in volume e tradotto in tutto il mondo). Nel 1881 nacque un altro importante giornalino, dedicato alle ragazze: si intitolava Cordelia, nato per le "giovinette italiane che o studiano in famiglia o vanno ancora a scuola".
Agli inizi del Novecento nacquero moltissimi giornalini, come Il Novellino, La Domenica dei fanciulli, Il Pupazzetto. Importante fu il Giornalino della domenica, creato nel 1906 da Luigi Bertelli detto Vamba. Su questo giornalino Vamba pubblicò dal 1907, in 55 puntate, Il giornalino di Gian Burrasca, nel quale sono raccontate le vicende di Giannino Stoppani, il ragazzo monello capace di compiere le burle più terribili ai danni degli adulti. Raccolto poi in volume, Il giornalino di Gian Burrasca è ancora oggi un romanzo molto letto.
Nei giornalini sono a volte nate anche filastrocche divenute poi celebri. Un esempio è la Vispa Teresa, scritta dal pedagogista Luigi Sailer e comparsa in un giornalino dal titolo Le prime letture, fondato e diretto dal 1870 al 1879 da Sailer stesso.
Negli anni Trenta, durante il fascismo, il giornale per ragazzi venne usato anche per fare propaganda politica, come accadeva anche ai giornali per gli adulti. Tra questi Il Balilla, che aveva lo scopo di formare i giovani fascisti, descritti all'interno delle pagine come ragazzi arditi e coraggiosi, e La giovane italiana, che doveva invece insegnare alle bambine a diventare buone madri e brave donne di casa. Diffusi in genere gratuitamente, non risulta comunque che fossero particolarmente apprezzati dai ragazzi.
Dopo il fascismo, l'idea di formare i ragazzi a qualche ideale (o a qualche ideologia) continuò. Nel 1950 venne fondato dalle associazioni laiche e di sinistra Il Pioniere, che aveva lo scopo di formare nei ragazzi uno spirito di collaborazione, di educare alla democrazia, di stimolare alla conoscenza delle scoperte scientifiche. A dirigerlo fu lo scrittore per ragazzi Gianni Rodari; il giornale veniva diffuso nelle case del popolo (luoghi dove avvenivano dibattiti politici e culturali) e nelle sezioni dei partiti di sinistra. Il Pioniere era in concorrenza con Il Vittorioso, che voleva educare i ragazzi al rispetto della morale cattolica. Il Vittorioso era diffuso soprattutto attraverso le parrocchie e gli oratori.
Questi giornalini erano spesso ben disegnati, a colori, e certamente erano interessanti e coinvolgenti, ma a lungo andare hanno prevalso giornali in cui il fine educativo non era presente o comunque appariva secondario.
Il giornalino più importante del Novecento è stato il Corriere dei piccoli, sul quale vennero pubblicati fin dal 1908 i primi fumetti americani. Creato dal direttore del Corriere della sera, Luigi Albertini, ha raccontato ai ragazzi per quasi novant'anni un po' di tutto, compresi i fatti di grande attualità. Lo scopo del Corrierino (così era chiamato dalle famiglie) era quello di informare e di divertire. Vi sono apparsi a puntate fiabe o racconti divenuti famosi, come Le avventure di Fiammiferino di Luigi Barzini, Tommy River di Mino Milani, Favole al telefono di Gianni Rodari.
Per le sue pagine sono stati creati i personaggi più cari all'infanzia di varie generazioni, come il fortunatissimo signor Bonaventura (creato da Sergio Tofano), lo scienziato Pier Lambicchi che con la sua arcivernice dava vita reale alle immagini (creato da Giovanni Manca), Sor Pampurio sempre scontento, anzi arciscontento (creato da Carlo Bisi), l'impertinente Valentina Melaverde (creata da Grazia Nidasio), e infine Pimpa, la dolce cagnetta bianca a macchie rossi (creata da Altan) che è poi divenuta la protagonista di un giornalino autonomo.