BERTUCCI, Giovan Battista il Giovane (detto Giovan Battista dei Pittori)
Nacque a Faenza, il 15 febbr. 1539, da Raffaele e da Barbara Baruffaldi. Benché anche il padre non fosse digiuno di cognizioni artistiche, è certo che fu educato alla pittura dallo zio Giacomo, detto Iacopone. è probabile che lo stesso zio lo abbia raccomandato e introdotto nell'ambiente romano, ove lo troviamo operoso, tra il 1560 e il 1564, nella decorazione delle Logge vaticane. Tornato in patria, incorse come lo zio Giacomo in una condanna per eresia, dalla quale si salvò abiurando solennemente il 21 ag. 1569. Le, prime sue opere in patria di cui sia rimasta memoria sono le pitture per il soffitto di S. Giovanni Battista (1575), dove egli collaborò con G. Tonducci e con lo zio Giacomo. Ma ancora prima, fra il 1565 e il 1566, pare collaborasse con lo zio in una decorazione ad affresco del fornice della chiesa dei padri celestini di Faenza. Una tela con la Madonna e il Bambino,attribuibile a questo primo periodo, era in S. Stefano di Faenza ed ora è conservata nel Museo diocesano di questa città; in essa si legge che fu eseguita a spese di ser Giovanni Evangelista Pritelli. L'attività indipendente dei B. comincia col 1580, dopo la morte dello zio, ma la sua arte ripete le formule stanche di un tardo manierismo provinciale che si ravviva solo in qualche particolare naturalistico e in qualche ritratto. Fu operosissimo fino alla morte, avvenuta il 19 febbr. 1614.
Il Valgimigli dà un elenco lunghissimo ma non completo, delle sue opere. Nel 1580: 1582, 1592 e 1600 ebbe incarichi di decorare ad affresco, con fregi e con le armi dei legati pontifici, il salone e la loggia del Palazzo comunale di Faenza, decorazioni non più esistenti.
Elenco delle opere firmate e datate attualmente conosciute: ritratto di Ercole Rondinini (data non più esattamente leggibile, fra il 1565 e il 1569), già nel palazzo Rondinini-Magnaguti a Faenza, poi presso il conte Alessandro Magnaguti a Mantova, ora nella Pinacoteca comunale di Faenza; B. Vergine incoronata coi santi Girolamo e Francesco e ritratto del committente (1583), già nella chiesa di S. Maria del Paradiso a Faenza ed ora nella Raccolta Piancastelli dei Musei civici di Forlì; Madonna col Bambino fra s. Mattia e s. Agata (1583), tela molto sciupata già in S. Maria del Trivios a Lugo, ora in S. Francesco di Paola; Orazione nell'Orto (1585), tavola nella chiesetta di S. Croce a Brisighella; Natività di Maria Vergine (1586), tela nella Pinacoteca comunale di Faenza; Consegna delle chiavi a s. Pietro (1590), tela nella chiesa arcipretale di S. Pier Laguna presso Faenza; Assunzione della Vergine (1590), tela nella parrocchia di S. Maria in Cassanigo presso Faenza; Madonna col Bambino e vari santi, fra cui il beato G. F. Bertoni (1594), tela già nella chiesa dei servi di Faenza ed ora nel Museo diocesano di Faenza; Madonna in trono col Bambino e i ss. Antonio da Padova e Francesco (1597), tela nella chiesa di S. Antonio da Padova di Faenza; S. Domenico (1598), tela già nella chiesa di S. Michele ora nel magazzino della Pinacoteca comunale di Faenza; L'apparizione della Vergine a s. Girolamo e i ritratti di due Cavina (firmata e datata 1598), decurtata della parte superiore, si trova nella Galleria dell'Accademia di Ravenna; S. Maria delle Grazie coi ss. Savino, Francesco, Antonio di Padova e il ritratto del committente (1599), tela già nella parrocchiale di S. Savino ed ora nel Museo diocesano di Faenza; Natività di Maria Vergine (1603), tela nella chiesa dell'ospedale di Bagnara; Decollazione di s. Giovanni Battista (1605), tela nella raccolta Piancastelli dei Musei civici di Forlì; Beata Vergine col Bambino fra vari santi (1607), tela nella sagrestia di S. Francesco a Castelbolognese; Decollazione del Battista con Erodiade e ritratto del committente (1608), tela nella parrocchiale di Celle presso Faenza; Battesimo di Cristo, con ritratto del committente (1610), già in S. Abramo, poi nella Pinacoteca comunale, ora depositato presso l'oratorio di S. Rocco di Faenza; S. Antonio coi ss. Ilario, Paolo eremita e Francesco (1613), nella chiesa di S. Antonio Abate a Lugo.
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