BONZAGNI (Bonzagna, Bongiovanni), Giovan Giacomo
Figlio di Giovan Francesco e Maria Caterina Marolli, nacque a Parma il 19 febbr. 1507. Il primo documento che lo indica presente a Roma è un pagamento del 1532 a una banca per la patente di orefice; di cinque anni dopo (26 febbr. 1537) è l'acquisto di una casa (Bertolotti, 1882, pp. 69 s.). L'8 genn. 1546 fu nominato incisore della zecca papale, succedendo a Giovanni Bernardi (Ronchini; Martinori, n. 9, pp. 66 s.), ma A. Cesati si oppose a questa nomina e Paolo III il 28 gennaio 1547 rese la carica doppia (Martinori, n. 9, pp. 68 s.). Il 3 agosto il pontefice confermava la nomina, ordinando che per la zecca di Roma si adoperassero solo i tipi fatti dal B. e dal Cesati (Ronchini). I documenti della zecca registrano, oltre agli stipendi di 48 scudi l'anno, altri pagamenti per monete e medaglie nel 1546-48 (Bertolotti, 1882, p. 70, 1885, p. 75; Müntz, Martinori, n. 9, p. 67 s.).
Il 14 genn. 1551 al B. venne pagata la somma di cinquanta scudi d'oro per medaglie commemorative per la cerimonia della Porta santa in S. Pietro nel giubileo dell'anno precedente (Bertolotti, 1882, p. 71). Il suo nome compare nei registri della corporazione degli orefici nel 1536 e 1537: di essa fu console negli anni 1546-48. Pagamenti riportati dal Bertolotti (1878, pp. 199, 203, 212) e da L. Dorez (La cour du pape Paul III, I, Paris 1932, p. 172) si riferiscono al 1546-1547 e documentano che lavorava per il pontefice a opere di varia entità: dalla doratura dei "serragli del libro pontificale" alla montatura di due perle per Vittoria Colonna, alla statua in argento dell'Apostolo Filippo per la cappella papale (ibid., p. 172); e forse è il B. il "Giovanni orefice" cui si riferisce un pagamento dell'11 ag. 1547 riportato dal Bertolotti (1878, p. 203) per una statua in argento dell'Apostolo Tommaso. Pagamenti dal 1548 al 1552 indicano che erano opera sua, in quegli anni, lo stocco e il cappello ducale che il pontefice benediceva nella notte di Natale e donava ai principi benemeriti della Chiesa.
Dopo la morte di Paolo III nel 1549, protettore del B. divenne il cardinale Alessandro Farnese, del quale in quegli anni si stava terminando il palazzo: il nome dell'artista compare in vari pagamenti per lavori di oreficeria nel palazzo stesso (Ronchini, p. 321). In un pagamento del 1550 figurano tra gli oggetti, oltre a medaglie e sigilli, una "coppa di oro ovata, una tazza di argento... una saliera de argento" per il cardinale Del Monte (Bertolotti, 1882, p. 70).
Dopo aver ricevuto il canonicato di S. Celso, nel 1552 il B. entrò nell'Ordine cisterciense ed ottenne il posto di "piombatore", carica che gli portava lauti stipendi e che tenne insieme con Guglielmo Della Porta. Con questo lavorò nel 1553 a villa Giulia (Bertolotti, 1882, p. 71). Pagamenti nel 1556 si riferiscono a figure di angeli e di profeti per la tomba di Paolo III (v. Arch. storico lombardo, 1875); nello stesso anno eseguì la rosa d'oro che il papa donò nel settembre dell'anno seguente alla duchessa d'Alba (E. Cornides, Rose und Schwert im papstlichen Zeremoniell..., Wien 1967).
Dal momento che il B. lavorava insieme con il Cesati, non è possibile attribuirgli con certezza nessuna emissione di monete, se non qualcuna del 1548 (Martinori, n. 9, pp. 24, 30 s.). Egli non firmava né marcava i coni delle sue medaglie, e non è stato possibile identificare nemmeno le riproduzioni di monete imperiali romane che il B. eseguiva con grande abilità, come era ricordato sulla sua pietra tombale (Bertolotti, 1882, p. 72) e come indica espressamente Enea Vico, il quale, menzionandolo tra i migliori medaglisti del tempo, scriveva nel 1555che egli aveva "superati tutti i moderni" nell'arte dell'imitazione e che "chi grandemente non è pratico, resterà facilmente ingannato, e le sue medaglie riceverà per antiche".
Dei trentacinque rovesci di medaglie di Paolo III registrati dal Bonanni (I, p. 199), solo tre sono stati attribuiti al B. (Martinori, n. 9, pp. 40, 43, 44) e del pontificato di Giulio III gli sono state assegnate soltanto cinque medaglie per il giubileo del 1550 (Armand, 1887). Dal 1554 Giovan Federico, suo fratello minore, lavorava alla zecca come aiuto incisore, ed è probabile che sia stata affidata a lui l'incisione dei coni del Bonzagni.
Il B. morì a Roma il 10 genn. 1565 e fu sepolto nella chiesa di S. Rocco; il fratello Giovan Federico fece erigere la lapide commemorativa (Bertolotti, 1882, p. 72).
Documenti nell'Archivio di Stato di Roma indicano che il figlio del B., Giovanni Francesco, erede dello zio Giovan Federico, possedeva a Roma una casa in piazza Montedoro (Not. Cap. off. 19, XVI, c. 550; XVII, c. 500; XVIII, c. 719; XXII, c. 728; CIII, 2 ag. 1617); ebbe un figlio a nome Giovan Giacomo, per il quale sono conservati a Roma documenti di proprietà immobiliari (possedevauna casa in via della Croce), che testimoniano, anche, attraverso le varie procure, della continuità dei legami con il cugino Lorenzo de Fragni e i suoi eredi (ibid., XVII, c. 476; CV, c. 218;CIX, cc. 217, 265; CXXI, cc. 593 s., 597; CXXV, cc. 491 s.).
Fonti e Bibl.: Parma, Museo di Antichità, E. Scarabelli Zunti, Memorie e doc. di Belle Arti parmigiane, mss. 100, 103, ad vocem; E. Vico, Discorsi sopra le medaglie de gli antichi, Venetia 1555, cap. XXIII, p. 67; Ph. Bonanni Numismata Pontif. Romanorum, Romae 1699, I, pp. 199-290 passim; I. Affò, Della zecca e moneta parmigiana illustrata, in Nuova racc. delle monete e zecche d'Italia, a cura di G. A. Zanetti, V, Bologna 1789, p. 168 nota 104; A. Ronchini, I Bonzagni e Lorenzo da Parma coniatori, in Periodico di numism. e sfragistica, VI (1874), pp. 318-322; Guglielmo Della Porta scultore milanese, in Arch. stor. lombardo, II (1875), p. 320; A. Bertolotti, Speserie segrete e pubbliche di papa Paolo III, in Atti e mem. della R. Dep. di st. patria per le prov. dell'Emilia, III (1878), 1, pp. 199, 202, 203, 212; Id., Artisti lombardi a Roma..., Milano 1881, pp. 16 s.; Id., Artisti modenesi,parmensi e della Lunigiana in Roma…, Modena 1882, pp. 69-72; E. Müntz, L'atelier monétaire de Rome…, in Revue numismatique, II (1884), pp. 326 s.; A. Armand, Les médailleurs italiens..., I, Paris 1883, p. 220; III, ibid. 1887, pp. 101 s.; A. Bertolotti, Artisti bolognesi, ferraresi... in Roma..., Bologna 1885, p. 75; E. Martinori, Annali della Zecca di Roma. Serie papale, n. 9, Roma 1917, pp. 24, 28-31, 40 s., 43-45, 66-69; n. 10, ibid. 1918, pp. 4, 9, 17, 23, 25, 32 s.; P. Zani, Encicl. metodica... delle Belle Arti, I, 4, Parma 1820, p. 189 n., 303 nota 209; L. Cicognara, Storia della scultura..., V, Prato 1824, p. 453 (come Borzagna); C. von Fabriczy, Italian Medals, London 1904, pp. 190 s.; G. F. Hill, Medals of the Renaissance, Oxford 1920, p. 95; G. Habich, Die Medaillen der italien. Renaissance, Stuttgart-Berlin 1924, pp. 112, 117; G. C. Bulgari, Argentieri, gemmari e orafi d'Italia, I, Roma, 1, Roma 1958, pp. 190 s.; G. F. Hill-G. Pollard, Renaissance medals from the S. H. Kress collection at the National Gallery of Art, (Washington,D.C.), London 1967, n. 381; L. Forrer, Biographical dict. of medallists, I, London 1904, p. 215; VII, ibid. 1923, pp. 95 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, pp. 329 s.; Encicl. Ital., VII, pp. 439 s.