Vieusseux, Giovan Pietro
Letterato (Oneglia, Imperia, 1779 - Firenze 1863). Proveniente da una famiglia protestate di Ginevra, si dedicò fin da giovane al commercio. Per un ventennio viaggiò incessantemente per l’Europa e nel 1819 si stabilì a Firenze dove aprì, sull’esempio dei paesi nordeuropei, un gabinetto scientifico-letterario per la lettura di giornali, riviste e libri italiani e stranieri, presto divenuto luogo d’incontro di scrittori e intellettuali di orientamento liberale moderato. Lo frequentarono Capponi, Tommaseo, Manzoni, Leopardi, Niccolini e molti altri letterati e politici, accomunati dall’idea di un’Italia unita e chiamati a discutere di riforme legislative ma anche economiche, di problemi pedagogici e letterari, di scoperte scientifiche e innovazioni agrarie. Nel gennaio 1821 Vieusseux fondò l’«Antologia», che rimase in vita fino al 1833, quando venne soppressa per ragioni politiche. La rivista rappresentò per un decennio il punto di riferimento fondamentale della vita culturale della penisola concorrendo a sprovincializzarla. Aperta ai contributi più vari, ospitò gli interventi dei maggiori letterati e intellettuali del periodo e il dibattito che si animò sulle sue pagine contribuì alla formazione di una coscienza nazionale. Negli anni seguenti Vieusseux pubblicò anche altre riviste: nel 1827 uscì il «Giornale agrario toscano», frutto della collaborazione con Lambruschini, al quale affidò nel 1836 anche la direzione della «Guida dell’educatore». Nel 1842, sempre per sua iniziativa, vide la luce l’ «Archivio storico italiano», una rivista di interesse nazionale destinata a diventare nel 1863, alla morte di Vieusseux, organo della Deputazione di storia patria per la Toscana. Come era stato per l’«Antologia», anche l’«Archivio storico italiano» si fece portavoce degli ideali unitari e patriottici di molti intellettuali della penisola e sulle sue pagine si sviluppò un intenso dibattito storiografico. Alla sua morte Vieusseux ha lasciato un carteggio pubblicato postumo.