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Giovanna II

di Frédéric Ieva - Enciclopedia machiavelliana (2014)
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Giovanna II

Frédéric Ieva

Nata in Ungheria nel 1371, la sua infanzia fu funestata dalle guerre che opposero gli Angiò di Provenza a quelli di Durazzo. Nel 1414, alla morte del fratello e re di Napoli Ladislao, divenne regina; l’anno dopo G. (che era vedova dal 1406 del duca Guglielmo d’Austria) sposò Giacomo II di Borbone, conte de la Marche (da cui si separerà nel 1419). Il governo, che fu soprattutto nelle mani dei favoriti della regina (dapprima Pandolfello Piscopo, che nel 1415 fu ucciso da Giacomo II, appena sposato; poi Giovanni Caracciolo, detto Sergianni, a sua volta caduto vittima di una congiura nel 1432), oltre ai difficili rapporti con i baroni del Regno dovette affrontare il problema della successione al trono, non avendo G. avuto figli dai due mariti. Nel 1421 la regina nominò come erede Alfonso d’Aragona, ma successivamente lo ripudiò, nominando al suo posto Luigi d’Angiò e, dopo la morte di lui (1434), il fratello di Luigi, Renato. G. morì nel 1435, lasciando aperta la lotta per la successione che si chiuse nel 1442 con l’ascesa al trono di Alfonso d’Aragona, il futuro Alfonso I.

Nelle Istorie fiorentine M. dedica un discreto spazio alle vicende del Regno di Napoli e di G. (I xxxviii; V v: qui rileva come, alla morte di G., «molti baroni» fossero favorevoli al successore designato, Renato d’Angiò, contro il pretendente Alfonso d’Aragona, contrasto in cui si annidava il germe dei futuri travagli del Regno), mentre sia nel Principe (xii 17) sia nell’Arte della guerra (I 58) si sofferma su come Muzio Attendolo Sforza tradisse nel 1420 la condotta ricevuta da G., che fu perciò costretta a chiedere aiuto ad Alfonso di Aragona.

Bibliografia: A. Ryder, Giovanna II d’Angiò, regina di Sicilia, in Dizionario biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, 55° vol., Roma 2001, ad vocem.

Vedi anche
Muzio Attendolo detto lo Sfòrza Capitano di ventura (n. Cotignola, Ravenna, 1369 - m. presso Pescara 1424). Dopo essere stato al seguito di Boldrino da Panicale, capitano delle genti del papa, passò ad Alberico da Barbiano, poi a Francesco Broglia, quindi (1398) fu al servizio di Perugia, poi dei Visconti e infine dei Fiorentini. Battuto ... Durazzo (albanese Durrës) Città dell’Albania centrale (99.546 ab. nel 2001), situata all’estremità meridionale della dorsale dei Monti di Durazzo, su un’isola unita alla terraferma da due cordoni litoranei che racchiudono uno stagno. Il porto, il principale del paese, è ben riparato dai venti boreali, e affaccia ... Giovanna I d'Angiò regina di Napoli Figlia (Napoli 1326 - Muro Lucano 1382) di Carlo duca di Calabria e di Margherita di Valois; alla morte del padre (1328) divenuta erede della Corona angioina, sposò nel 1343, Andrea, secondogenito di Caroberto d'Ungheria. Incoronata nel 1343, volle regnare da sola, rifiutando di far partecipe del regno ... Orsini del Balzo, Giovanni Antonio, principe di Taranto Figlio (m. Altamura 1463) di Raimondo Orsini del Balzo e di Maria di Enghien, contessa di Lecce, ebbe i beni paterni solo dopo la morte di Ladislao, re di Napoli, che aveva sposato Maria occupandone i beni. Dopo il matrimonio (1417) con Anna Colonna, nipote di Martino V, riebbe il principato di Taranto ...
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  • ALFONSO DI ARAGONA
  • ALFONSO D’ARAGONA
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Altri risultati per Giovanna II
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    Figlia (n. in Ungheria 1371 - m. Napoli 1435) di Carlo III e di Margherita di Durazzo, successe al fratello Ladislao nel 1414. Sposata nel 1415 a Giacomo di Borbone, questi l'anno successivo finì imprigionato, dopo una ribellione di baroni napoletani, indignati per la sua crudeltà: nel 1419 il Borbone ...
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Vocabolario
cèlla²
cella2 cèlla2 s. f. [aferesi del lat. aucella, dim. di avis «uccello», per l’aquila raffigurata su uno dei lati]. – Moneta d’argento del valore di un quarto di carlino e perciò detta anche quartarolo, o di 30 denari e quindi chiamata anche...
quartaròlo
quartarolo quartaròlo (letter. quartaruòlo) s. m. [der. di quarto]. – 1. Antica unità di misura di capacità per il vino usata a Roma, equivalente a 14,585 litri; era la quarta parte del barile. Per metonimia, recipiente di tale capacità....
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