Giovanna II
Nata in Ungheria nel 1371, la sua infanzia fu funestata dalle guerre che opposero gli Angiò di Provenza a quelli di Durazzo. Nel 1414, alla morte del fratello e re di Napoli Ladislao, divenne regina; l’anno dopo G. (che era vedova dal 1406 del duca Guglielmo d’Austria) sposò Giacomo II di Borbone, conte de la Marche (da cui si separerà nel 1419). Il governo, che fu soprattutto nelle mani dei favoriti della regina (dapprima Pandolfello Piscopo, che nel 1415 fu ucciso da Giacomo II, appena sposato; poi Giovanni Caracciolo, detto Sergianni, a sua volta caduto vittima di una congiura nel 1432), oltre ai difficili rapporti con i baroni del Regno dovette affrontare il problema della successione al trono, non avendo G. avuto figli dai due mariti. Nel 1421 la regina nominò come erede Alfonso d’Aragona, ma successivamente lo ripudiò, nominando al suo posto Luigi d’Angiò e, dopo la morte di lui (1434), il fratello di Luigi, Renato. G. morì nel 1435, lasciando aperta la lotta per la successione che si chiuse nel 1442 con l’ascesa al trono di Alfonso d’Aragona, il futuro Alfonso I.
Nelle Istorie fiorentine M. dedica un discreto spazio alle vicende del Regno di Napoli e di G. (I xxxviii; V v: qui rileva come, alla morte di G., «molti baroni» fossero favorevoli al successore designato, Renato d’Angiò, contro il pretendente Alfonso d’Aragona, contrasto in cui si annidava il germe dei futuri travagli del Regno), mentre sia nel Principe (xii 17) sia nell’Arte della guerra (I 58) si sofferma su come Muzio Attendolo Sforza tradisse nel 1420 la condotta ricevuta da G., che fu perciò costretta a chiedere aiuto ad Alfonso di Aragona.
Bibliografia: A. Ryder, Giovanna II d’Angiò, regina di Sicilia, in Dizionario biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, 55° vol., Roma 2001, ad vocem.