ACQUADERNI, Giovanni
Nato a Castel S. Pietro dell'Emilia il 16 marzo 1839, fu uno dei maggiori esponenti del movimento cattolico intransigente italiano. Entrato a dodici anni, nel 1851, nel convitto dei gesuiti in Fano, dove rimase fino al 1858, ne ricevette una impronta decisiva, accentuata dalla contemporanea (dal 1853) iscrizione alla congregazione mariana del collegio. Dal 1859al 1862 l'A. seguì i corsi di giurisprudenza presso l'università di Bologna; e pure dal 1859 partecipò alle conferenze di San Vincenzo de' Paoli.
A Bologna, l'A. prese a frequentare casa Rusconi e casa Malvezzi Campeggi, dove si radunavano rappresentanti del cattolicesimo intransigente (istitutori presso le due famiglie erano i gesuiti F. Tirelli e L. Pincelli); e iniziò anche la sua intensa attività di pubblicista, mettendo in evidenza la sua profonda devozione alla S. Sede e alla persona di Pio IX e dando il suo contributo a quella esaltazione del papato, che caratterizzò la storia della Chiesa nel secondo Ottocento.
L'A. fu promotore della pubblicazione delle Piccole letture cattoliche che apparvero a Bologna dal 1861 al 1866 ed ebbero larga diffusione (vi collaborarono, fra gli altri, G. B. Casoni e alcuni scrittori della Civiltà Cattolica).Curò anche una rivista femminile, La Madre di famiglia,uscita dal 1865.
All'inizio del 1867 il conte Mario Pani di Viterbo, che già aveva fondato nella sua città un circolo di Gioventù cattolica, propose l'istituzione di una Società della Gioventù cattolica italiana: raccolsero l'invito A. e F. Malvezzi Campeggi e pochi altri bolognesi frequentatori delle case Rusconi e Malvezzi Campeggi. Il 29 giugno successivo, i promotori rivolsero ai giovani cattolici italiani un appello, redatto dal padre Pincelli, che proponeva per la società il motto "Preghiera, azione, sacrificio".
La Società cominciò a vivere ufficialmente il 18 sett. 1867, anniversario della battaglia di Castelfidardo; e il 17 genn. 1868 fu costituito il Consiglio superiore che, avendo il conte Claudio Boschetti rifiutato la carica offertagli, ebbe l'A. come presidente. Il 2 maggio la nuova associazione fu approvata e benedetta da Pio IX col breve Dum filii Belial.
I promotori della Società, e l'A. con essi, intendevano formare una "Giovane Italia Cattolica",non tanto con finalità polemiche e aggressive nei confronti dello stato italiano, quanto come testimonianza cattolica, accentuando, rispetto all'associazione fondata anni prima da G. C. Fangarezzi e G. B. Casoni, il tono religioso e formativo delle coscienze, con l'esclusione di finalità politiche e sociali immediate.
Alla Gioventù cattolica è particolarmente legato il nome dell'A., che ad essa dedicò i Ricordi ai suoi amici (scritti nel 1879, e ripubblicati a Bologna nel 1888), dove espose le sue convinzioni intorno alle finalità e ai doveri dei "membri di una società cattolica" particolarmente tenuti ad una totale "devozione alla S. Sede" e ad una obbedienza assoluta anche nel campo delle attività civili. L'A. concepì inoltre l'associazione come strettamente collegata ai gesuiti, cui riconosceva molti ed essenziali meriti nella sua fondazione e nella sua diffusione.
L'A. manifestò il suo attaccamento alla S. Sede anche con la sua opera a favore dell'Obolo di San Pietro: il 24 nov. 1868 egli si rivolgeva, per es., ai giovani dalle colonne della Unità Cattolica,chiedendo la loro offerta. E già nel 1862 aveva composto un opuscolo popolare, dal titolo appunto di Danaro di San Pietro.L'anno precedente aveva pubblicato a Bologna una monografia su Pio IX, intitolata Pio IX, sua vita giornaliera e carità;e ancora a Pio IX dedicherà l'opera La prigionia del Sommo pontefice -Reminiscenze del XX Settembre 1850 (Bologna 1895).
Nel 1871 l'A. accolse la proposta di G. B. Paganuzzi di presiedere il comitato promotore del primo congresso dei cattolici italiani, che si svolse poi a Venezia nel 1874. Fu quindi eletto presidente del comitato permanente dell'Opera dei Congressi e dei comitati cattolici. Partecipò attivamente ai primi congressi (1874-1879) finché, manifestatosi il grave contrasto fra veneti e bolognesi, tra l'Opera e la Società della Gioventù cattolica, gelosa della propria autonomia, l'A. sostenne il punto di vista della Gioventù, affermando che occorreva "collaborazione sì, subordinazione no". Presentò di conseguenza, nel 1879, le sue dimissioni dall'Opera, per dedicarsi esclusivamente alla Società della Gioventù. Ma avendogli Leone XIII chiesto di abbandonare la Società per assumere la carica di vicepresidente dell'Opera, l'A. cedette la direzione della Gioventù al gruppo romano, nella persona di Filippo Tolli (1880), pur senza rinunciare, negli anni successivi, a sostenere ancora la causa dell'autonomia e ad incoraggiare la resistenza di A. Persichetti e di G. Sacchetti alla pressione accentratrice del Paganuzzi. Continuò inoltre ad occuparsi di varie iniziative cattoliche, come i pellegrinaggi e l'esposizione vaticana per il giubileo di Leone XIII (fu presidente generale della commissione promotrice del giubileo) e il centenario di S. Luigi Gonzaga (1889-91). Pur rimanendo sempre estraneo alla vera e propria attività politica, l'A. si fece nel 1896 promotore della fondazione del giornale cattolico bolognese L'Avvenire.Per sua iniziativa sorse, pure a Bologna, nel 1896, la banca del Piccolo Credito Romagnolo, poi Credito Romagnolo, per sostenere finanziariamente le opere cattoliche. La banca, molto prospera, ebbe l'A. come presidente del suo consiglio di amministrazione dal 1896 al 1898. L'A. morì a Bologna il 16 febbr. 1922.
Il suo archivio (234 cartelle e 44 volumi) fu depositato presso l'Archivio generale arcivescovile di Bologna, con una clausola che ne consentiva la consultazione solo dopo il 1933. Esso fu per la prima volta utilizzato da N. Fabrini, per la redazione dello studio sull'A. stesso.
Bibl.: R. Della Casa, I nostri, quelli d'ieri e quelli d'oggi, Treviso 1903, pp.173-177; Il conte Acquaderni e la "Gioventù Cattolica Italiana", in La Civiltà Cattolica, LXXIII, vol. I, quad. 1722 (18 marzo 1922), pp.481-491; G. Garollo, Storia della Gioventù Cattolica Italiana: I, 1867-1878, Roma 1929, passim; G.R. Claretta, Celebrazioni per il 75º della Società della G.C.I., I, Appunti intorno ai primi due anni della S.d.G.C.I.; II, La presidenza G.A., Roma 1943, passim; N. Fabrini, Il conte G. A., Roma 1945, passim; L. Bergonzoni, G. A., in L'Osservatore Romano, 23 sett. 1947; A. Gambasin, L'origine dell'Opera dei Congressi Cattolici in Italia, in Quaderni di cultura e storia sociale, II (1953), pp. 419-426; A. Berselli, La rivoluzione nazionale e la resistenza dei cattolici conservatori bolognesi dal 1858 al 1863, ibid., III (1954), pp. 3-21; Id., Alfonso Rubbiani e l'Opera dei Congressi, ibid., pp. 55-60; Id., Primi passi verso una azione cattolica italiana (1863-1865), ibid., pp. 77-93 L'Avvenire d'Italia, 8 dic. 1956 (numero speciale per il cinquantenario); A. Gambasin, Il movimento sociale nell'Opera dei Congressi (1874-1904), Roma 1958, passim; L. Bedeschi, Le origini della Gioventù Cattolica, Bologna 1959, passim; Encicl. Cattolica, I, col. 236.