BRAGADIN, Giovanni
Nato a Venezia il 21 ag. 1699 da Giovanni e da Caterina Rubini, compì privatamente i primi studi nella città natale nella parrocchia di S. Cassiano, avviandosi poi al sacerdozio: fu ordinato prete il 2 giugno 1726 e si laureò in utroque iure all'università di Padova il 14 marzo 1729. Alcuni anni dopo, il 2 marzo 1733, fu nominato vescovo di Verona e consacrato il 15 marzo 1733 a Roma dal card. Ottoboni; il 5 aprile veniva anche onorato del titolo di assistente al soglio pontificio. Durante i venticinque anni del suo episcopato veronese, il B. si dimostrò zelante riformatore della disciplina del clero: fece accurate visite annuali nelle parrocchie della diocesi; rese più seri gli studi del seminario (il B. stesso, fornito di grande dottrina, sceglieva gli insegnanti, favorendo dotti cittadini come S. Maffei e i fratelli Ballerini), che ingrandì e dotò di una biblioteca, obbligando i chierici all'internato; usò maggior rigore negli esami per la promozione agli ordini sacri e per l'esercizio della penitenza; promosse un'Accademia ecclesiastica in cui si tennero orazioni sacre, istruzioni morali, dibattiti, dissertazioni dogmatiche; riformò anche il Piccolo catechismo con aggiunte che, se furono criticate da alcuni conservatori, ricevettero lodi dai cardinali Cavalchini e Passionei e furono approvate da Benedetto XIV. Tra i provvedimenti volti a fare del seminario un rigoglioso centro di studi, è notevole la creazione della tipografia del seminario. che il B. realizzò nel 1738 con l'aiuto finanziario dell'erudito canonico G. F. Muselli.
La direzione di tale tipografia, che era collocata all'interno stesso del seminario, fu affidata dal B. prima a Iacopo Vallarsi, poi ad Agostino Carattoni. La tipografia, che possedeva tre torchi (due per imprimere i caratteri e uno i rami), svolse in pochi anni una notevole attività e produsse numerose edizioni contraddistinte nel frontespizio da un'elegante vignetta rappresentante un seminatore; per lo spaccio dei libri vi aggiunse anche un negozio. Dei volumi editi si possono ricordare: le Osservazioni letterarie di S. Maffei (voll. II-VI, 1738-40); Sancti Zenonis episcopi veronensis sermones dei Ballerini (1739);le Comoediae selectae di Plauto (1739);la Summa theologica... di s. Antonino curata dai Ballerini (1740); il primo volume degli Opera di Sulpicio Severo curati da Girolamo da Prato (1741); la Summa di Raimondo di Peñafort curata dai Ballerini (1744);le Memorie istoriche de' ss. Sisinnio, Martirio e Alessandro di G. Tartarotti (1745); il De authenticis scripturarum sacrarum apud SS. Patres lectionibus del padre C. Innocenzo Ansaldi (1747); il Museum veronense (1749), l'Arte magica dileguata (1749), l'Iscrizione greca esaminata (1750) di S. Maffei; le Meditazioni per l'acquisto del giubileo di Bossuet (1750); i primi due volumi in folio dell'opera di Giacomo Muselli Numismata antiqua (1750-1751); le Vindiciae Romani martyrologii di B. Bonelli (1751); l'Anti-Lucrezio del card. M. di Polignac tradotta da F. M. Ricci (1751); la Lettera a' penitenzieri minori di Benedetto XIV (1751). Senonché, per difficoltà economiche, il 26 genn. 1752 il B. fu costretto a cedere la tipografia - completa di torchi, caratteri, rami, libri esistenti nella bottega di S. Anastasia e nei magazzini del seminario - per il prezzo di 4.000 ducati al Carattoni. Questi, nel contratto di vendita, s'impegnava a versare al seminario 2.500 ducati entro l'anno; mentre gli altri 1.500 dovevano essere corrisposti in libri entro dieci anni "sendo intenzione di mons. vescovo, che con questo capitale si fondi un principio di libraria nel suo Seminario": inoltre il B. permetteva al Carattoni di conservare l'indicazione "Tipografia del ven. seminario" in cambio di una copia gratuita di ogni libro stampato; infine trascorsi i dieci anni previsti per il saldo del debito, lo stampatore avrebbe donato libri per 25 ducati all'anno.
Frattanto, soppresso il patriarcato di Aquileia per le pressioni austriache (costituzione di Benedetto XIV del 6 luglio 1751) e istituiti gli arcivescovadi di Gorizia e di Udine, di cui Verona diveniva suffraganea, il B. si adoperò per assoggettare alla sua giurisdizione il capitolo della cattedrale veronese e le altre istituzioni ecclesiastiche già dipendenti dal patriarca aquileiese: a tale soluzione si opponeva però l'arcivescovo di Udine che si arrogava le antiche prerogative del patriarcato.
Intorno a queste due tesi opposte si scatenò una accesa polemica: in favore dell'immunità del Capitolo e delle pretese dell'arcivescovo di Udine scrissero il gesuita G. Lombardi (Notizie spettanti al capitolo di Verona..., Roma 1752) e il dotto primicerio, della cattedrale di Udine, F. Florio (De' privilegi ed essenzione del Capitolo di Verona. Dissertazioni due, Roma 1754; e Nuova difesa di tre documenti veronesi, Roma 1755); mentre appoggiò validamente il B. Pietro Ballerini con la Conferma della falsità di tre documenti pubblicati nell'Ughelli a favore del capitolo di Verona, Verona 1754 (i tre documenti inseriti nell'Italia sacra dell'Ughelli riguardavano: la assegnazione da parte del vescovo Ratoldo nell'813 di beni e rendite ai canonici; la concessione ai canonici di una piena esenzione dell'autorità vescovile; una sentenza del patriarca Rodoaldo nel 968 a favore del Capitolo veronese). Il B. in particolare chiese al papa in un Memoriale (cfr. Bibl. Apost. Vat., Vat. lat. 8373, ff. 604-641) che i canonici promettessero obbedienza al vescovo e non all'arcivescovo di Udine; il diritto di visita sulle chiese e persone capitolari e il ristabilimento della piena giurisdizione vescovile su tutte le istituzioni già dipendenti dal capitolo. Benedetto XIV accolse le richieste del B. con la bolla del 17 marzo 1756.
Alla morte del patriarca di Venezia Lodovico Foscari, il Senato veneto il 13 nov. 1758 sceglieva tra otto candidati il B. come suo successore. Confermato dal papa il 27 novembre, fece il solenne ingresso il 12 febbr. 1759. La sua prima preoccupazione fu quella di restaurare la disciplina del clero che invitò a rispettare rigorosamente le precedenti disposizioni sinodali (Editto... concernente la disciplina del suo clero giusta le costituzioni de' suoi predecessori, Venezia 1759, datato 25 maggio); il 24 dicembre 1759 giudicò opportuno un richiamo disciplinare alle monache (Lettera pastorale... alle monache, Venezia 1759) confermando le sue propensioni rigoristiche. Diede nuovo impulso alla Compagnia della Dottrina cristiana riformando le regole dettate da mons. Priuli (Regole della Compagnia della Dottrina Christiana per le scuole delle donne... colle giunte di mons. G. B., Venezia 1761). Spinto dalla speranza di un rinnovamento spirituale si circondò di dotti, fra cui spiccavano il cancelliere Talù e lo Zen: per queste sue propensioni riformistiche che nell'azione pastorale si concretavano nella riduzione del clero mediante una rigida opera di selezione, il B. non fu del tutto contrario ai provvedimenti del Senato concernenti le manimorte del 1767 e 1768. Nonostante il breve che Clemente XIII indirizzò al B. e ai vescovi dello Stato veneziano il 1º ott. 1768 (Ad plurimas acerbitates)perché non osservassero la legge del 7 sett. 1768 che sottoponeva alla giurisdizione ordinaria vescovile tutti gli Ordini regolari, il B. infatti si uniformò agli inviti del Senato iniziando l'11 dic. 1768 con la Chiesa di S. Stefano degli eremitani di S. Agostino quelle visite pastorali che avevano come fine ultimo la soppressione di molti conventi. Negli anni in cui governò la diocesi veneziana il B. consacrò le chiese di S. Nicolò dei Tolentini (1º maggio 1761), di S. Luca (24 maggio 1767) e di S. Bartolomeo (1º maggio 1771). Morì il 23 dic. 1775 e fu sepolto nella tomba di famiglia nella chiesa francescana del Santo Sepolcro.
Fonti eBibl.: Bibl. Apostolica Vaticana, Vat. lat. 9468, ff. 472, 549, 551 s., 566-569, 593, 613 s.; A. M. Zannini, Oratio ad ill.mum ac rev.mum D. J. B. episcopum Veronensem, Verona 1734; Novelle letterarie, XII (1751), coll. 361 s.; P. Lombardo, Oratio in translatione J. B. ad patriarchatum venetum, Venetiis 1758; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 4, Brescia 1763, p. 1969; Orazione in lode di mons. patriarca di Venezia,e già vescovo di Verona G. B. recitata ne' solenni funerali celebrati dalla Santa Congregaz. del clero intrinseco di Verona, Verona 1776; U. Bregolini, Oratio in funere... J. B. Venetiarum patriarchae, Venetiis 1776; E. A. Cicogna, Delle Inscrizioni Veneziane, V, Venezia 1842, pp. 108, 289; Id., Saggio di bibliografia veneziana, Venezia 1847, pp. 18-20, 42, 45, 70, 241, 389; G. C. Giuliari, Della tipografia veronese. Saggio storico letterario, Verona 1871, pp. 116-120; G. Soranzo, Bibliografia veneziana, Venezia 1885, p. 334; L. von Pastor, Storia dei papi..., XVI, 2, Roma 1933, p. 357; A. Momigliano, Gli studi classici di Scipione Maffei, in Giorn. stor. d. lett. ital., CXXXIII(1956), p. 367; A. Niero, I patriarchi di Venezia da Lorenzo Giustiniani ai nostri giorni, Venezia 1961, pp. 146-149; G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica,ad Indicem; Dict. d'Hist. et de Géogr. Eccl., X, col. 362; R. Ritzler-P. Sefrin, Hierarchia catholica medii et recentioris aevi, VI, Patavii 1958, pp. 436, 438.