CIAMPOLINI, Giovanni
Estremamente scarse sono le notizie sulla vita di questo collezionista romano di antichità. Molto probabilmente era figlio di un Michele, pisano di origine, che esercitò la mercatura a Roma e vi morì nel 1459 o 1460. A favore di questa identificazione parla anche l'esistenza di un altro Michele, crede e verosimilmente figlio del Ciampolini.
Nulla si sa di studi, professione e vita privata del C., il cui nome è giunto fino a noi soltanto grazie alla sua passione antiquaria. La sua casa di via dei Balestrari, presso Campo de' Fiori (il Lanciani ne ha anche indicato il numero civico., 37), costituì infatti una tappa fissa degli itinerari romani dei cultori di antichità. Tra questi spiccano i nonú di fra' Giocondo da Verona e Iacopo Mazzocchi, ai quali soprattutto si deve il ricordo della presenza in casa del C. di quasi cinquanta epigrafi. di età romana. Una memoria ancor più illustre della raccolta del C. si trova in un epigramma greco del Poliziano (il XXVII dell'edizione Ardizzoni), composto nel 1490 come traduzione, su richiesta del C., di un'epigrafe latina di casa Ciampolinì.
Le iscrizioni, tra le quali anche una greca, non rivestono una eccezionale importanza storica o artistica. La minoranza di esse giunta fino a noi e le trascrizioni delle sillogi coeve al. C.. dimostrano comunque l'imponenza di una raccolta che annoverava are marmoree (per es., Corpus Inscriptionum Latinarum, VI, 1, n., 468; VI,3 n. 20139). un gran numero di iscrizioni funerarie, una fistula aquaria (C.I.L., XV, 2, 1, n. 7311). un cammeo (C.I.L., V, n. 223*). Quest'ultimo poi era solo uno dei "lapilli pretiosi" visti da fra' Giocondo. Gli oggetti d'arte antichi di casa Ciampolini dovevano infatti rappresentare una parte notevole, se non la principale, dell'intera raccolta. Vi figuravano sarcofaghi, statue, vasi e altri reperti archeologici la cui identificazione è oggi, a differenza delle iscriziom, praticamente impossibile. Anche la proposta del Lancianì, che ha attribuito al museo Ciampolini addirittura il Torso del Belvedere, non sembra fondata su basi sicure.
Certo è che la casa di via dei Balestrari, che già il 21 maggio 1518, in un rogito notarile, risultava appartenere non più al C., evidentemente defunto, ma a Michele Ciampolini, conteneva una serie di "figuras seu statuas, cornicia et vagia" che due anni dopo, morto anche Michele, furono venduti dagli eredi di questo per ben 180 ducati d'oro. L'importanza degli oggetti è sottolineata dai nomi dei compratori, ricordati nell'atto di vendita del notaio Savo Perelli del 5 sett. 1520: si tratta di Giulio Romano, rappresentato dal padre Pietro Pippi, e Giovan Francesco Penni, detto il Fattore. Le epigrafi, rimaste nella casa poi acquistata da Andrea Cavalieri, andarono presto in gran parte disperse.
Nelle antiche sillogi la casa del C., che è quasi sempre indicato anche col nome di battesimo, è citata come sede delle seguenti iscrizioni: Inscriptiones Graecae, XIV, n. 1859; C.I.L., V, 1, n. 223*; VI, 1, nn. 468, 671, 684, 932, 950, 1009, 1259 1683, 1884, 1887, 1939, 2421, 2527, 2596, 2613; VI, 2, nn. 8210, 8550, 8601 s., 9625, 9632, 9677, 10267, 10379, 11601, 12307, 14839, 15077; VI, 3, nn. 15864, 15923, 17081, 17217, 18006, 18378, 184143 20139, 20838; VI, 4, 1, nn. 24745, 26442, 27908, 28229, 29113, 29311 s., 29422; VI, 5, n. 19*; XV, 2, 1, n. 7311; Inscr. chr. urb. Romae, n. s., I, n. 3683.
Fonti e Bibl.: I. Mazzocchi, Epigrammata antiquae Urbis, Romae 1521, pp. 106v-112r; A. Poliziano, Epigrammi greci, a cura di A. Ardizzoni, Firenze 1951, pp. 19 s., 39, 56; G. B. De Rossi, Le prime raccolte d'antiche iscriz. compilate in Roma..., I, in Giorn. arcadico di scienze, lettere ed arti, CXXVII(1852), pp. 279 s.; R. Lanciani, La raccolta antiquaria di G. C., in Bull. della Commiss. archeol. com. di Roma, XXVII(1899), pp. 101-115; Id., Storia degli scavi di Roma e notizie intorno le collez. romane di antichità, I, Roma 1902, p. 106; E. Ziebarth, De antiquissimis inscriptionum syllogis, in Ephemeris epigraphica, IX, 2, Berolini 1905, p. 228; Ch. Huelsen, EineSammlung römischer Renaissance-Inschriften aus den Augsburger Kollektaneen Konrad Peutingers, in Sitzungsberichte der Bayerischen Akademie der Wissenschaften, Philosophisch-philolog. und historische Klasse, 1920, 15. Abhandlung, p. 17 n. 21; Id., Di due sillogi epigrafiche urbane del sec. XV, in Atti della Pontif. Acc. romana di archeol., s. 3, Memorie, I, 1 (1923) (Miscell. Giovanni Battista De Rossi, I), pp. 127, 143; I. Maïer, Ange Politien. La formation d'un poète humaniste (1469-1480), Genève 1966, p. 432; M. P. Billanovich, Una miniera di epigrafi e di antichità. Il chiostro maggiore di S. Giustina a Padova, in Italia medioevale e umanistica, XII(1969), pp. 247 s.