COLTELLINI (de Cultellinis, de Bononia), Giovanni
Appartenente a una famiglia di mercanti bolognesi, nacque, probabilmente a Bologna, tra il 1355 e il 1360, come inducono a supporre le successive vicende della sua vita e soprattutto la sua carriera ecclesiastica. Era figlio di Giorgio "q. ser Laurentii de Cultelinis", e di Bilda, figlia "q. Chilini de Gorzanis".
Dal loro matrimonio nacquero almeno sette figli, cinque maschi e due femmine, menzionati nel testamento del padre del 5 sett. 1396: oltre al C., Bartolomeo - sposato con Caterina, figlia di Giovanni Dini de Seta -, Petronio - sposato con Mea, figlia di ser Marcello "de Pizanis" -, Biagio e Francesco dei quali non si hanno ulteriori notizie; delle figlie, Caterina sposò Matteo de Vezola e Iacoba andò in moglie a Gregorio "de Vulteris". Bilda morì il 19 sett. 1389 e fu sepolta, come più tardi anche suo marito, nella chiesa di S. Francesco a Bologna.
In giovane età il C. entrò nell'Ordine francescano e studiò nel convento bolognese di S. Francesco. È ricordato per la prima volta il 24 apr. 1382 come copista del commento alle sentenze di Pietro di Candia (il futuro antipapa Alessandro V) (Venezia, Bibl. naz. Marciana, cod. Zanetti lat. 106 [= 1668]). Ma già il 4 febbr. 1387 lo troviamo baccelliere di teologia e lettore nel convento di S. Francesco. Questa carica gli fu riconfermata dal capitolo generale di Mantova (1390) e da quello di Rimini (1396), dove compare già come "magister sacre theologiae". Non è noto quando abbia conseguito questo titolo. Nel 1392 il vescovo di Bologna l'aveva incaricato dell'ufficio di "poenitentiarius in iubilaeo". Il 30 genn. 1394 è ricordato come "baccalaurcus biblicus": il C. doveva perciò essere prossimo al dottorato che deve aver conseguito tra il 28 febbr. 1394 e il 20 maggio 1396.
Alcuni documenti dimostrano che nel frattempo si era conquistato grande stima sia all'interno dell'Ordine sia nella facoltà teologica di Bologna, dominata quasi esclusivamente dai mendicanti. Dal 1400 circa figura come "professor sacre pagine" nella università di Bologna ma solo dal 1415 appare come membro del Collegio dei teologi.
In più occasioni tenne l'orazione funebre, come per esempio per i funerali del giurista bolognese Francesco Ramponi (15 sett. 1401) e del "iuris doctor" Bente Bentivoglio (31 luglio 1407). Lo troviamo varie volte anche come "examinator theologie", come in occasione dell'esame dell'eremita di S. Agostino Gabriele Garofali da Spoleto, che sarebbe diventato un teologo importante e rinomato riformatore del suo Ordine.
Intorno al 1401, basandosi su una bolla di Bonifacio IX, il C. tentò di diventare provinciale, ma fino al 1405 Bernardo da Capri, che era stato insediato nel 1395 dal ministero generale dell'Ordine, riuscì a restare provinciale con l'appoggio di Francesco Gonzaga, signore di Mantova. Il C. poté ottenere questa carica tanto ambita solo dopo il 12 apr. 1405 e la ricoprì per sei anni.
In veste di provinciale partecipò al concilio di Pisa, dove si trattenne per tre mesi. Il 28 maggio 1409 fece parte della "consultatio theologorum de abrogatione duorum pontificum per concilium, et tercii electione", il cui risultato fu la decisione di deporre Gregorio XII e Benedetto XIII e di eleggere un nuovo papa. Quest'ultimo - Alessandro V -, in considerazione dei suoi meriti per l'unità della Chiesa, reintrodusse il C., suo confratello, nella carica di provinciale toltagli in precedenza da Gregorio XII. I contemporanei elogiarono il C. per l'oratoria e lo giudicarono tra i più dotti partecipanti al concilio. Non restano tuttavia testimonianze dirette del suo lavoro svolto a Pisa, ma i tre mesi lì trascorsi costituirono uno dei momenti più importanti della sua vita.
Quando nel 1411 gli successe nella carica di provinciale Filippo d'Assisi, il C. continuò la sua attività di docente universitario e di predicatore. Il 19 sett. 1414 papa Giovanni XXIII gli conferì il vescovato di Civita Castellana (Arch. Segr. Vaticano, Reg. Lat. 161, f. 204r; nel documento il C. è qualificato come "ordinis Minorum professor, in sacerdotio constitutus"), ma non sembra che sia mai stato consacrato o abbia svolto funzioni pastorali. Sin dal 1410 Battista Savelli esercitò la funzione di vicario generale e fu riconfermato in questa carica da Martino V. Una sola volta viene fatta menzione di una disposizione del vescovo "Johannes Georgii" a favore del capitolo locale in un atto notarile di Antonio Pauli presbiter del 25 apr. 1423 (Ibid., Arm. XXXIV, 5, f. 187r).
Se si supponesse che il C. abbia invece svolto effettive funzioni vescovili al tempo di Martino V, si potrebbe identificare con il C. quel collettore pontificio al quale un breve di quel papa, tramandato senza data, concesse il risarcimento dei danni subiti nel corso di una rapina da parte dei banditi, (Ibid., Arm. XXXIX, 6, L 123rv). Ma tale ipotesi non appare probabile: sappiamo, infatti, di certo che nel 1416 il C. tenne a Bologna nella chiesa di S. Petronio le prediche quaresimali e pasquali, nelle quali invitò il reggimento del Comune ad adoperarsi per la pace (di queste prediche si sono conservate le due relative alla Pasqua del 1416 e del 1417: Firenze, Bibl. Riccardiana, cod. 784, ff. 157r-160r). Inoltre una bolla di Martino V del 1° sett. 1419, che invita gli eredi sopravvissuti del padre del C. a pagare la somma annua di dodici ducati al convento francescano di Bologna, qualifica il C. semplicemente come "fr. Ioannis q. Georgii de Cultellinis ... per plures annos theologiae ... professor" (Piana, Chartularium, p. 55): è interessante notare che nella bolla si accenna alle cattive condizioni di salute del Coltellini. Infine anche altri documenti, che parlano della sua presenza a Bologna nel 1421 non fanno nessun riferimento alla sua dignità vescovile. Pertanto l'indicazione del Wadding (IX, p. 454) il, quale lo ha inserito tra i vescovi francescani, deve essere accolta con le predette precisazioni. Il C., invece, il 9 ag. 1425 compare nella città di Bologna come vicario del ministro generale dell'Ordine e il 4 ott. 1427 come guardiano del locale convento francescano, carica nella quale era stato insediato dal capitolo provinciale di Ferrara. Per gli anni 1429-30 abbiamo varie notizie della sua attività di predicatore a Bologna. Non sorprende quindi che fosse lui come "orator civitatis" a porgere i saluti della città di Bologna all'imperatore Sigismondo di Lussemburgo, quando questi fece il suo ingresso in città dopo l'incoronazione (l'orazione si conserva anch'essa a Firenze, Bibl. Riccardiana, cod. 784, ff. 236r-237v).
Contrariamente a quanto affermato dalla storiografia più antica (p. es. Eubel, I, p. 190) - che cioè il C. morì come vescovo di Civita Castellana nel 1432 -, sappiamo con certezza che egli morì all'inizio di ottobre 1437 a Bologna nel convento di S. Francesco. L'8 di quel mese è già ricordato come defunto e il giorno 12 vennero pagati "6 soldi... pro sepultura mag. Ioannis, quando sepultus fuit" (Piana, Chartularium, p. 56).
Dell'attività letteraria del C. si sono conservati soli pochi testi sparsi di orazioni e di prediche. Il commento alle sentenze e quello ad Aristotele, della cui esistenza abbiamo testimonianze contemporanee, non ci sono invece stati tramandati. Oltre alla copia da lui eseguita del commento alle sentenze di Pietro di Candia, conosciamo un manoscritto con testi di Giovanni Duns Scoto, acquistato da Tommaso Parentucelli, il futuro papa Niccolò V, secondo la sua annotazione autografa "a venerabili viro mag. Iohanne Georgii de Cultelinis ord. Min., magistro sacrarum Scripturarum" (cod. Vat. lat. 876). Della biblioteca del C. facevano parte, pare, anche testi classici, tra cui Seneca.
Fonti e Bibl.: Corpus chronicorum Bononiensium, in Rer. Ital. Script., 2 ed., XVIII, 1, 3, a cura di A. Sorbelli, ad Indicem; I. D. Mansi, Sacrorum Conciliorum nova et amplissima collectio, XXVII, Venetiis 1784, coll. 219-223, 335 s., 399-412; Cronaca bolognese di Pietro di Mattiolo, a cura di C. Ricci, in Scelta di curiosità letter. inedite o rare, Bologna 1885, pp. 88 s., 197; Bullarium franciscanum, VII, Romae 1904, ad Indicem; A. Lopez, Descriptio codicum franciscanorum Bibliothecae Riccardianae Florentinae, in Arch. franc. histor., III (1910), pp. 339 s.; Codices Vaticani latini, II, 1, a cura di A. Pelzer, Città dei Vaticano 1931, pp. 258-262; C. Piana, Supplementum ad "Bullarium franciscanum"..., in Franciscan Studies, XV (1955), pp. 123-145; Id., Chartularium Studii Bononiensis S. Francisci (saec. XIII - XVI), Ad Claras Aquas 1970, ad Indicem; G. N. Pasquali Alidosi, I dottori bolognesi di teologia, filos. medicina e d'arti liberali, Bologna 1623, p. 85; S. Mazzetti, Repert. di tutti i professori antichi, e moderni della famosa università ... di Bologna, Bologna 1847 p. 97 n. 892; J. Valentinelli, Bibliotheca manuscripta ad S. Marci Venetiarum, II Venetiis 1869, p. 70; G. Picconi, Serie cronologico-biographica dei ministri e vicari provinc. della minoritica provincia di Bologna, Parma 1908, p. 96; I. H. Sbaralea, Supplementum et castigatio ad Scriptores Trium Ordinum S. Francisci…, II, Romae 1908, p. 54; D. M. Sparacio, Series ministrorum provincialium…, in Commentarium Ordinis Fratrum Minorum S. Francisci Conventualium, XII (1924), pp. 175 s.; L. Wadding, Annales Minorum, IX, Quaracchi 1932, p. 454; N. Papini, Minoritae conventuales lectores…, in Miscellanea francescana, n.s., XXXIV (1934), p. 333; B. Pergamo, I francescani alla facoltà teologica di Bologna (1364-1500), in Archivum francisc. historicum, XXVII (1934), pp. 27 ss.; F. Filippini, S. Petronio, vescovo di Bologna…, Bologna 1948, p. 125; C. Piana, La facoltà teologica. dell'univers. di Bologna nel 1444-1458, in Archivum francisc. historicum, LIII (1960), p. 436; C. Cenci, Fra' Francesco da Lendinara e la storia della provincia di S. Antonio…, ibid., LV (1962), pp. 118 ss.; C. Piana, Ricerche su le università di Bologna e di Parma nel sec. XV, Quaracchi 1963, ad Indicem (sub voce Iohannes de Cultellinis); C. Cenci, I Gonzaga e i frati minori dal 1365 al 1430, in Archivum francisc. historicum, LVIII (1965), pp. 224 s.; C. Piana, Nuove ricerche su le università di Bologna e di Parma, Quaracchi 1966, pp. 323 s.; M. Mastrocola, Note stor. circa le diocesi di Civita Castellana, Orte e Gallese, II, Civita Castellana 1965, pp. 49 s.; C. Piana, Lo Studio di S. Francesco a Ferrara nel Quattrocento. Docum. inediti, in Archivum franciscanum historicum, LXI (1968), pp. 102, 156; C. Eubel, Hierarchia catholica..., I, Monasterii, 1913, p. 190.