COTTA, Giovanni
Umanista e poeta. Nacque d'umile famiglia nel territorio di Legnago, probabilmente a Vangadizza, nel 1480. Dopo un breve soggiorno a Lodi, andò a Napoli nel 1503, per stringere amicizia col Pontano e averlo maestro, e a Napoli rimase anche dopo la morte di questo, stringendo relazioni e scambiando poetica corrispondenza coi letterati dell'Accademia pontaniana. Forse colà incontrò nel 1507 Bartolomeo d'Alviano, generale della repubblica di Venezia, e lo seguì, in qualità di segretario, nell'agitata vita guerresca degli anni successivi. Caduto l'Alviano prigioniero dei Francesi nella battaglia di Ghiaradadda (1509), il C. trattò invano per la liberazione di lui; e nel 1510 morì di peste a Viterbo, dove si era recato oratore a Giulio II, non è chiaro per incarico di chi né per qual motivo. Il C. cooperò all'edizione della Geografia di Tolomeo, uscita a Roma nel 1507; e s'ha notizia di annotazioni che egli avrebbe apposto a Properzio e a Plinio, e di due orazioni latine; ma il suo nome è raccomandato non agli studî eruditi, sì ad una breve raccolta di liriche latine, per le quali il Sannazaro e il Flaminio lo salutarono "nuovo e più dolce Catullo". Ivi egli canta con fervore di sentimento, con grazia d'immagini vivamente colorite, con armonia di verso l'amore, l'amicizia, le bellezze della natura, poeta quasi sempre di schietta originalità. Sono state pubblicate anche sue rime volgari, nelle quali c'è pure un certo calore di sentimento, ma scabra è la forma.
Bibl.: G. B. Giuliari, G. C. umanista veronese (sic) del sec. XVI, in Archivio stor. ital., s. 5ª, III (1889), p. 50 segg.; C. Cristofori, G. C. umanista, Sassari 1890; L. Grilli, Poeti umanisti dei secoli XV e XVI recati in versi ital., Lanciano 1908, pp. 265-66 (due poesie tradotte), p. 292 (cenni biogr.); V. Mistruzzi, in Giornale stor. d. letter. ital., Suppl. 22-23 (1924).