Costa, Giovanni detto Nino
Pittore (Roma 1826 - Marina di Pisa 1903). Nato da famiglia della borghesia romana, studiò inizialmente dai gesuiti a Montefiascone e successivamente a Roma. Dal 1845 frequentò gli studi di Camuccini, Coghetti, Podesti e nel 1848 si arruolò come volontario, prima nell’esercito piemontese, poi in quello garibaldino. Dopo la caduta della Repubblica romana fu costretto a trasferirsi ad Ariccia. Tornato nella capitale nel 1852, strinse amicizia con vari pittori inglesi, tra cui Frederick Leighton. Nel 1859 tornò alle passioni patriottiche e raggiunse Pinerolo per arruolarsi fra i cavalleggeri di Aosta; dopo l’armistizio di Villafranca tornò a Firenze, conobbe i macchiaioli e fu uno dei più attivi e convinti promotori della necessità di abbandonare la pittura di storia a favore della ricerca del «vero». Partecipò all’Esposizione nazionale di Firenze del 1861, e l’anno seguente espose a Parigi, sia al Salon (Donne che caricano legna al Porto di Anzio), che al Salon des Refusés. Tornando in Italia soggiornò a Fontainebleu, dove nascerà l’ispirazione per la sua opera più famosa La ninfa nel bosco. Tornerà di sovente gli anni successivi a Parigi, così come a Londra, e conoscerà Corot e Burne Jones. Nel 1867 raggiunse Garibaldi e fu con lui fino alla sconfitta di Mentana. Dopo Porta Pia si trasferì a Roma e rivestì fino al 1877 l’incarico di consigliere comunale per Trastevere, carica che gli permise di essere attivo nella vita artistica romana, organizzando varie esposizioni. Fondò nel 1878 il Circolo degli artisti italiani, dal 1880 collaborò al «Fanfulla della Domenica» e alla «Gazzetta d’Italia», e nel 1882 espose sessantotto opere alla Fine Art Society di Londra. Proseguì incessante l’attività associazionistica, che porterà alla fondazione, tra il 1883 e il 1884, della Scuola etrusca, associazione di pittori italiani e inglesi, e poco dopo, insieme ai colleghi che frequentavano il caffè Greco, della società In Arte Libertas, che espose per la prima volta nel 1886. Verso la fine del secolo, per motivi di salute, la sua attività si fece più meno intensa, anche se nel 1903 partecipò alla Biennale veneziana.