GIOVANNI di Giscala
Capobanda e generale giudaico, nella ribellione contro Roma degli anni 66-70 d. C. Figlio di Levi, nato nella piccola città di Gischala in Galilea, per quanto fosse un ricco commerciante, fu tra i più ardenti partigiani della ribellione contro Roma, ma si oppose ai metodi di Flavio Giuseppe, che, inviato governatore in Galilea, si serviva di elementi estremisti, che attentavano alla proprietà privata. Si mise quindi alla testa di una banda sua propria, che riuscì a sfuggire a Vespasiano, quando questi conquistò la Galilea, e a penetrare in Gerusalemme. S'intende che G. avrà dovuto già allora, per ottenere proseliti, valersi anche di quei rivoluzionarî sociali, che dapprima osteggiava; ma certo ancora durante i primi tempi dalla sua permanenza in Gerusalemme egli ebbe violenti urti con altri capibanda, in compagnia dei quali pure aveva soverchiato il governo moderato della classe sacerdotale. Il conflitto giunse a tale punto che al principio del 70 la rocca del tempio dove G. era fortificato e la città alta, dove stava il maggior rivale Simone Bar-Giora, potevano dirsi due fortezze nemiche. L'inizio effettivo dell'assedio costrinse gli avversarî all'accordo, e G. fu il più eroico capo della resistenza. Caduta Gerusalemme, fu fatto prigioniero e incarcerato a vita.
Bibl.: E. Schürer, Geschichte des jüdischen Volkes im Zeitalter Jesu Christi, I, Lipsia 1901, p. 610 segg.; A. Momigliano, in Cambridge Ancient History, X, Cambridge 1934.