Giùdici, Giovanni. - Scrittore (Le Grazie, La Spezia, 1924 - La Spezia 2011); della sua formazione cattolica e del suo lavoro nell'industria ha fatto i poli di una tensione che lo trascende e caratterizza il suo impegno civile. All'oscillazione tra il comico e il tragico delle prime raccolte importanti (La vita in versi, 1965; Autobiologia, 1969; O beatrice, 1972) è succeduta l'individuazione di un tono dal più ampio spettro, irrispettoso delle convenzioni e prossimo a un forzato monostilismo (Il male dei creditori, 1977; Il ristorante dei morti, 1981; Lume dei tuoi misteri, 1984; Salutz. 1984-1986, 1986; Fortezza, 1990). Collaboratore di giornali e riviste, G. è autore di alcune raccolte di saggi (La letteratura verso Hiroshima, 1976; La dama non cercata, 1985), e di molte traduzioni (da E. Pound, R. Frost, J. C. Ransom, S. Plath, A. Puškin, ecc.) che rappresentano un momento centrale nel suo stesso esercizio poetico; una scelta è apparsa nel volume Addio, proibito piangere e altri versi tradotti (1955-1980) (1982). Dopo la raccolta complessiva Poesie (1953-1990) (2 voll., 1991), ha pubblicato un originale libretto di riflessioni sulla poesia dal titolo Andare in Cina a piedi (1992). L’interrogazione metafisica si è fatta più acuta nella trilogia: Quanto spera di campare Giovanni (1993), Empie stelle (1996), Eresia della sera (1999). Le sue poesie complete sono edite in I versi della vita (2000), ai quali sono da aggiungere Da una soglia infinita. Prove e poesie 1983-2002 (2004).