Lami, Giovanni
Erudito e bibliotecario (S. Croce in Valdarno 1697 - Firenze 1770), si laureò in legge a Pisa (1719), e successivamente a Firenze, sotto la guida del Salvini, attese agli studi di filosofia e di greco. Nel 1728 fu a Genova prefetto della biblioteca Pallavicini; nel 1729 partì per un lungo viaggio a Vienna, Parigi, in Olanda e Svizzera. Nel 1732 fu nominato presidente della biblioteca Riccardiana in Firenze; insegnò anche storia ecclesiastica nell'università e fu teologo consultore del granduca. Dotato di profonda erudizione, coltivò particolarmente gli studi di teologia e di storia ecclesiastica, ma si occupò anche di questioni filologiche e letterarie.
Di D. il L. s'interessa sotto l'aspetto linguistico e storico nelle Lezioni di antichità toscane e spezialmente di Firenze (Firenze 1766), soffermandosi a trattare la questione dell'origine di Firenze da Fiesole e delimitando quelle che sono, a suo avviso, le conoscenze di D. intorno al problema. Può essere interessante notare che il L. sostiene la mescolanza linguistica usata, a suo dire, anche da Dante. Assai interessanti sono le Postille alla Commedia, edite parzialmente nel 1819 e quindi nel 1837 (La D. C., Firenze 1819, e La D. C., a c. di P. Fraticelli, ibid. 1837). Esse sono tratte da un esemplare dell'edizione del 1732 del commento del Venturi, postillato dal L. e conservato nella biblioteca Riccardiana di Firenze.
Le Postille hanno prevalentemente un carattere storico e filologico e presentano un corredo di richiami dai testi biblici e classici per illustrare o interpretare il testo poetico. In più luoghi è spiegato anche il senso metaforico o figurato, mentre in qualche occasione si delinea il dissenso del L. dalle posizioni di altri commentatori e dello stesso Venturi. La filologia del L. non è sempre esatta e presenta i limiti del tempo che, del resto, appaiono anche per quanto attiene alla sensibilità e al gusto. Gli spunti sono limitati e lo studioso dimostra un atteggiamento sostanzialmente equilibrato.
Bibl. - G.B. Picotti, in Enc. Ital. XX; A. Vallone, Ricerche dantesche, Lecce 1967, 191-195.