LAMI, Giovanni
Nato a S. Croce in Valdarno nel 1697, dottore in legge a Pisa (1719), studiò filosofia e greco a Firenze, col Salvini. Fu a Genova (1727-28) prefetto della biblioteca Pallavicini, poi a Vienna e a Parigi, viaggiò in Olanda e in Svizzera. Ritornato a Firenze (1732), vi fu presidente della biblioteca Riccardiana, professore di storia ecclesiastica nello Studio (1733), teologo consultore del granduca. Morì nel 1770 e fu sepolto in S. Croce.
Uomo di prodigiosa erudizione, profondamente credente, scrisse di teologia e di storia ecclesiastica (S. Ecclesiae florentinae monumenta, Firenze 1758) e attaccò fieramente dottrine e credenze, che gli parvero fallaci. Per questo, per una sua, pur moderata, inclinazione al giansenismo, per il carattere battagliero, ebbe polemiche spesso violente soprattutto con i gesuiti. Recò alla cultura filologica e storica servigi preziosi con l'edizione delle opere del Meursio (voll. 12, Firenze 1741-63), con la raccolta di opuscoli inediti nelle Deliciae eruditorum (voll. 18, Firenze 1736-69), con i Memorabilia degli uomini illustri del suo secolo (Firenze 1742-48), con l'indice dei manoscritti della Riccardiana (Livorno 1756), con le Lezioni di antichità toscane (Firenze 1766), con l'edizione, dal 1740 al 1769, del periodico Novelle letterarie.
Bibl.: F. Fontani, Elogio del dott. G. L., Firenze 1789, dove a p. 243 segg. è l'elenco delle opere; A. Farboni, Vitae, XVI, Pisa 1795, pag. 171 segg.; cfr. anche N. Rodolico, Gli amici e i tempi di Scipione dei Ricci, Firenze 1920, p. 21 segg.; G. Natali, Il Settecento, Milano 1929, passim.