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Segantini, Giovanni

di Eugenia Querci - Enciclopedia dei ragazzi (2006)
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Segantini, Giovanni

Eugenia Querci

La poesia della luce

Come catturare la luce e la sua poesia? Alla fine dell’Ottocento, il pittore trentino Giovanni Segantini trovò una risposta nella tecnica divisionista, basata sulla meticolosa scomposizione dei colori, che vengono selezionati nelle tonalità più pure e accostati tra loro in tanti trattini e filamenti affinché possano esaltarsi a vicenda

Da Trento a Milano: la scoperta della pittura

Quando Giovanni Segantini nasce ad Arco (Trento) nel 1858, la città è ancora sotto il dominio austriaco; Trento, infatti, tornerà all’Italia solo con la Prima guerra mondiale. L’infanzia e la giovinezza di Segantini trascorrono tra Trento e Milano in una condizione di difficoltà economiche e psicologiche.

Rimasto orfano di entrambi i genitori, vive in solitudine e povertà, facendo anche l’esperienza del riformatorio prima di abbracciare, nel 1874, gli studi di pittura all’Accademia di Brera di Milano.

Nel giro di qualche anno inizia a essere considerato uno dei giovani più promettenti dell’Accademia, e già nel 1883 il mercante d’arte Vittore Grubicy acquista i diritti esclusivi sulla sua opera.

Tra le montagne: la poesia della luce

Dopo la nascita del quarto figlio, nel 1886 Segantini si trasferisce con la compagna Bice Bugatti a Savognino, paesino delle Alpi svizzere. È attratto dalla rappresentazione della realtà e della natura: ritrae infatti immagini della vita contadina, gli animali al pascolo, la vita delle montagne. In particolare, sente il desiderio di rendere in pittura la brillantezza della luce naturale, ancora più intensa e assoluta tra le cime alpestri.

Inizia così a sperimentare una nuova tecnica, il divisionismo, basata sull’accostamento di toni puri di colore accostati tra loro, in trattini o sottili filamenti, direttamente sulla tela.

Per Segantini, tuttavia, la luce non è solo un affascinante fenomeno naturale: l’artista gli attribuisce infatti un valore simbolico poetico, spirituale.

Divisionismo italiano e pointillisme francese: due tecniche a confronto

Nel 1891, l’anno in cui a Milano espongono per la prima volta insieme i pittori divisionisti – tra cui Gaetano Previati, Angelo Morbelli e lo stesso Segantini –, in Francia muore Georges Seurat, inventore del pointillisme, una tecnica che, per ricercare nei dipinti la massima intensità luminosa, applicava con rigore scientifico i principi sulla scomposizione dei colori elaborati nel corso dell’Ottocento da scienziati come Michel-Eugène Chevreul, Hermann von Helmholtz e Nicolas Odgen Rood.

Un’idea di base accomuna le due tecniche: la ricerca sulla luce. Entrambe infatti si fondano sulla scomposizione dei colori applicati puri direttamente sulla tela; sarà poi l’occhio umano a percepirli come se fossero mescolati, con un effetto di maggiore luminosità. Ma al divisionismo italiano manca, nell’applicazione pratica, quel carattere di rigidità scientifica tendente all’astrazione geometrica, tipico del pointillisme francese. Sono diversi – inoltre – i temi, perché Seurat si interessa della vita cittadina, mentre Segantini e i divisionisti italiani celebrano soprattutto la bellezza della natura o affrontano temi di rilevanza sociale. In più, come dice la parola stessa, il pointillisme («puntinismo») utilizza una miriade di punti accostati, non le linee, più o meno lunghe e sottili, tipiche di Segantini e di molti altri divisionisti.

La fama internazionale, tra divisionismo e simbolismo

Col tempo la fama di Segantini cresce anche al di fuori dei confini d’Italia e l’artista partecipa a importanti esposizioni internazionali, amato soprattutto dal pubblico tedesco.

La sua fonte di ispirazione è sempre il paesaggio montano, non soltanto come luogo incontaminato dove si manifesta la bellezza della natura, ma anche come ambientazione ideale per dipinti allegorici e simbolisti che raffigurano temi universali, umani e religiosi, come la morte, la vita, i vizi, la malvagità, l’annunciazione della parola divina. Un’opera come L’amore alla fonte della vita (1896) – conservata a Milano presso la Galleria d’arte moderna –, unisce tutte le caratteristiche tipiche di Segantini: la tecnica divisionista, il tema legato alla poetica del simbolismo, la grandiosità del paesaggio alpestre.

A soli quarantuno anni, nel 1899, Segantini muore sulla cima del monte svizzero Schafberg in Engadina, dove è occupato a lavorare al pannello centrale del suo grande Trittico della natura.

Vedi anche
Angelo Morbèlli Morbèlli, Angelo. - Pittore (Alessandria 1853 - Milano 1919). Allievo di G. Bertini e di R. Casnedi all'accademia di Brera, trattò prevalentemente paesaggi e scene di vita popolare ispirate a ideali socialisti e umanitarî, mostrando anche un particolare interesse per la resa degli effetti di luce e dei ... divisionismo Procedimento tecnico pittorico elaborato in Francia nell’ambito delle ricerche postimpressioniste e il movimento artistico, più esattamente denominato neoimpressionismo (➔), che si fece assertore di tale procedimento. Come l’impressionismo, il divisionismo accettò la luce quale fondamento della visione; ... Vittore Grubicy de Dragon Grubicy de Dragon ‹ġrübisì d draġõ´›, Vittore. - Pittore e critico d'arte (Milano 1851 - ivi 1920). Viaggiò in Francia, in Inghilterra e nei Paesi Bassi, dove guardò alle soluzioni di J. Israëls e H. Mauve. Fautore del divisionismo, indirizzò G. Segantini, che egli per primo fece conoscere, G. Previati ... simbolismo Corrente artistica e letteraria sorta in Francia e diffusasi in Europa sullo scorcio del 19° sec. caratterizzata, in opposizione al realismo e al naturalismo, dalla tendenza a non rappresentare fedelmente il mondo esteriore ma a creare piuttosto il mondo della suggestione fantastica dei sogni per mezzo ...
Indice
  • 1 Da Trento a Milano: la scoperta della pittura
  • 2 Tra le montagne: la poesia della luce
  • 3 Divisionismo italiano e pointillisme francese: due tecniche a confronto
  • 4 La fama internazionale, tra divisionismo e simbolismo
Categorie
  • PITTURA in Arti visive
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  • PRIMA GUERRA MONDIALE
  • HERMANN VON HELMHOLTZ
  • GAETANO PREVIATI
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    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 91 (2018)
    Chiara Ulivi – Alla nascita Giovanni Battista Emanuele Maria Segatini (cominciò a firmarsi Segantini ai tempi dell’Accademia), nacque ad Arco (Trento) il 15 gennaio 1858, in territorio all’epoca austriaco, da Agostino e da Margherita de Girardi di Castello, entrambi provenienti da famiglie un tempo ...
  • Segantini, Giovanni
    Enciclopedia on line
    Pittore (n. Arco 1858 - m. sullo Schafberg, Engadina, 1899). Con tecnica divisionista realizzò ampie composizioni di soggetto naturalista, caratterizzate da sfuggenti tagli prospettici e da pennellate a fibre lunghe di una luminosità cristallina. Negli ultimi anni di attività prolungati contatti con ...
  • SEGANTINI, Giovanni
    Enciclopedia Italiana (1936)
    Raffaele Calzini Pittore, nato ad Arco (nelle vicinanze di Riva di Trento) il 15 gennaio 1858, morto sullo Schafberg (Svizzera, Engadina) il 28 settembre 1899. Grande pittore e singolare figura che subito dopo la morte apparve circonfusa non soltanto dalla luce della gloria, ma anche da un alone di ...
Vocabolario
segantino
segantino s. m. (f. -a) [der. di segare, attraverso il part. pres. segante, col suff. -ino di mestiere]. – Chi per mestiere sega, a mano o a macchina, i fusti legnosi per trarne legname da ardere o profilati grezzi da trasformare in manufatti,...
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