GIOVINAZZO (A. T., 27-28-29)
Paese della provincia di Bari, distante 18 km. da quest'ultima, bagnato dal Mare Adriatico, su cui apre un piccolo porto. Vi sorge l'Ospizio degli orfani della provincia (che è un'ottima scuola di arti e mestieri), intitolato a Vittorio Emanuele II. Nel 1921 il suo comune contava 10.584 ab. (quasi tutti viventi nel centro capoluogo), saliti a 12.145 nel 1931. Una parte della popolazione è dedita alla pesca. Dal 1923 è in esercizio una ferriera, i cui prodotti, costituiti soprattutto di laminati di ferro per le costruzioni in cemento armato, sono richiesti in tutta la Puglia. Vi è inoltre un laboratorio per la lavorazione del marmo e della pietra di Trani. Il territorio comunale (44 kmq.) è coltivato a ortaggi, a ulivi, a viti e ad alberi da frutta (mandorle, fichi, carrube). Ha stazione ferroviaria sulla Bari-Foggia.
Monumenti. - In vista del mare è la bella cattedrale romanico-pugliese della prima metà del sec. XIV, ma consacrata nel 1283. Dell'antica costruzione in gran parte rimaneggiata e rifatta rimane superstite nel fianco destro il magnifico portale ogivale, inquadrato da una modanatura rettangolare e terminato da un fastigio acuto inchiudente un rosoncino con bassorilievi. Conservata pure (e ricorda la chiesa vecchia della vicina Molfetta) è la parte absidale chiusa fra le due torri campanarie e adorna di leggieri archi incrociati e di monofore e bifore e finestrini romboidali. Nell'interno, rifatto nei secoli XVII e XVIII, notevoli due tavole bizantine raffiguranti la Madonna di Corsignano e Cristo benedicente, interessante l'antica e ampia cripta romanica e in sacrestia un fine reliquiario gotico, d'argento cesellato e smaltato. Caratteristica è la chiesetta dello Spirito Santo (1394) con due cupolette terminate a torretta ottagonale con tetto piramidale. Opera del tardo Trecento la torre Sagarriga. Avanzi di antiche architetture sono visibili nel quattrocentesco palazzo Donnanno, in quello Palia, De Riseis, Saraceno e nell'antica casa detta "Firlocco".
Storia. - Oscure sono le origini di Giovinazzo (Iuvenacium). Fin dall'alto Medioevo centro di una diocesi, essa divenne ben presto anche un mercato in cui trafficarono proficuamente Veneziani e Triestini. Codesto benessere vi fece fiorire un vivace spirito d'autonomia, che si manifestò sotto i Bizantini e che invano la portò ad opporsi ai Normanni. Restò demaniale fino al 1257, quando Manfredi la infeudò al cugino, Giordano Lancia. Revocata al demanio da Alfonso d'Aragona, ebbe da suo figlio Ferrante franchige, privilegi e favori notevoli (1461). Ma gli Spagnoli la rinfeudarono, vendendola. Nel sec. XVI essa apparteneva a Ferdinando Gonzaga, a cui l'aveva portata in dote Isabella di Capua, figlia del potente duca di Termoli. I nuovi tempi trovarono Giovinazzo in preda a contese sociali fra nobili e "civili", col bilancio comunale dissestato e col popolo oberato da pesanti balzelli. Tale crisi, morale ed economica, ebbe ripercussione negli avvenimenti che accompagnarono il moto del Risorgimento: nel 1799 fu tra le primissime città pugliesi a democratizzarsi, onde sostenne un assalto dei Molfettesi, realisti. I carbonari vi furono numerosi e si sollevarono nel 1820.
Bibl.: Bibliografia fino al 1884 in L. Volpicella, Bibliografia storica di Terra di Bari, Napoli 1884-87; ma molto mediocri sono le Storie locali di L. Paglia (Napoli 1770), di L. Marziani (Bari 1878), ecc.; G. De Ninno, Cronache di Giovinazzo di Messer Bisanzio Lupis, Giovinazzo 1880; S. Daconto, Saggio storico sull'antica città di Giovinazzo, ivi 1926; id., Giovinazzo nel 1799, Trani 1908; id., Giovinazzo nel 1860; ivi; Privilegi e grazie della città di Giovinazzo, ms. nella Biblioteca Nazionale di Napoli; G.A. Garufi, L'obituario della "Confraternita dell'Episcopio"... di Giovinazzo, in Apulia, 1911; L. Volpicella, Statuti del governo municipale di Giovinazzo, Napoli 1881.
Per i monumenti, P. Toesca, Storia dell'arte italiana, I: Il Medioevo, Torino 1927; A. Haseloff, Die Bauten der Hohenstaufen in Unteritalien, Lipsia 1920, pagine 227-228; E. Bertaux, L'Art dans l'Italie méridionale, Parigi 1904, pp. 348-620, 630-631, 780; A. Vinaccia, I monumenti medievali di terra di Bari, Bari 1915, I, pp. 109-10, 113; II, pp. 51-54; 161-63; A. Avena, Monumenti dell'Italia meridionale, Roma 1902, pp. 105-11.