BUONVISI, Girolamo
Nacque a Lucca il 12 maggio 1607 da Ludovico e da Caterina Buonvisi. Studiò "umane lettere" a Lucca e passò poi al collegio Tolomei di Siena, dove strinse amicizia con Fabio Chigi, il futuro Alessandro VII. Trasferitosi a Roma divenne familiare del cardinale Antonio Barberini, alla cui protezione, durante il pontificato di Urbano VIII, dovette varie cariche amministrative: chierico della Camera apostolica, della quale fu decano, governatore di Borgo (a quanto pare in premio dell'opera prestata durante un'inondazione del Tevere), prefetto dell'Annona, infine presidente delle Armi pontificie; in quest'ultima qualità nel 1629 fu al seguito di Antonio Barberini a Bologna, durante il tentativo operato da questo per stabilire una tregua tra le potenze impegnate nella seconda guerra di successione del Monferrato. Alla morte di Urbano VIII fu governatore del conclave. Coinvolto durante il pontificato di Innocenzo X nella momentanea eclissi politica barberiniana, seguì l'esempio del suo protettore, il cardinale Antonio, abbandonando la corte romana e rifugiandosi a Lucca. Gli accordi intervenuti tra papa Pamphili e i Barberini, con la mediazione della corte di Francia, giovarono tuttavia anche al B., che infatti il 17 luglio 1651 ottenne l'arcivescovato di Laodicea. Eletto papa Alessandro VII, ottenne dapprima la carica di maggiordomo, quindi la porpora cardinalizia, nella prima promozione del pontificato, il 9 apr. 1657. Il 28 maggio seguente fu trasferito alla diocesi di Lucca, dove tra il 30 maggio e il 1º giugno 1661 tenne un sinodo, i cui atti furono pubblicati a Lucca nello stesso anno. Vi si danno precetti circostanziati sui benefici nuovi, sui beneficiari, sulle biblioteche, sul comportamento e le funzioni dei chierici, sulle confraternite, sugli eretici, sulle professioni di fede, sulle funzioni dei parroci, in un rigoroso spirito controriformistico.
Il 26 apr. 1664 il B. fu inviato a reggere la legazione di Ferrara; ricoprì l'incarico con grande sollecitudine, rendendosi benemerito per la munificenza, la fermezza e il tatto con cui riuscì a conservare buoni rapporti con la Repubblica di Venezia e altri confinanti. Accolse tra l'altro a Ferrara Cristina di Svezia, che l'aveva conosciuto già a Roma e a Lucca e che lo stimava, ed ebbe contatti con altri principi e ambasciatori. Si occupò anche di opere pubbliche, come l'arginatura, del Reno e la bonifica dei terreni per mezzo dello scavo di un canale che da lui prende nome.
Alla morte di Alessandro VII (1667), corsero segreti maneggi fra Flavio Chigi, nipote del defunto, e il B. e si parlò di un'elezione di quest'ultimo al pontificato. Il cardinale D'Harrach scriveva alla vigilia del conclave a Leopoldo I che i pronostici erano per il B. e per il Rospigliosi. Ma ben presto il B. venne escluso dalla rosa dei papabili, perché ritenuto troppo giovane. Era ancora tra i papabili nel 1669 dopo la morte di Clemente IX. Il suo nome, proposto da Flavio Chigi, pareva avere il favore di Luigi XIV, ma la candidatura fallì per gli impegni eccessivi pretesi come contropartita dalla corte francese.
Il B. morì a Lucca il 21 febbr. 1677.
Fonti e Bibl.: Lucca, Bibl. governativa, ms. 1108: G. V. Baroni, Notizie geneal. delle fam. lucchesi, s.v. Buonvisi; Ibid., ms. 2589; F. Bendinelli, Abbozzi, V, c. 257; A. Saminiati, Oraz. funerale per la morte dell'eminentissimo cardinale G. B. vescovo di Lucca, Lucca 1677; M. Battaglini, Annali del Sacerdozio e dell'Impero, Ancona 1742, IV, p. 39; L. Cardella, Memorie storiche de' cardinali di S. Romana Chiesa, VII, Roma 1793, p. 127; T. Trenta, Memorie per servire alla storia politica del cardinale F. Buonvisi patrizio lucchese, I, 1 Lucca 1818, pp. 7-17, doc. VIII, 252 ss.; P. Dinelli, De' sinodi lucchesi, in Mem. e doc. per servire alla st. del ducato di Lucca, VII, Lucca 1834, pp. 245-247; P. B. Beverini, Elogidi alcuni vescovi di Lucca, Lucca 1875, pp. 25-27; S. Bongi, Inventario del Regio Archivio di Stato di Lucca, IV, Lucca1888, pp. 109, 176; E. Lazzareschi, Inventario ddl'Archivio di Stato di Lucca, V, Pescia 1946, pp. 105, 101-108, 241; P. Gauchat, Hierarchia catholica..., IV, Monasterii 1935, pp. 33, 214, 223.