Giubileo
(XVII, p. 296)
Dopo quello del 1925, g. ordinari si sono tenuti, secondo le normali scadenze, nel 1950 e nel 1975, e così per il 2000 è indetto un "grande giubileo" che ha progressivamente assunto una crescente importanza nei discorsi e documenti di Giovanni Paolo ii, a partire soprattutto dal 1994. Più di frequente, in occasione di circostanze diverse, nel 1929-30, 1933-34, 1966 e 1983-84, sono stati tenuti g. straordinari, e altri sono stati accordati a singoli paesi per occasioni particolari (come alla Francia nel 1937 e nel 1958) o celebrati tradizionalmente in diverse località (come a Santiago de Compostela). Due anni mariani (che non sono propriamente g.) sono stati poi celebrati nel 1954 (per il centenario della definizione del dogma dell'immacolata concezione di Maria) e nel 1987-88 (nell'imminenza dei 2000 anni dalla nascita di Gesù, e di conseguenza per il supposto bimillenario di quella di sua madre).
Una considerevole importanza, mentre si accentuavano le tensioni della guerra fredda, fu annessa da Pio xii al g. del 1950, presentato dal papa alla vigilia della sua apertura, il 23 dicembre 1949, come "anno del gran ritorno, anno del gran perdono, nella misura almeno che l'età nostra è stata, anche nel recente passato, epoca di apostasia e di colpa", e durante il quale tra l'altro il papa volle proclamare il 1° novembre 1950 il dogma dell'assunzione di Maria. Dopo il Concilio Vaticano ii (per la circostanza della sua conclusione fu tenuto nel 1966 un g. straordinario) Paolo vi indisse e celebrò l'anno santo del 1975, superando interrogativi sulla sua opportunità che già erano stati sollevati a proposito di altri g. contemporanei e che questa volta furono dal papa pubblicamente dichiarati il 9 maggio 1973; tra le maggiori novità di questo primo g. ordinario successivo al Concilio, va ricordata l'anticipazione delle celebrazioni dell'anno santo nelle diocesi cattoliche di tutto il mondo, che precedettero durante il 1974 quelle romane; queste si svolsero secondo "un programma di rinnovamento e di riconciliazione", come disse il papa il 17 dicembre 1975, poco prima della sua conclusione, prospettando poi nell'omelia di chiusura l'avvento di una "civiltà dell'amore", un tema che sarebbe poi più volte tornato nei discorsi di Paolo vi degli anni successivi. Tra i numerosi g. straordinari, una speciale solennità hanno assunto i due per le ricorrenze giubilari della redenzione, nel 1933-34 per il 19° centenario e nel 1983-84 per il 1950° anniversario.
Al "grande giubileo dell'anno 2000" Giovanni Paolo ii ha senza dubbio attribuito un significato del tutto particolare, convocando per la sua preparazione una riunione straordinaria del collegio cardinalizio (13-14 giugno 1994) e soprattutto dedicando a questo tema la lettera apostolica Tertio millennio adveniente (10 nov. 1994), che raccoglie anche temi e suggerimenti emersi nell'incontro dei cardinali. Il documento, pur "prescindendo dall'esattezza del computo cronologico" e dichiarando poi di non voler "indulgere ad un nuovo millenarismo", enfatizza l'importanza della ricorrenza giubilare al termine del secondo millennio (ma l'espressione "grande giubileo" era stata già usata per quelli del 1900 e quindi del 1950) e in questa prospettiva considera la storia della Chiesa cattolica nel Novecento, soprattutto quella più recente, soffermandosi quindi sulle tappe successive della preparazione del g. e sul loro significato simbolico.
In particolare la lettera apostolica presenta il Concilio Vaticano ii come "un evento provvidenziale, attraverso il quale la Chiesa ha avviato la preparazione prossima" al g., e vede poi in questa preparazione quasi una "chiave ermeneutica" del pontificato di Giovanni Paolo ii; in questo senso ne presenta i tratti più caratteristici, in primo luogo i "pellegrinaggi del papa", dei quali sottolinea l'importanza per la realizzazione del Vaticano ii e "per lo sviluppo dei rapporti ecumenici", auspicando in occasione del 2000 una visita papale nei "luoghi che si trovano sul cammino del Popolo di Dio dell'Antica Alleanza, a partire dai luoghi di Abramo e di Mosè, attraverso l'Egitto e il Monte Sinai, fino a Damasco, città che fu testimone della conversione di san Paolo". Nella preparazione del g. è sottolineato anche il ruolo delle singole Chiese attraverso g. locali o regionali, celebrati in occasione di "tappe significative nella storia della salvezza dei diversi popoli" in ogni continente, e sono quindi ricordati, oltre l'anno santo del 1975, l'anno della redenzione del 1983-84 e l'anno mariano del 1987-88, definito "quasi un'anticipazione" del g. del 2000 e connesso dal documento con "gli eventi del 1989". A proposito di questi, è richiamata l'attenzione, "dopo la caduta del comunismo", sul "grave rischio dei nazionalismi" europei, per il quale le nazioni del continente sono invitate "ad un serio esame di coscienza, nel riconoscimento di colpe ed errori storicamente commessi, in campo economico e politico, nei riguardi di nazioni i cui diritti sono stati sistematicamente violati dagli imperialismi" sia dell'Ottocento che del Novecento.
Nella prospettiva del g. e alla fine del secondo millennio spicca la necessità, sottolinea la Tertio millennio adveniente, che "la Chiesa si faccia carico con più viva consapevolezza del peccato dei suoi figli nel ricordo di tutte quelle circostanze in cui, nell'arco della storia, essi si sono allontanati dallo spirito di Cristo e del suo Vangelo, offrendo al mondo, anziché la testimonianza di una vita ispirata ai valori della fede, lo spettacolo di modi di pensare e di agire che erano vere forme di antitestimonianza e di scandalo. La Chiesa, pur essendo santa per la sua incorporazione a Cristo, non si stanca di fare penitenza: essa riconosce sempre come propri, davanti a Dio e davanti agli uomini, i figli peccatori". Per questo la "Porta Santa del Giubileo del 2000 dovrà essere simbolicamente più grande delle precedenti, perché l'umanità, giunta a quel traguardo, si lascerà alle spalle non soltanto un secolo, ma un millennio. È bene che la Chiesa imbocchi questo passaggio con la chiara coscienza di ciò che ha vissuto nel corso degli ultimi dieci secoli. Essa non può varcare la soglia del nuovo millennio senza spingere i suoi figli a purificarsi, nel pentimento, da errori, infedeltà, incoerenze, ritardi": sono così citate le divisioni tra i cristiani, l'acquiescenza "a metodi di intolleranza e persino di violenza nel servizio della verità", le responsabilità nei confronti dei mali contemporanei (indifferenza religiosa, relativismo etico, indirizzi teologici erronei, acquiescenza "di fronte alla violazione di fondamentali diritti umani da parte di regimi totalitari", corresponsabilità "in gravi forme di ingiustizia e di emarginazione sociale", mancata ricezione del Concilio).
Ricordata poi la testimonianza di molti martiri, non solo cattolici, del Novecento ("la Chiesa è diventata nuovamente Chiesa di martiri"), il documento si sofferma infine sul triennio preparatorio del g. centrato su Gesù Cristo nel 1997, sullo Spirito Santo nel 1998 e su Dio Padre nel 1999; durante questo periodo di preparazione del g. si è conclusa nell'ottobre 1999 la serie di sinodi a carattere continentale avviata nel 1991 (v. giovanni paolo ii, papa, in questa Appendice) e sono stati accentuati temi come l'urgenza della riduzione, se non della cancellazione, del debito internazionale dei paesi più poveri e la necessità del dialogo con le grandi religioni. Per quanto infine riguarda la celebrazione stessa del g., "che avverrà contemporaneamente in Terra Santa, a Roma e nelle Chiese locali del mondo intero" e che avrà come obiettivo "la glorificazione della Trinità", il documento preannuncia che a Roma si terrà un congresso eucaristico internazionale (18-25 giugno 2000) e prospetta poi un "significativo incontro pancristiano", preparato "in atteggiamento di fraterna collaborazione con i cristiani di altre Confessioni e tradizioni, nonché di grata apertura a quelle religioni i cui rappresentanti volessero esprimere la loro attenzione alla gioia comune di tutti i discepoli di Cristo".
Così delineato nel documento del 1994, il "grande giubileo dell'anno 2000" è stato fissato con la bolla d'indizione Incarnationis mysterium (29 nov. 1998); sottolineandone la celebrazione contemporanea in tutto il mondo, la bolla afferma che il g. avrà però "due centri", Roma e la Terra Santa, auspica un ulteriore progresso nel dialogo tra ebrei, cristiani e musulmani, e invita a partecipare alla "grande festa" i "seguaci di altre religioni, come pure quanti sono lontani dalla fede in Dio". La durata del g. è prevista tra la notte di Natale del 1999 e il 6 gennaio, giorno dell'Epifania, del 2001, e tra i suoi segni il documento d'indizione enumera e presenta quelli più tradizionali e caratteristici di ogni g. come il pellegrinaggio, il "segno della porta santa" e l'indulgenza (cioè il "dono totale della misericordia di Dio" nella cancellazione di "ciò che osta alla piena comunione con Dio e con i fratelli"), insieme ad altri meno scontati e già anticipati nella lettera apostolica del 1994: la "purificazione della memoria" nella richiesta di perdono da parte della Chiesa "per i peccati passati e presenti dei suoi figli", l'atteggiamento di carità nei confronti dei bisogni degli emarginati e di "forme di schiavitù nuove" come il debito internazionale dei paesi più poveri, e infine la "memoria dei martiri" cristiani del Novecento, "soprattutto a causa del nazismo, del comunismo e delle lotte razziali o tribali".
Un'analoga oscillazione tra forme tradizionali e novità celebrative si riscontra nel calendario degli eventi giubilari, che prevede appuntamenti ricorrenti negli anni santi del Novecento come i pellegrinaggi a Roma e i relativi g. per categorie (tra questi quelli di bambini, ammalati e operatori sanitari, artisti, lavoratori, scienziati, migranti e itineranti, giornalisti, giovani, docenti universitari, vescovi, sportivi, governanti e parlamentari, militari e polizia), mentre le caratteristiche più specifiche di questo g. sono espresse dalla richiesta di perdono il 12 marzo, prima domenica di Quaresima, da una celebrazione ecumenica al Colosseo per commemorare i martiri contemporanei il 7 maggio, da una "giornata di riflessione e di preghiera sui doveri dei cattolici verso gli altri uomini" l'11 giugno, solennità di Pentecoste, e da una giornata per il dialogo tra ebrei e cristiani il 3 ottobre.
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