TORRES, Giudicato di
Insieme con quelli di Gallura, Cagliari e Arborea, il giudicato di Torres costituisce una delle quattro partes autonome in cui si trovò divisa la Sardegna nel Medioevo dopo la definitiva caduta del dominio bizantino. Il giudicato prende il nome dalla città romana di Turris (oggi Portotorres) onde, come è stato supposto, anche il nome assunto da tutta la regione: Logudoro (locu de Torres).
Il giudicato di Torres, che si venne formando verso la metà del sec. XI, comprendeva la parte dell'isola limitata ad oriente dal corso inferiore del Coghinas e abbracciava il quadrangolo nord-occidentale, compreso tra le vette del Marghine e del Montacuto, il corso del fiume e i due mari. Torres, legata da facili rapporti marittimi con Roma, Luni e la Corsica, sede di un importante vescovato, posta a quattro o cinque giorni di navigazione da Cagliari, dovette assai presto svolgere, nella dissoluzione degli ordinamenti politici bizantini, le sue tendenze verso l'autonomia. Ai tempi di Gregorio I il vescovo di Torres recalcitra già al metropolita cagliaritano ed è verosimile che in seguito abbia cercato con la soggezione diretta dalla Santa Sede e l'acquisto dei diritti metropolitici, la sua totale indipendenza da Cagliari. Precede, naturalmente, il movimento per l'autonomia politica per cui il capo del governo locale di Torres non dovette tardare ad apparire come il rappresentante dell'autonomia regionale, in ciò favorito dalla particolare situazione del Logudoro sprovvisto di veri centri urbani all'interno (Sassari si svilupperà più tardi) e la cui vita convergeva necessariamente verso Torres. Il giudicato di Torres alla fine del sec. XI presentava una divisione in distretti (almeno venti) che aveva come caratteristica un grande frazionamento rispetto al giudicato di Cagliari. Naturalmente i confini indicati e la stessa divisione in distretti andarono profondamente modificati nelle aspre lotte tra i giudici sardi, le quali caratterizzano tutta la storia sarda dei secoli XII e XIII. I primi giudici di Torres appartennero, come quelli degli altri tre giudicati, alla dinastia dei Lacon. Primo a noi noto quel Barisone che nel 1063 chiedeva insistentemente a Monte Cassino l'invio di monaci. Più importante l'azione politica di Mariano (1070-1110) che stipula le prime securitates con Pisa e seconda le relazioni commerciali del regno. La politica di alleanza con Pisa fu perseguita dal figlio Costantino (1112-1128), al quale è dovuta tra l'altro la venuta in Sardegna di maestri dell'arte toscana. Ma la figura più notevole di questo primo periodo della storia del giudicato è quella di Gonnario (1128-1155), Succeduto minorenne al padre. Solo l'assistenza di Ithoccor Gambella permette a Gonnario di tenere, con l'alleanza sempre più stretta con Pisa, il giudicato contro i tentativi di sopraffazione della famiglia Athen, certo istigata da Genova desiderosa di instaurare anche nel Logudoro una politica ligia ai suoi interessi. Sono i primi episodî di un contrasto fra Genova e Pisa, cui si associa una lotta costante fra Arborea (alleata di Genova) e Torres, che non avrà mai requie, in un continuo tentativo per sopraffarsi vicendevolmente, fino alla definitiva scomparsa del giudicato, pur attraverso vicende alterne, che videro talora la prevalenza di Genova. La situazione si complicherà in seguito per le rivendicazioni affermate sull'isola, da una parte dagl'imperatori Federico I, Enrico VI e Federico II, dall'altra dalla Santa Sede. Agl'inizî del secolo seguente la storia del giudicato è dominata dalla figura di Comita (1198-1218) che, favorendo decisamente i Genovesi, compie un tentativo di unificazione politica della Sardegna sotto il suo dominio. Ma scomparso Comita, che si era reso di fatto padrone della Gallura e di buona parte di Arborea, l'opera sua è frustrata dalla politica rinunciataria di Mariano (1219-1229). Comunque Mariano aveva saputo mantenere il giudicato in uno stato di relativa floridezza approfittando dell'alleanza genovese e provenzale, ma, sotto i suoi successori, gli avvenimenti precipitano anche per l'affermarsi di Sassari, divenuta città popolosa e potente, che si comportava di fatto come un comune autonomo. Barisone, figlio di Mariano, è barbaramente trucidato (1236) dai ribelli sassaresi spalleggiati da Genova; lo stesso dominio di Adelasia, regina turritana et gallurensis per volontà del pontefice, non rappresentò che una tappa verso la catastrofe. Enzo, figlio di Federico II, andato sposo ad Adelasia, assume il titolo pomposo di rex Sardiniae, ma la sua era una pura lustra. Il giudicato, diviso interamente, conteso fra Genova, Pisa, l'impero e il papato, non aveva più alcuna possibilità di vita autonoma. Scomparso il giudicato di Cagliari nel 1255, Torres subì la stessa sorte nel decennio successivo. Ogni forma di autonomia cessò con la conquista aragonese seguita all'investitura della Sardegna concessa da Bonifacio VIII a Giacomo II di Catalogna-Aragona (aprile 1296).
Bibl.: E. Besta, Nuovi studi su l'origine, la storia e l'organizzazione dei giudicati sardi, in Archivio storico italiano, XXVII (1901); id., Sardegna medievale, voll. 2, Palermo 1908-09; A. Solmi, Studi storici sulle istituzioni della Sardegna nel Medioevo, Cagliari 1917.