GIURA (fr. e ted. Jura; A. T., 17-18-19)
Rilievo montuoso dell'Europa centrale, tra la Francia e la Svizzera, le cui catene hanno principio a sud del Rodano, come se si diramassero dalla Grande Chartreuse a SO. di Chambéry, poi, a nord del Rodano, si succedono in una serie lievemente arcuata fino alla confluenza dell'Aare nel Reno, anzi si prolungano col gruppetto del Lägern (863 m.) fra Limmat e Reno. Il nome è usato già nell'evo classico, in Cesare, che ricorda come il Giura (Iura Mons) dividesse gli Elvezî dai Sequani (De bell. gall., I, 8, 1 e altre due volte nello stesso libro I); si trova in Strabone nella forma greca 'Ιόρας, e in Plinio nella forma plurale Iures; ricorre poi frequente anche negli scrittori medievali. L'etimo si riporta a una voce celtica che significa bosco.
La montagna ha dato il nome alla formazione geologica che vi prevale: calcari, in genere compatti, chiari, che si ascrivono in massima parte al Malm (Giurassico superiore); non mancano tuttavia rocce del Trias a nord e soprattutto del Cretacico nella sezione meridionale, la quale ha perciò, almeno in parte, caratteri suoi proprî. Il Giura è il tipo di un rilievo a pieghe, giovane, a struttura relativamente semplice. La spinta orogenetica, proveniente dalle Alpi, ha determinato durante il Pliocene (cioè quando avvenivano gli ultimi grandi carreggiamenti alpini) un corrugamento regolare di questa porzione della crosta terrestre, contro i pilastri rigidi rappresentati dai rilievi antichi della Selva Nera e dei Vosgi; ne è risultata una serie di lunghe dolci pieghe parallele, separate da sinclinali allungate, in fondo alle quali si trovano ancora resti di una copertura di molasse, anch'essa parzialmente ripiegata; dal che si deduce la data molto recente del corrugamento orogenetico. Le pieghe non sono serrate le une contro le altre, come nelle Alpi, ma sono abbastanza rade, e a ciascuna di esse corrisponde una catena, sovente assai lunga. L'estrema parte settentrionale non ha partecipato al ripiegamento e appare come un tavolato, alto circa 600 m., rotto da un mosaico di fratture, che si continua oltre il Reno nel Randen (924 m.) e si riconnette poi al Giura franco-svevo; un altro lembo tabulare, non ripiegato, è, a nord-ovest, il Giura di Elsgau, che si prolunga fino alla trouée di Belfort. Tra i suddetti due lembi tabulari si protendono le ultime catene del Giura; alcune pieghe, anzi, si sono sovrapposte a ricoprire il tavolato; ne risulta una fisionomia tettonica assai complicata. A nord-ovest poi, verso la Francia, i processi di demolizione hanno già talmente lavorato da livellare le catene e dare al Giura il carattere di un altipiano; il limite di esso verso ovest, cioè verso la regione depressa della Bresse, è tuttavia nettamente indicato da un gradino ripido, il Revermont; più a nord il Giura è limitato dall'angusta valle del Doubs. Verso est e sud-est il confine fra le catene del Giura e l'altipiano svizzero è nettamente indicato dalle conche di Neuchâtel e di Biel e dal solco in cui scorre l'Aare, sopra il quale le catene marginali si levano ripide come un bastione. In conclusione si possono distinguere nel Giura quattro parti: il Giura meridionale, cretacico; il Giura orientale, che è il Giura a catene o Giura vero e proprio; il Giura tabulare a nord e i Plateaux del Giura a ovest. Le valli nel Giura seguono in generale le sinclinali; in tal caso hanno fondo ampio e pendenze dolci; talora si allargano in bacini. Ma sovente tronchi di valli longitudinali sono allacciate da brevi e anguste sezioni trasversali, che talora rappresentano solchi fluviali antecedenti (preesistenti al ripiegamento), altre volte corrispondono a depressioni nelle assi di ripiegamento, che hanno favorito fenomeni di erosione regressiva. Queste brevi valli incassate e selvagge sono dette cluses. L'erosione, che ha già consumato notevolmente le pieghe originarie, è arrivata poi talvolta fino a guadagnare le cerniere delle anticlinali, e ha prodotto, in alto, delle vallette che corrono in genere nella direzione di strati poco resistenti: sono le cosiddette combes. Dato lo sviluppo delle rocce calcaree, i fenomeni carsici sono molto diffusi: tipico è il Lago di Joux, che occupa il fondo di un polje a poco più di 1000 m. di altezza e, privo di emissario superficiale, alimenta per via sotterranea la sorgente dell'Orbe. Altri laghetti o anche stagni sono frequenti nelle zone alte del Giura. Queste hanno talora aspetto un po' brullo; e monotono è pure l'altipiano occidentale, ma il Giura vero e proprio è in genere assai ricco d'acque e di vegetazione. La glaciazione alpina nel suo massimo sviluppo si è estesa a una gran parte del Giura; ma l'ultima espansione (würmiana), all'infuori del bacino del Rodano, non ha visto che ghiacciaietti locali. In complesso le forme glaciali hanno scarso rilievo nel Giura, che ci appare, anche per la modesta altezza, con gli aspetti tipici della montagna media.
Il Giura cretaceo o meridionale è costituito dal piccolo gruppo del Mt. du Chat (1497 m.), tra i laghi di Aiguebelette e di Bourget; poi, a nord del Rodano, dalla catena del Grand Colombier (1534 m.), tra il Rodano e il Val Romey.
Nel Giura vero e proprio le catene e le valli sono disposte a graticola, anzi il Giura si cita come l'esempio più classico, in tutto il mondo, di questo tipo di montagne (Rostgebirge). La catena che forma il margine orientale è la più elevata; è l'Alto Giura (Haut Jura) o Giura in senso stretto; comincia al Fort de l'Ecluse col Grand Crêt-d'-Eau (Gran Credo nel linguaggio comune, 1624 m.), culmina nel Crêt-de-la-Neige (1723 m.) e nel Reculet (1720 m.), la cresta, assai serrata e nuda sopra i 1500 m., è tagliata dal Col de la Faucille (1323 m.), oltre il quale si rialza col M. Dôle (1680 m.) e col M. Tendre (1683 m.); incisa dall'Orbe in una pittoresca cluse, termina a sud del Lago di Neuchâtel. Delle catene centrali, la più importante è quella del M. Risoux (1340 m.), che si prolunga a nord-est col Suchet (1591 m.) e col Chasseron (1611 m.), terminando bruscamente sul Val de Travers. Di là da questo s'inizia una lunga catena che si eleva a 1175 m. nel Chaumont, a 1609 nel Chasseral a ovest del Lago di Biel, poi, diminuendo di altezza, diviene catena marginale, e coi nomi di Weissenstein e Hauenstein arriva fino al gomito dell'Aare; è la più lunga catena del Giura. Più brevi e meno elevate sono le catene occidentali (Haute Joux, 1234 m.; Laveron, 1120 m.; l'Harmont, 1326 m.). Verso il margine settentrionale del Giura a catene, detto Giura Bernese, perché compreso in massima parte nel cantone di Berna, le dorsali (Montoz 1331 m., Moron 1340 m., le Raimeux 1305 m.), di altezza presso a poco uguale, sono rotte dalla magnifica successione di cluses della Birs, e della Schüss (Süse); solo a ovest, oltre il Val-Saint-Imier, esse si saldano nell'altipiano delle Franches Montagnes (Freiberge), coperto di boschi, torbiere e pascoli, al cui orlo occidentale, in una valle incassata e tortuosa come un cañon, scorre il Doubs che poi più a nord incide l'ultima catena, detta Montagne du Lomont (854 m.). Quest'ultimo rilievo, assai spianato, annunzia già il carattere del Giura francese, vasto altipiano che s'innalza a gradini dalla bassa pianura della Saona, ed è inciso da profondi solchi vallivi che hanno spesso l'aspetto di vere e proprie gole. La superficie dell'altipiano è arida e calda d'estate; nell'inverno, lungo e rigoroso, si copre di neve.
Il Giura, per la sua struttura calcarea, ha una ricca circolazione sotterranea di acque, che vengono poi a giorno in sorgenti copiose. Queste a nord alimentano piccoli corsi d'acqua che vanno al Reno, a est vanno ad alimentare i laghi di Neuchâtel e di Biel o direttamente l'Aare, il quale tuttavia fiancheggia la parte del Giura più povera di valli fluviali. A ovest le acque sono raccolte dall'Ain e soprattutto dal Doubs, il maggiore dei fiumi che nascono nel Giura e che può assumersi come tipico, sia perché è alimentato da una copiosa sorgente carsica (sul fianco occidentale del M. Risoux), sia perché il suo corso tormentato mostra l'adattamento al tipo della montagna a graticola. Di fiumi che traversino il Giura non ve ne sono propriamente che due, l'Aare, che taglia l'estremo lembo settentrionale della montagna, e il Rodano, che a sud incide il Giura nel famoso cañon lungo 24 km., nel quale le acque in un punto temporaneamente si perdono (Perte du Rhône, sopra Bellegarde).
La quantità di pioggia è assai abbondante in tutto il Giura, raggiungendo i valori massimi, non sulla catena più elevata, ma sul Risoux, più esposto ai venti occidentali (oltre 2 m.); supera 1 m. anche in basso, sulle rive del Lago di Ginevra e anche sulle rive occidentali dei laghi di Neuchâtel e di Biel, assai riparati. Pertanto la montagna è riccamente coperta di boschi, soprattutto di conifere; sul versante occidentale si hanno anzi le più belle aree boscate della Francia; il limite massimo del bosco è a 1500 m.; perciò le zone culminali sono nude, coperte di pascoli piuttosto magri, che vengono sfruttati, d'estate, dalla pastorizia transumante. Più estesi sono i pascoli sui Plateaux occidentali, in territorio francese, dove alimentano una prospera industria di latticinî. All'agricoltura la montagna calcarea, poco ricca di terriccio vegetale, si presta mediocremente: soltanto sulle pendici orientali (Giura di Soletta e di Argovia) si hanno belle aree coltivate a cereali, ortaggi, ecc.; sulle pendici meridionali e di sud-est, che scendono ai laghi di Ginevra e di Biel, si hanno anche buoni vigneti e frutteti (la pendice sul Lago di Biel si chiama Le Vignoble).
Ma la popolazione vive oggi in massima parte dell'industria. Essa si raccoglie nelle ampie e piatte valli longitudinali e nelle conche, anche in quelle assai elevate, dove forma grossi villaggi di aspetto cittadino, e anche veri e proprî nuclei urbani (la conca ove si trovano La Chaux-de-Fonds, la maggior città del Giura, e Le Locle è a 900-1000 m. d'altezza); queste zone fittamente popolate contrastano in modo stridente con le zone più elevate, coperte di boschi e disabitate. Sui Plateaux occidentali prevale invece l'abitazione isolata. L'industria aveva in origine carattere domestico; fioriva ad esempio un tempo la filatura e la tessitura della seta, che ancora sopravvive nei cantoni di Soletta e nell'Argovia come occupazione accessoria, accanto all'agricoltura. Ma oggi l'industria più fiorente è quella dell'orologeria, che tuttavia non ha più il carattere domestico, ma dà vita a grandi fabbriche. Centri principali ne sono La Chaux-de-Fonds e Le Locle, inoltre Saint-Croix sul lago di Biel, Moutier (anche vetrerie), ecc.; dalla Svizzera l'industria si è poi trapiantata anche sul versante francese accentrandosi a Besançon.
La viabilità nel Giura è strettamente legata alla rete fluviale e segue, per così dire, percorsi obbligati. Le strade rotabili s'insinuano nelle vallate per poi salire ai valichi con lunghi giri: così la strada della Faucille raggiunge dalla cittadina di Gex (657 m.) il sommo del colle (1323 m.) con 18 serpentine; dello stesso tipo è la strada che da Nyon sul Lago di Ginevra sale al Col de Saint-Cergues (1263 m.) e poi scende in Francia a Morez; essa è ora accompagnata da una ferrovia elettrica di montagna. Le strade ferrate di grande traffico, per abbreviare il percorso, tagliano invece la serie delle catene con successioni di gallerie. A prescindere da quelle del Rodano, tre sono le ferrovie più importanti: quella da Losanna a Digione per Vallorbe, che traversa il Risoux con una lunga galleria; quella da Neuchâtel a Pontarlier per il Val-de-Travers, che si unisce alla precedente a Frasne; quella da Biel (o da Soletta) per Delémont e Delle, a Belfort, che valica prima in galleria il Weissenstein, poi s'inoltra per la selvaggia gola di Moutier e traversa infine le Franches Montagnes. Un'altra ferrovia unisce Biel a La Chaux-de-Fonds e prosegue poi per Le Locle e Morteau diramandosi per Pontarlier da un lato, per Besançon dall'altro. La valle del Doubs è pure risalita da una linea che da Besançon conduce a Montbéliard e poi a Belfort. Parecchie altre sono le linee minori. Le comunicazioni ferroviarie hanno dato vita ad alcuni centri, attivi per il traffico di frontiera, come Vallorbe e Delémont.
Il Giura, per quanto abitato in massima parte da genti di lingua francese, è politicamente diviso tra Francia e Svizzera. Il confine per un tratto corre sulla cresta del Risoux; più a nord è segnato da una sezione, molto incassata e disabitata, della valle del Doubs; altrove ha andamento molto irregolare e non è indicato quasi mai da elementi naturali.