ALBENGA, Giuseppe
Nacque ad Incisa Scapaccino, in provincia di Asti, il 9 giugno 1882 da Marco e da Ernestina Migliavacca.
Nel 1904 silaureò in ingegneria civile presso la Scuola di applicazione per ingegneri di Torino che, due anni dopo, avrebbe assunto la denominazione di regio politecnico. Nello stesso anno divenne assistente di C. Guidi alla cattedra di scienza delle costruzioni dell'ateneo torinese. Resosi vacante, nel 1914, l'insegnamento di costruzioni stradali e ferroviarie dell'università di Bologna, l'A. pose la sua candidatura e vinse la cattedra, divenendo professore straordinario nel 1915. In precedenza l'A. aveva già dato alle stampe varie memorie di scienza delle costruzioni ed una attinente alle costruzioni stradali e ferroviarie.
Scoppiato il primo conflitto mondiale, egli venne utilizzato come ufficiale del Genio aeronautico pur continuando l'insegnamento e la ricerca universitaria. Per meglio conciliare questa duplice attività l'A. nel 1916passò all'università di Pisa ove rimase fino ai primi mesi del 1919, quando fu richiamato a Bologna per insegnarvi meccanica applicata alle costruzioni, ponti e costruzioni idrauliche.
Infine, nel 1928, l'A. fu chiamato a Torino alle cattedre di ponti e tecnica delle costruzioni e, dal 1935, alla cattedra di nuova istituzione di costruzioni in legno, ferro e cemento armato. Dal 1929 al 1932fu direttore del politecnico di Torino.
Collocato fuori ruolo nel 1952, continuò le sue ricerche scientifiche i cui risultati pubblicò sotto forma di libri o memorie.
L'A. morì di infarto la sera del 19 genn. 1957, mentre stava lavorando al progetto di ricostruzione della Mole Antonelliana, affidatogli dalla città di Torino.
Le opere dell'A., oltre un centinaio, appartengono principalmente ai settori di scienza delle costruzioni, di costruzioni stradali e ferroviarie, di ponti e di costruzioni aeronautiche.
Sono particolarmente da ricordare, come suoi personali contributi al progresso del pensiero scientifico, le "formule di Albenga" per il proporzionamento delle coppie di longheroni delle cellule biplane degli aerei, i suoi criteri per il calcolo dell'azione di ripartizione esercitata dall'impalcato sulle travi maestre dei ponti, i carichi regolamentari di proporzionamento da lui previsti nell'ipotesi di spinta di ghiacci sulle dighe; infine i suoi trattati sui ponti pongono il nome dell'A. allo stesso livello di trattatisti di eccelso livello della materia quali il Navier (famoso autore del metodo Méry-Navier per i piccoli ponti in muratura), il Bauernfeind, il Winckler (con il suo Vorträge über Brückenbau, Berlin 1870), il Mélan (autore del Brückenbau, ibid. 1910-27), lo Jorini (cui si deve la Teoria e pratica delle costruzioni dei ponti, Milano 1927). Particolarmente significative, per i predetti contributi dell'A., sono nel settore aeronautico le opere Calcoli di resistenza degli aeroplani. Nota VI: l'ala monoplana con saettoni e la cellula biplana. Elementi inflessi e sollecitati assialmente, in Aerotecnica, III (1929), pp. 69 s.; Il calcolo statico degli aeroplani nei regolamenti esteri. Le proposte tedesche del1929, ibid., III (1929), pp. 959-984; Su di una particolare cellula biplana, in Memorie dell'Acc. delle sc. dell'Ist. di Bologna, cl. di sc. fis. mat. e nat., s. 8, V (1927-28), pp. 11-15; Calcoli di resistenza degli aeroplani, in Annali dei Lavori Pubblici, LXII (1924), n. 9, pp. 805-825; ibid., n. 12, pp. 1175-1189; ibid., LXV (1927), n. 1, pp. 12-30. Nel settore del calcolo delle travi maestre dei ponti i predetti suoi criteri per il calcolo dell'azione di ripartizione esercitata dall'impalcato sono riportati nelle sue opere Lezioni di ponti (litografato), Bologna 1920-28; Lezioni di ponti, I-II, Torino 1930; III, ibid. 1931; I ponti. La pratica, I, ibid. 1953; II-III, ibid. 1958. Per quanto si riferisce a tali trattati, è bene ricordare che furono lodati ed apprezzati sull'argomento, in campo internazionale, il quarto volume della Scienza delle costruzioni del Guidi ed il già citato Brückenbau del Mélan per la loro sistematicità strutturale che sbocca razionalmente nell'impostazione logica del calcolo del ponte prendendo le mosse dai concetti generali, ma anche sottolineare che i trattati dell'A. nel settore dei ponti sono ancora superiori alle teoriche guidiane e melaniane perché in essi la rigorosità strutturale e la deduttiva sistematicità si sposano con una limpidezza ancora maggiore.
Per quanto concerne la spinta dei ghiacci sulle dighe sono da ricordare le opere Spinta del ghiaccio contro le dighe di sbarramento, in Ann. del Cons. sup. delle acque, III (1921), 1, pp. 71-73 e in L'Ingegnere, III (1929), p. 35.
II contributo dell'A. alla scienza delle costruzioni, con altri, fu essenzialmente quello di omogeneizzare la materia e di produrre una strutturazione sintetica ed efficace. Sua caratteristica, nel particolare settore, fu l'inquadramento storico-evolutivo delle specifiche problematiche scientifico-tecniche da lui affrontate con rigorosa matematica deduttiva non dimentica delle fenomenologie sperimentali e dell'affinarsi continuo dei metodi di utilizzazione.
Sostenne, come O. Belluzzi, i vantaggi e la semplicità, della teoria dell'ellisse di clasticità sia nel settore delle dimostrazioni teoriche sia, soprattutto, in quello delle applicazioni pratiche. Così, per quanto concerne le applicazioni teoriche, nella memoria A proposito di un teorema di Volkovič (in Atti della R. Accad. delle scienze di Torino, cl. di sc. fis. mat. e nat., LXIII [1927-28], pp. 274-76) propose per la dimostrazione del teorema, interpretante geometricamente il teorema di Castigliano in un caso particolare, un metodo di dimostrazione basato sulla teoria dell'ellisse di elasticità, osservando le strette analogie del procedimento svolto con quello di Eddy per gli archi. Il metodo proposto in effetti giungeva alla dimostrazione molto più rapidamente e soprattutto con maggiore generalità di quanto fosse possibile utilizzando il principio dei lavori virtuali come fatto dal Volkovič suo primo ideatore.
Tra le opere dell'A. nel settore della scienza delle costruzioni sono inoltre da ricordare le memorie: Su di alcune teorie approssimate della lastra piana, ibid., XLIX (1913-14), pp. 150-163, in cui, ricordati i metodi empirici e le formule basate su teorie approssimate per il calcolo delle lastre sottoposte a carichi uniformemente ripartiti, effettua un confronto delle varie teorie che può costituire una guida per gli utilizzatori; La cerchiatura delle condotte forzate, ibid., pp. 333-341, dedicata alla determinazione delle tensioni interne delle tubazioni forzate munite di cerchiatura, procedimento suggerito dal Rogé nel 1895per i tubi di ghisa ed applicato, all'epoca, dalla SAHFF di Pont-à-Mousson, anche alla luce delle ricerche di Winkler e degli esempi numerici calcolati da R. Lorenz; la memoria Sul teorema di reciprocità di Land, ibid., L (1914-15), pp. 419-422, che contiene una brillante generalizzazione del teorema in esame, mentre nell'altra Sul profilo teorico delle funicolari, ibid., pp. 919-925, partendo dalle ricerche di J. von Hauer del 1883 e di altri fino a quelle di R. von Reckenschuss del 1913, l'A. indica una via semplice e rapida per determinare il profilo teorico cercato. Gli studi sulle travi inflesse e sollecitate assialmente lo portarono dapprima alla pubblicazione della memoria Sulla trave continua inflessa e sollecitata assialmente, ibid., LI (1915-16), pp. 987-90, poi alle semplificazioni proposte nella nota A proposito di qualche formula approssimata per la trave inflessa e sollecitata assialmente, ibid., LXIV (1928-29), pp. 235-241, in cui sottolinea e dimostra che le formule proposte hanno il vantaggio, rispetto alla soluzione esatta, di essere relazioni algebriche di facile calcolo e di lasciare facilmente intravvedere l'andamento della funzione che esse simbolizzano; ed infine sfociarono nel contributo teorico dato al cemento armato precompresso con la memoria A proposito di pressoflessione nelle travi in cemento armato con armature preventivamente tese, in Ricerche di ingegneria, VIII (1940), n. 1, pp. 1 ss. All'utilizzazione delle coazioni elastiche nel passaggio dalla teoria "elastica" a quella "elasto-plastica", problematiche queste caratteristiche delle ricerche degli anni Venti, è dedicata la nota Sul problema delle coazioni elastiche, in Atti della R. Accad. delle scienze di Torino, cl. di sc. fisiche mat. e nat., LIV (1918-19), pp. 864-68.
È poi caratteristico frutto del suo atteggiamento di particolare sensibilità per le semplificazioni chiarificatrici e generalizzatrici delle problematiche scientifiche la memoria Estensione dell'analogia di Prandtl, in Mem. dell'Accad. delle scienze dell'Istituto di Bologna, cl. di sc. fis. mat. e nat., s. 8, III (1925-26), pp. 722-33.
Nei settori delle costruzioni dei ponti e delle costruzioni stradali e ferroviarie, a partire dalla memoria Sul calcolo analitico degli archi elastici, in Atti della R. Accad. delle scienze di Torino, cl. di sc. fis. mat. e nat., XLIV (1908-09), pp. 584-93 - in cui, partendo dalle ricerche di Bresse (1848) e Winkler (1867), presentò formule semplici, da calcolare numericamente, con semplice traduzione analitica dei procedimenti grafici derivanti dalla teoria dell'ellisse di elasticità (altro esempio della predilezione dell'A. per l'utilizzazione, ai fini teorici, della predetta teoria) -, sono particolarmente da ricordare la Compensazione grafica con la figura di errore, ibid., XLVII (1911-12), pp. 855-860, in cui presenta un metodo grafico per i calcoli di compensazione di misure topografiche e geodetiche inferiori, i Problemieconomici di tracciato. I problemi di Launhardt e di v. Schrutka, ibid., XLVIII (1912-13), pp. 69-76, dove vengono esaminati problemi di minimo risolubili con principi elementari e con noti teoremi della statica, problemi relativi a reti più o meno semplici di vie di comunicazione tra determinate località, ovvero al collegamento di due punti o di due linee già esistenti con una nuova linea lungo la quale il costo sia variabile in funzione dell'elemento che si considera; la memoria La inflessione laterale delle palafitte di fondazione, ibid., pp. 569-75, è importante per la dimostrazione di come il Benabeuq avesse errato dicendo che nelle palafitte non può aversi inflessione laterale; sono parimenti da ricordare le memorie Sulle linee d'influenza delle tensioni interne negli archi, ibid., LI (1915-16), pp. 454-57; LII (1917-18), pp. 895-901; Sull'attrito volvente nei veicoli ordinari, ibid., LII (1917-18), pp. 996-1001; Suuna distorsione di Volterra usata nella costruzione dei ponti in muratura, in Mem. dell'Accad. delle scienze dell'Istituto di Bologna, cl. di sc. fis. mat. e nat., s. 8, III (1925-26), pp. 91-95; Sulla chiusura delle cerniere nelle volte murarie articolate, ibid., IV (1926-27), pp. 83-89. La memoria Appunti critici sui fondamenti della statica delle pavimentazioni cementizie, in Atti della R. Accad. delle scienze di Torino, cl. di sc. fis. mat. e nat., LXX (1934-35), n. 1, pp. 106-115, contiene una discussione delle teorie sul comportamento statico delle pavimentazioni stradali cementizie e l'indicazione della soluzione analitica del problema, che però veniva riconosciuta utile come guida per gli studi sperimentali, ma non veniva ritenuta pratica per i calcoli di dimensionamento.
La figura dell'A. si completò con una profonda e vasta cultura letteraria. Significative ed utili per illustrare la sua predilezione per lo studio degli aspetti storici ed archeologici delle costruzioni sono le note Le vicende del nome ingegnere, in L'Ingegnere, II (1928), pp. 548-55; L'appalto di un ponte a mezzo il Trecento, ibid., III (1929), p. 95; Il ponte murario romano, ibid., XIII (1939), pp. 869-73; La navigazione interna un tempo ed oggi, in Atti della R. Accad. delle scienze di Torino, LXXVII (1941-42), pp. 342-47.
Bibl.: G. Colonnetti, G. A., in Rendic. dell'Accad. naz. dei Lincei, cl. di sc. fis. mat. e nat., s. 8, XXIII (1957), pp. 331-33; A. Cavallari-Marat, G. A., in Atti e rassegna tecnica della Società degliingegneri e degli architetti in Torino, n. s., XI (1957), pp. 565-68; L. Stabilini, Prof. dott. ing. G. A., in Acciaio e costruzioni metalliche, I (1957), pp. 11-13.