FEA, Giuseppe Andrea
Nacque a Carignano, nelle vicinanze di Torino, il 20 ott. 1754, da Filippo Antonio e da una Maria Caterina non meglio identificata (Carignano, parrocchia dei Ss. Giovanni Battista e Remigio, Liber undecimus baptisatorum 1754-1760).
A venticinque anni, il 29 marzo 1779 acquisì nell'università di Torino il titolo di architetto civile, presentando un progetto di edificio civile (Torino, Accademia delle scienze, Ms. Vernazza). Il 12 ottobre dello stesso anno ottenne anche la patente di misuratore pubblico (Archivio di Stato di Torino, Sezioni riunite, Controllo generale delle Finanze, Notai e misuratori, reg. 32, f. 81). Per l'esercizio della professione, sia di architetto civile sia di misuratore, scelse la piazza di Carignano, sua città di residenza.
Le commesse che il F. ricevette rientravano nell'operato di un ingegnere piuttosto che in quello di un arghitetto civile: si trattava in prevalenza di previsioni, calcoli di spesa ed istruzioni per gli impresari, oltre che di opere di idraulica.
Nella seconda metà del Settecento l'edilizia piemontese era in un momento di stasi e anche a Carignano le commesse riguardavano solo interventi di risanamento e trasformazioni dell'antico tessuto cittadino, come nel caso dei locali adibiti ad ospedale militare danneggiati al punto da richiedere il temporaneo trasferimento altrove dell'attività ospedaliera, in attesa delle opere di consolidamento previste nel progetto dell'architetto G. B. Feroggio. L'istruzione per l'impresario ed il calcolo di spesa (lire 1935) furono invece commesse al F. (Carignano, Archivio storico della città, Ordinato, 28 apr. 1785 e 1 giugno 1785).
È questo il primo lavoro di cui siamo a conoscenza a sei anni dal conseguimento del titolo di architetto, evidentemente trascorsi dal F. in qualità di tirocinante presso qualche architetto più anziano, forse il Feroggio stesso, con cui mantenne, sul finire del Settecento, stretti rapporti. Questi sono documentati dalla partecipazione agli stessi lavori in Carignano, da una lettera, in data 13 genn. 1786, del Feroggio, che chiedeva di conferire con il F., al suo passaggio in Torino, per avere informazioni su picapietre e scalpellini (Carignano, Arch. stor. della città, Carte Feroggio), e poi ancora da una scritta posta dietro ai disegni riguardanti gli edifici dell'ospedale, recanti la data 26 luglio 1785 e la firma del F., in cui se ne chiedeva l'invio a Torino al Feroggio. I disegni del F. riguardano il piano terra, il primo piano ed il piano delle cantine. Un terzo disegno di primo piano di un'ala di fabbricato con relativa sezione non reca alcuna firma. Nei disegni sono evidenziate le parti danneggiate su cui intervenire: si tratta cioè di rilievi dell'esistente con la documentazione dello stato delle parti componenti prima di un intervento di progetto di consolidamento statico (Ibid., Disegni, Pianta regolare d'una casa propria della presente città e posta avanti il castello del... principe Savoia di Carignano ed attigua alla chiesa parrocchiale).
Una situazione professionalmente analoga si venne a creare per un altro lavoro di architettura civile che vide nuovamente coinvolti il F. e il Feroggio. Si trattava di interventi di ampliamento e di consolidamento del quartiere militare dello squadrone di stanza a Carignano del reggimento di "Savoia Cavalleria". Anche qui il progetto fu del Feroggio, ma i primi calcoli di spesa orientativi furono richiesti al F., il quale procedette ad un sopralluogo cui seguirono una relazione e un calcolo di spesa di lire 285, da farsi con urgenza (Ibid., Ordinato, 29 sett. 1785). Subito dopo il F. fu incaricato del rilievo dell'esistente, da inviare al Feroggio, affinché questi potesse fornire un preventivo di spesa globale (ibid., 8 giugno 1786). Il 17 nov. 1786 si procedette con i primi lavori, quelli cioè indicati dal F. nella sua relazione (ibid., 17 nov. 1786). Intanto, nel corso del 1785, al F. era stata richiesta anche la formazione del calcolo di spesa (lire 228) per interventi, sempre con carattere di urgenza, da attuarsi nelle scuole pubbliche locali (ibid., 28 ott. 1785).
Molto più avanti negli anni, e cioè nel 1791, fu incaricato della formazione del "tipo" (planimetria) e del calcolo di spesa del nuovo cimitero da farsi ai confini con la città di Moncalieri (ibid., 11 apr. 1791).
Nello stesso anno, in settembre, rilasciò una istruzione per l'impresario dei lavori di risanamento da farsi all'edificio del mulino del borgo, alla "Pesta da Canapa" ed alla casa aggregata (ibid., 27 sett. 1791; Cartella lavori pubblici-Edifici pubblici, Istruzione 27 sett. 1791).
Nell'istruzione erano espressi non solo i dettami riguardanti i materiali da usarsi e la loro posa in opera, ma si elencavano anche le parti interessate agli interventi edilizi. Alla firma, posta in calce al documento, il F. aggiunse la qualifica di estimatore a quella di architetto e misuratore, e proprio questa sembra essere stata la specializzazione che maggiormente lo caratterizzò in tutta la sua attività, soprattutto nell'ambito dell'edilizia civile.
Accanto a queste commesse il F. svolse una intensa attività in opere di carattere idraulico, anche queste in collaborazione con il Feroggio. Nelle zone interessate dal corso del Po si lavorò infatti nel Settecento a interventi di sistemazione dell'alveo - soprattutto di protezione delle sponde per la difesa dell'abitato e delle campagne -, alla realizzazione di opere relative all'irrigazione, quali aperture di nuove "bealere" (roggie), formazione di imbocchi di canali, costruzioni di cateratte ed infine al consolidamento dei ponti.
Negli anni che vanno dal 1785 al 1790 si susseguirono negli Ordinati del Comune diversi incarichi affidati dalla città di Carignano al F., riguardanti le principali "bealere" della zona (Oitana, Gorrea, Pancalera) e le cateratte ad esse relative; come sempre si tratta di previsioni di interventi e calcoli delle spese (Ibid., Ordinati: 12 maggio 1785; 11 giugno 1785; 20 apr. 1786; 27 luglio 1786; 19 febbr. 1787; 28 apr. 1787; 10 maggio 1787; 9 giugno 1787; 25 giugno 1787; 10 ag. 1787; 15 luglio 1790; Cartella Lavori pubblici - Fiumi e bealere, Relazione di visita per le nuove opere sulla bealera Ojtana, 10 luglio 1785). Gli interventi erano nella maggior parte motivati dal tentativo di migliorare la distribuzione delle acque al fine di evitare i frequenti allagamenti.
La potenza dell'acqua all'imbocco delle bealere e dei canali, originata dall'apertura delle cateratte, spesso creava problemi non solo ai bocchetti, ma anche ai sostegni dei ponti che si trovavano nelle vicinanze (Ibid., Ordinati: 3 maggio 1785; 3 ag. 1786; 3 febbr. 1787).
Il ponte che sembrava dare le maggiori preoccupazioni, dal 1787 al 1791, era quello in legno sopra il Po nella zona chiamata del "Po morto", caratterizzato dal maggior traffico. Nuovamente negli Ordinati del Comune si susseguono le richieste di intervento sia al Feroggio sia al Fea.
In data 19 maggio 1787 la richiesta di assicurarne staticità fu motivata dal previsto passaggio di marmo di Valdieri, diretto al cantiere della chiesa dello Spirito Santo. In questa occasione si chiese al F. di indicare le opere strettamente necessarie, quali ripari e puntellamenti della prima campata. Il disegno di progetto complessivo, la relazione relativa ed il preventivo di spesa globale erano già stati previsti dal Feroggio (ibid., 19 marzo 1787). Il F. decise di far costruire un ponte volante che venne messo immediatamente in esecuzione (ibid., 22 maggio 1787). Il problema rimase comunque aperto e si ripropose negli anni, come si evidenzia negli Ordinati. Da quello datato 17 nov. 1787 apprendiamo che il F. aveva redatto un "tipo" del suddetto ponte, purtroppo non pervenutoci, e ancora nel 1790 e nel 1791 sia il Feroggio sia il F. furono impegnati attivamente in lavori ad esso relativi. Il F. rilasciò in data 25 marzo 1791 una relazione di visita, con previsione di spesa, che fa riferimento ad una relazione con annesso calcolo di spesa del Feroggio, redatta in data 3 ott. 1790 (Ibid., Cartella Lavori pubblici - Ponti, Relazione di visita al ponte in legno sopra al fiume Po, 25 marzo 1791), a cui fece seguito (13 sett. 1791) l'istruzione relativa (Ibid., Lavori pubblici - Ponti, Istruzioni, 13 sett. 1791).
Sempre su temi di idraulica si presentavano, sul territorio carignanese, gli'innumerevoli problemi legati alle corrosioni delle sponde del Po, soprattutto nelle zone di Achilles e del Peretto. A testimonianza di tale fatto abbiamo, di mano del F., due "tipi", di cui uno in data 23 nov. 1787 e uno in data 14 maggio 1788, relativi al corso del Po, in cui sono evidenziati i ripari o pennelli esistenti e le zone maggiormente soggette a fenomeni di corrosione (Ibid., Disegni, "tipo" 23 nov. 1787 e 14 maggio 1788).
Il F. fu infine chiamato ad intervenire anche sul tessuto stradale comunale.
In questi anni infatti si definì un nuovo impianto di tracciati e ci si occupò della manutenzione di quelli esistenti, al fine di favorire l'efficacia dei collegamenti intercomunali. Il F. venne nuovamente coinvolto in preventivi e calcoli di spesa, soprattutto per quanto riguardava le strade reali di Torino e di Racconigi (Ibid., Ordinati: 31 ag. 1785; 8 giugno 1786; 7 febbr. 1787, 22 febbr. 1787, 30 giugno 1787; 27 genn. 1791, 6 giugno 1791; 11 giugno 1791; Cartella Lavori pubblici - Strade, vie, piazze, Relazione 22 giugno 1789).Qualche cosa stava cambiando per l'attività del F.: al mutare dell'amministrazione comunale non gli furono riconosciute parcelle da lui presentate al pagamento e si arrivò allo scontro legale (Ibid., Ordinati: 23 maggio 1792; 13 luglio 1792; 11 marzo 1793; 15 giugno 1793; 30 dic. 1793). Forse l'accusa, formulata da un misuratore, di connivenza con gli amministratori, e riportata nell'"ordinato" in data 28 ott. 1785, non era del tutto infondata. Di fatto il F. dal 1793 non lavorò più per l'amministrazione della città di Carignano ed ai primi dell'Ottocento, sicuramente nel 1813, come compare nel Catasto della città di Carignano redatto in quella data, era residente in Torino.
Nel maggio del 1797 si era sposato con Luigia (Eloisa) Roberi (Archivio di Stato di Torino, Sezioni riunite, Insinuazione di Torino, 1829, l. 12, c. 1233) e si perde ogni traccia di eventuali sue attività, in qualità di architetto, sia a Carignano sia a Torino, dove venne peraltro erroneamente riportato dall'Almanacco reale Palmaverde come attivo dal 1815 al 1837- 1 documenti reperiti lasciano supporre che avesse cambiato totalmente attività, oltre che domicilio (Archivio di Stato di Torino, Sezioni riunite, Insinuazioni di Torino, 1814, l. I, c. 448; 1815, l. 2, c. 1454; 1815, l. 2, c. 79; 1815, l. 2, c. 198; 1819, l. 5, c. 1206; 1820, l. 3, c. 508; 1820, l. 8, c. 1249; 1821, l. 1, c. 749; 1828, l. 11, c. 1770; 1828, l. 11, c. 1774; 1829, l. 5, 1533). Si recò infatti a vivere a Rivalba e si dedicò alla conduzione di terreni, vigne e cascine, parte di sua proprietà e parte in affitto, oltre che all'attività di amministratore per beni di terzi di cui aveva la procura ad negotia. Morì il 9 dic. 1828 a Rivalba, lasciando unica erede la figlia Teresa (ibid., Insinuazioni della città, 1829, l. 12, c. 1233).
Fonti e Bibl.: Oltre ai docc. citati all'interno della voce cfr.: Carignano, Archivio storico della città, Ordinati, 19 maggio 1787; Ibid., Disegni, 26 luglio 1785; Ibid., Cartella Lavori pubblici, Edifici pubblici, Istruzioni, 27 sett. 1791; ibid., Fiumi e bealere, Bealera Ojtana, 10 luglio 1795; C. Brayda-L. Coli-D. Sesia, Ingegneri ed architetti del Sei-Settecento in Piemonte, in Atti e rassegna tecnica della Soc. degli ingegneri ed architetti di Torino, Torino 1963, ad vocem; Appunti per la lettura di una città: Carignano, I, Torino 1973, pp. 97, 191 s., 203.