BIASI, Giuseppe
Nacque a Sassari il 23 ott. 1885 da Giovanni e da Carolina Cipriani. La famiglia paterna, di origine veronese, vantava tradizioni letterarie, artistiche, scientifiche. Durante gli anni dell'università il B. collaborò, sia con scritti sia con disegni, a settimanali goliardici (Il Burchiello, il Massinelli di Sassari) e a giornali e riviste (Avanti! della domenica,La Patria,L'Italia). Nel 1907 vinse un concorso nazionale bandito dal Giornalino della domenica, al quale collaborò negli anni seguenti. Nel 1908 si laureò in giurisprudenza.
Nel 1909 il B. espose (Una processione in Barbagia) alla Biennale di Venezia (dove esporrà ancora nel 1914, nel 1929, su invito, e nel 1936). Nel 1912 cominciò a eseguire xilografie, pubblicate nell'Eroicadi E. Cozzani, cui collaborò anche negli anni seguenti (cfr. L'Eroica, V[1915], fasc. 1-3); nel 1913 partecipò alla secessione di Roma, dove espose anche nel 1914. Del 1917 è la mostra alla Galleria Cova di Milano (a Milano esporrà ancora nel 1919 alla Galleria Pesaro, insieme con A. Alciati e A. Wildt, e nel 1923 alla Bottega di poesia) e nello stesso anno, per La Lettura, illustra l'Incendio nell'oliveto di G. Deledda (alla quale è spesso accomunato dalla critica per aver fatto della Sardegna oggetto della sua ispirazione artistica).
Desideroso di ampliare i propri orizzonti e di attingere a nuove fonti di ispirazione, il B. passò gli anni 1924-27 in Africa (Libia, Cirenaica, Egitto), dove anche espose (1926, alla Galleria Paul di Alessandria d'Egitto; 1927, al Salon del Cairo); nel 1930 a Napoli e nel 1931 a Roma raccolse diverse tele di questo periodo in mostre di arte coloniale. Partecipò anche con scritti vivaci alla polemica artistica, specialmente in difesa degli artisti sardi: La I e la II Quadriennale,i parenti poveri, Sassari 1935 (una parte di questo ripubblicata in Sardegna folklore…, Biella 1943). Nel 1935 a Milano pubblicò, insieme con l'architetto G. V. Arata,Arte sarda, volume che raccoglie materiale inedito di carattere artistico e folcloristico ampiamente illustrato anche da suoi bozzetti. Nel 1925 aveva ottenuto la medaglia d'oro alla Mostra internazionale d'arte decorativa a Parigi, dove sarà presente anche nel 1937 (diploma d'onore). Nel 1932 decorò con cinque tele di soggetto folcloristico l'atrio della stazione ferroviaria di Tempio Pausania. Nel 1940 curò la decorazione dello scalone del palazzo di giustizia di Sassari e preparò i bozzetti per la decorazione della chiesa di Fertilia (Alghero; alcuni bozzetti sono conservati nella casa del parroco, altri sono dispersi; ne è stato tradotto in un grande mosaico nella chiesa solo uno, con Cristo risortofra due angeli). Partecipava intanto a numerose mostre collettive e personali in Italia e all'estero sia di pittura sia di incisione.
Il B. morì tragicamente ad Andorno Micca (Biella) il 20maggio 1945.
Autodidatta, dai numerosi soggiorni nell'interno della Sardegna, in Africa, in Piemonte, il B. trasse spunti e soggetti, di volta in volta adattando la sua arte a queste ispirazioni. Il suo maggior merito è di aver trasferito "in una terra forte, ma 'chiusa', nella tradizione, i gusti, le preziosità, i raffinati accostamenti di una scala cromatica moderna" (Branca, 1947). Dipinse a olio, a tempera, a pastello, e con molto successo si dedicò alla xilografia in nero e a colori: testimonianze della sua arte sono conservate in collezioni italiane e straniere, pubbliche e private (Milano, Museo Civico del Castello Sforzesco; Piacenza, Galleria Ricci-Oddi; Venezia, Galleria d'arte moderna; Chicago, Institute of Art, ecc.): una larga scelta è stata acquistata dalla Regione sarda per la costituenda pinacoteca di Sassari.
Si ricordano fra le mostre postume: 1947 (Cagliari, convitto nazionale; Sassari, università); 1949 (Cagliari, Galleria Della Maria); 1952 (Cagliari, Amici del Libro); 1961 (Sassari, Teatro civico, a cura del Comune); 1964 (Torino, palazzo Chiablese); 1965 (Sassari, padiglione dell'artigianato, 39 xilografie a uno, due o più legni; e ancora Sassari, Palazzo comunale, a cura della Galleria Garabello di Biella).
Bibl.: Un panorama assai ampio della personalità del B. sia come artista sia come uomo si ha nel volumetto: G. B. 1885-1945, Sassari 1947, al quale hanno collaborato: G. Abozzi, R. Branca, F. Ciusa, M. Delitala, S. Dessy, F. Figari, G. Leo, R. e V. Mossa, G. Pinna, S. Ruju, E. Tavolara; contiene alcune note biografiche (dalle quali appare che il B. avrebbe nel 1943 decorato il santuario di Oropa, ma nel santuario non esiste oggi traccia in base alle quale controllare la veridicità di tale notizia), oltre a una antologia di scritti sul B. apparsi sulla stampa dal 1917 in poi e a due lettere al B. della Deledda. Ottime riproduzioni sono in Omaggio a G. Biasi, con introduzione di E. Cozzani, Milano 1965 (catal. della mostra al Pal. com. di Sassari nel 1965). V. inoltre: V. Pica,Tre giovani artisti della Sardegna, in Emporium, XLVI (1917), pp. 3-17,passim; G. Marangoni,Sardegna pittorica,G. B., in Natura e arte, LII (1917-18), pp. 569-572; N. Barbantini,Mostre dei pittori B., Semeghini... (catal. Bottega di poesia), Milano 1923; R. Carta Raspi,Artisti,poeti e prosatori di Sardegna, Cagliari 1927, p. 157; M. Mazzucchelli, Le mostre personali alla Galleria delle arti ... G. B., in Rass. gallaratese di storia e arte, VIII(1937), pp. 25-29; G. Marangoni,Un pittore di vita: G. B., in La Cultura moderna,Natura e Arte, XLVII (1938), pp. 241-249; R. Calzini,Proiezioni di un pittore orientalista, in L'Illustraz. ital., 10luglio 1938, p. 44; E. Tavolara,G. B. pittore di Sardegna,ibid., 18maggio 1947, p. 408; Autori vari, in Il Convegno, V(1952), n. 1 (dedicato al B.), pp. 3-20; E. Tavolara, in Pittori sassaresi del primo Novecento, Milano 1962; M. E. Ciusa,G. B. nello sviluppo dell'arte ital. ed europea del suo tempo, in Studi sardi, XIX(1964-65), pp. 374-383; R. Branca,La xilografia in Sardegna, Cagliari 1965, pp. 23-33 e passim; C. L. R. [Ragghianti], in Arte mod. in Italia 1915-1935 (catal.), Firenze 1967, p. 4; H. Vollmer,Künstler-Lexikon des XX. Jahr.s, I, Leipzig 1953, p. 205; L. Servolini,Dizionario ill. degli incisori italiani, Milano 1955, pp. 87 s.