BISI, Giuseppe
Figlio di Tommaso, nacque a Genova il 10 apr. 1787. Del padre, pittore e plasticatore, sappiamo solo che nacque nel 1760 e che fu detto Bizzarri. Volontario nelle campagne napoleoniche, membro della cancelleria del viceré Eugenio di Beauharnais, insegnante per qualche tempo nel collegio reale delle fanciulle in Milano, divenne dopo la caduta del Regno italico il vedutista di moda. Partecipò alle esposizioni di Brera del 1833, 1835 e 1837.
Nel 1838 l'Accademia di Brera creò per il B. la cattedra della pittura di paesaggio, cattedra che egli tenne sino al 1856 con brillanti risultati e numerosi allievi.
Il B. morì a Varese il 28 ott. 1869.
Oltre che sui quadri di battaglia (Battaglia di Guastalla,Battaglia di Verona, acquistate da Carlo Alberto) e sulle composizioni storiche (Tommaso di Savoia che rapisce la figlia del duca di Ginevra), di un romanticismo tra Hayez e d'Azeglio sostenuto e mosso dalle risorse degli sfondi e dell'atmosfera, la fama del B. poggia sulle sue vedute ed è, se si esclude qualche opera giovanile di maniera un poco secca, una fama largamente meritata. Sappiamo che suoi paesaggi furono acquistati da sovrani e da nobili italiani e stranieri, ma soprattutto dall'aristocrazia e dalla borghesia lombarda. La Galleria d'arte moderna di Milano ha due vedute di Genova dall'alto; Brera, una Veduta di Bellagio; l'Ente Villa Carlotta (Cadenabbia), una veduta della Villa Sommariva, databile al 1823; due paesaggi sono conservati nella Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia. Le sue numerose vedute di paesi lombardi, di chiese e palazzi milanesi sono tuttora conservate presso privati e reggono il confronto con le opere di artisti più rinomati come Cannella o Migliara; esse costituiscono inoltre, per la precisione del dettaglio, un prezioso documento - dell'ambiente e del costume lombardo dell'epoca. Il rigore del segno, di ispirazione neoclassica, è alleggerito dalla vivacità dei colori, anche se talvolta un poco smaltati, e dalla tersa atmosfera in trasparenza di acque e di cieli. Da alcune sue vedute vennero tratte notevoli incisioni, cui egli stesso pose talvolta mano (serie della Via Mala presso lo Spluga, 1820-1825).
La moglie del B.,ErnestaLegnani, nata nel 1788 (a Lugano secondo lo Zani, il Le Blanc, il Thieme-Becker; a Milano, il 18 giugno, secondo altre fonti), fu scolara di G. Longhi e le sue incisioni, che spesso riproducono opere d'arte, ebbero larga e durevole fama. Nel 1810 vinse il premio per il disegno dell'Accademia di Brera. Morì a Milano il 13 nov. 1859.
Si ricordano di lei cinque tavole per la Pinacoteca del palazzo reale delle scienze e delle arti di Milano, edita dal cognato Michele Bisi coi tipi della Stamperia reale nel 1812-33 in tre volumi (I, tav. 11 e 17; II, tav. 8 e 13; III, tav. 3, da pitture di Palma il Giovane, Paris Bordone, Francia, Cavedoni e Marco d'Oggiono), e le effigi di Gaetana Agnesi, Vittoria Colonna, G. B. Monteggia per le Vite e ritratti di illustri italiani, editi a Padova nel 1812. Sono incisioni precise, larghe, chiare, di qualche morbidezza, dalle ombre appena accennate. Ma sono lavori, diciamo così, di serie, e anche nella sua produzione acquarellistica, soprattutto di ritratti, per la quale fu assai nota (Francesca e Marianna Borsieri,Ermes Visconti, Milano, Gall. d'arte moderna), la B. rivela buona tecnica, ma assenza di spirito creativo.
Il B. ed Ernesta Legnani ebbero due figlie: Antonietta e Fulvia.
Antonietta nacque a Milano il 15 ott. 1813 e fu allieva del padre, della madre e forse dello zio Michele. Si perfezionò comunque all'Accademia di Brera sotto lo Hayez, del quale subì l'influsso soprattutto nel ritratto. E come ritrattista divenne una beniamina della nobiltà lombarda più liberale, forse anche per i suoi fervidi sentimenti patriottici. Morì a Milano il 16 agosto 1866.
Quattro suoi ritratti a mezzo busto, di Enrico e Emilio Dandolo, del Generale Iacopetti e di Carlo Mancini, figurano tra le raccolte del comune di Milano (Museo del Risorgimento e Galleria d'arte moderna).
Fulvia nacque a Milano il 24 dic. 1818. Allieva del padre e compartecipe delle sue preferenze, si dedicò alla pittura di paesaggio seguendone brillantemente nei modi espressivi e nei gusti la complessa evoluzione lungo l'arco della sua lunghissima vita: lavorò sino a tardissima età e partecipò a moltissime esposizioni locali. Morì a Milano il 15 luglio 1911.
Partita dai nobili modi del padre (Naviglio di Pavia a Porta Ticinese, già nella racc. Beretta e ora al Museo di Milano), giunse, attraverso progressivi passaggi, al Turbine della Galleria d'arte moderna di Milano, presentato alla Esposizione nazionale di Milano del 1872, dove i modi spezzati, tra ombre e macchie, sono tra i più vivi e moderni del paesaggio italiano nell'ultimo quarto del secolo. Ottenuto nel 1845 il premio di Brera con un grande Paesaggio montano, dal 1852 al 1882 partecipò con un nutrito numero di opere a numerose Esposizioni di Milano. Espose anche a Parma nel 1870, a Firenze nel 1871, a Torino nel 1880 e nel 1884, a Venezia nel 1887, e prese parte anche all'Esposizione nazionale di Milano del 1881 con due paesaggi. Suoi quadri, che di preferenza raffigurano paesaggi lombardi e ticinesi, si trovano in varie raccolte private.
Bibl.: P. Zani,Enciclopedia metodica critico-ragionata delle Belle Arti, I, 4, Parma 1820, p. 75 (per Ernesta); Ch. Le Blanc,Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1854, p. 348 (per Ernesta); A. Caimi,Delle arti del disegno e degli artisti nella provincia di Lombardia dal 1777 al 1862, Milano 1862, pp. 71 (per Antonietta), 79 (per Ernesta), 92 (per Giuseppe e Fulvia); Id., in Atti dell'Acc. di Belle Arti, Milano 1875, p. 27; L. Malvezzi,Le glorie dell'arte lombarda, Milano 1882, p. 287 (anche per Ernesta); V. Bignami,La pittura lombarda nel secolo XIX, Milano 1900, pp. 35, 230 (anche per Ernesta); F. Malaguzzi-Valeri,Catalogo della Pinacoteca di Brera, Bergamo 1908, p. 373; G. Nicodemi,Catalogo della Pinacoteca Tosio-Martinengo, Bologna 1927, pp. 120, 124, 128; P. Arrigoni-A. Bertarelli,Piante e vedute di Lombardia, Milano 1931, nn. 358, 359, 387, 451, 479, 516, 582, 616, 2096, 3221, 3470, 3789; G. Nicodemi -M. Bezzola,La Gall. d'arte moderna del Comune di Milano. I dipinti, Milano 1935, pp. 56 (per Ernesta e Antonietta), 57 (per Fulvia), 58 (per Giuseppe); E. Tea,L'Acc. di Belle Arti a Brera. Milano, Firenze 1941, p. 81; A. Ottino Della Chiesa,Villa Carlotta, Milano 1962, pp. 56, 94, 105 s.; G. K. Nagler,Künstler-Lexikon, I, Leipzig 1835, p. 533; U. Thieme-F. Becker,Künstler-Lexikon, IV, pp. 60 s. (alle singole voci); A. M. Comanducci,Diz... dei pittori ital. moderni, I, Milano 1945, p. 72 (alle singole voci).