BORSATO (Borsatto), Giuseppe
Figlio di Marco, pittore d'ornati anch'egli, nacque a Venezia nel 1770; nel 1791-92 figura iscritto all'Accademia di Belle Arti di Venezia, dove studiò prospettiva con il Mengozzi Colonna. Durante un soggiorno a Roma frequentò l'ambiente del Canova; tornato a Venezia nel periodo della dominazione austriaca, si dedicò alla pittura di vedute e al genere decorativo, svolgendo la sua attività in provincia, specie a Treviso, dove eseguì la decorazione per il teatro Onigo (1805). Acquistò fama nel periodo napoleonico, disegnando gli apparati per le feste e decorando nel palazzo reale (ala napoleonica e Procuratie Nuove), la camera dell'imperatore e la sala del trono. Lavorò quindi nella villa di Stra, affrescando il soffitto della sala da pranzo, la stanza da bagno, la sala delle dame, e varie altre: suo collaboratore per la figura, in tutto questo periodo, era C. Bevilacqua.
Dopo aver costruito un arco di trionfo sul Canal Grande per l'arrivo del principe Eugenio di Beauharnais, decorò nel 1807 un altro arco, fatto da Giannantonio Selva, per l'entrata di Napoleone (nel Museo della Malmaison, due quadri del B. riproducono tali decorazioni; Hubert, p. 264 e n. 2). Nel 1810 diventò scenografo ufficiale del Teatro La Fenice, carica che tenne per dieci anni; dal 1813 aveva come aiuto F. Bagnara al quale spettano molte scene che passavano per invenzione del B. (cfr., per questo aspetto della sua attività, Encicl. dello Spettacolo).Nel 1810 presentò al viceré una Veduta del ponte di Rialto;l'anno dopo, per le luminarie in occasione della nascita del re di Roma, costruì una colonna a spirale collocata poi in mezzo alla piazza. Nel 1812 venne nominato professore di ornato all'Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel 1814, dopo il rifacimento architettonico del Santi, decorò la nuova sala del trono nel palazzo reale assieme a O. Politi al quale spetta il tondo centrale con la Allegoria della Pace;affrescò inoltre la galleria prospiciente la piazza, sorta con la nuova sistemazione.
I cambiamenti politici non influirono sulla posizione del B.: nel 1816 disegnò la "Galleggiante" per il ricevimento dell'imperatore Francesco I d'Austria, e l'anno seguente dipinse il salone di musica del palazzo Albrizzi. Dall'Omaggio delle provincie venete alla Maestà di Carolina Augusta (Venezia 1818) risultano, tra i quadri offerti, due dipinti del B. (uno rappresenta l'Interno di San Marco il 7 maggio 1815 quando le province prestarono giuramento di fedeltà all'arciduca Giovanni delegato dell'imperatore; l'altro lo Sbarco dei cavallidi bronzo di S. Marco restituiti dalla Francia); sempre del B. era il disegno del tavolo rotondo con smalti legati in oro e argento sostenuto da un tripode in bronzo fuso da B. Bongiovanni, offerto nella stessa occasione. Nel 1818 dipinse anche una Veduta della cappella di S. Zeno per A. Diedo, incisa da Antonio Nani. L'anno dopo, a Padova, decorò con F. Bagnara i palchetti nel Teatro Nuovo, per il quale nel 1824 dipingerà il soffitto (opere distrutte). Del 1822 è il quadro raffigurante Le onoranze in morte del Canova (ora alla Galleria d'arte moderna di Ca' Pesaro a Venezia). Nel 1824 dipinse il soffitto del teatro di Udine e lavorò in quello della Fenice a Venezia. Nello stesso anno disegnò il monumento commemorativo al Canova per l'Accademia di Venezia. Quando il barone Treves (1827) comprò l'Ettore del Canova, lo mise con l'Aiace in una sala del suo palazzo sul Canal Grande appositamente arredata dal Borsato. Nel 1828 dipinge La visita del conte Leopoldo Cicognara al mausoleo del Canova ai Frari, al Museo Marmottan di Parigi. Del 1832 sono: Il ponte di Rialto ora alla Galleria d'arte moderna di Venezia, la Porta Ticinese a Milano della coll. Treves (Venezia) e Il molo con neve, assai lodato dai contemporanei ma noto unicamente attraverso la riproduzione nel volume Gemme dell'arte italiana, Milano-Venezia 1874. Nel 1833 fece un progetto per il Teatro Vendramin a San Luca (disegno al Museo Correr). Allo stesso anno sono datate due pitture nella coll. Treves raffiguranti scene delle opere Semiramide e Danae. Nell'anno seguente decorò in stile neopompeiano la sala dei pranzi di corte in palazzo reale, anche oggi la sua opera più apprezzata, dove nelle fasce a grottesche, con i motivi astrologici dei dodici mesi dell'anno, inserì medaglioni con palazzi, ville e località famose del regno lombardo-veneto. Nel 1837, dopo l'incendio, presentò un progetto di soffitto per La Fenice, che però non venne accettato.
Nel 1843 eseguì il dipinto con la Visita degli Imperiali d'Austria alla sala Canoviana di palazzo Treves, tuttora ivi custodito, e l'Interno della chiesa dei SS. Giovanni e Paolo (ora al Museo Correr). Del 1846 sono una replica dell'Entrata diNapoleone a Venezia, nella Pinacoteca Ambrosiana di Milano, e la Visita del doge alla Scuola di S. Rocco, nel Museo Correr. Nel 1849 dipinse l'Interno della chiesa dei Frari durante la costruzione del monumento a Tiziano, ultimo suo lavoro, acquistato da una principessa russa.
Morì a Venezia il 15 ott. 1849.
Molti dipinti del B. si trovano alla Malmaison, altri nel palazzo del Belvedere a Vienna; a Venezia, oltre che vari palazzi e teatri, il B. decorò a fresco la chiesa del SS. Nome di Gesù e il palazzo patriarcale.
La produzione vedutistica del B. ha un valore prevalentemente documentario e illustrativo, confondendosi con quella del contemporaneo Lattanzio Querena. Interessano di più le decorazioni nelle quali risente, attraverso lo Jappelli, dell'influsso oltremontano, inglese e francese. Assai gradevole e gustoso il B. si presenta nelle arti applicate, cioè nei disegni per camini, candelabri, specchiere, lucerne, calamai, tripodi, letti, giardiniere, acquasantiere, tavoli da lavoro, mobilia in genere, ecc. A questo riguardo notevole interesse riveste il volume pubblicato a Venezia nel 1831 Opera ornamentale con cenni storici dell'ornato italiano nel quale il B. raccolse i propri disegni ad uso degli scolari dell'Accademia (molti vennero poi inseriti nella pubblicazione del Percier, 1843).Certo la sua opera di maestro dovette essere importante, come riconosce G. Antonelli dedicandogli nel 1843 La collezione de' migliori ornamenti antichi della città di Venezia (Genova 1874).
Il B. disegnò le decorazioni interne e i mobili del tempio di Possagno; fra gli oggetti da lui disegnati, si conservano tuttora - all'Accademia di Belle Arti di Venezia - un vaso di porfido contenente la mano destra di Canova, nonché una sedia e un tavolo; sono di sua invenzione pure il lampadario nella chiesa di S. Maria della Salute (1836) e un altro nella chiesa di S. Giorgio dei Greci (sempre a Venezia); disegnò inoltre la nuova cornice della Pala d'oro (1842)nella Basilica marciana.
Fonti eBibl.: Documenti sul B., trovati dalla dott. M. P. Sartori, si conservano a Venezia presso l'Archivio di Stato, all'Accademia di Belle Arti, e inoltre numerose lettere nell'epistolario Diedo al Museo Correr. G. A. Moschini, Della letteratura veneziana, Venezia 1806, III, p. 86; A. Morelli, Descrizione delle feste celebrate a Venezia per la venuta di S. M. Imperiale Napoleone Massimo, Venezia 1808; F. Maniago, Guida di Udine, Udine 1825, p. 62; G. A. Moschini, Nuova guida per Venezia, Venezia 1828, p. 139; L. Crico, Lettere sulle belle arti trevigiane, Treviso 1833, pp. 135, 190, 297; P. Chevalier, Del professor B. e di alcune sue recenti pitture, Venezia 1834; P. Zandomeneghi, in Vaglio, agosto 1836, n. 33; F. Zanotto, Storia della pittura veneziana, Venezia 1836, p. 429; L. Cicognara-A. Diedo-G. A. Selva, Le fabbriche e i monumenti cospicui di Venezia, Venezia 1838, I, p. 113; Ch. Percier-P. F. L. Fontaine, Recueil de décorations intérieures..., Venezia 1843, Aggiunta, tavv. 1-48; G. Bonadei, Necrologio a G. B., in Gazzetta di Venezia, 19 ott. 1849; A. Pasini, Il tesoro di S. Marco in Venezia, Venezia 1886; F. A. Nani-Mocenigo, Della letteratura veneziana del secolo XIX..., Venezia 1916, p. 227; M. P. Sartori, G. B., tesi di laurea all'università di Padova, 1951; E. Bassi, La Gipsoteca di Possagno..., Venezia 1957, pp. 188, 270, 272; G. Hubert, La sculpture dans l'Italie napoléonienne, Paris 1964, pp. 264, 440 nota, 442 nota; U. Thieme-F. Becker. Künstlerlexikon, IV, p. 377; Encicl. dello Spett., II, coll. 860 s.