DANIELI, Giuseppe
Figlio di Paolo e di Maddalena De Cian, nacque a Belluno il 10 maggio 1865. Fu allievo dell'accademia di belle arti di Venezia dove si formò alla scuola di Luigi Nono, che gli trasmise la sua passione per le ricerche luministiche e la ricca tavolozza, influenzandone lo stile soprattutto nei dipinti giovanili; ottenne premi e consensi nei concorsi indetti dall'accademia stessa. Assimilò, inoltre, la lezione degli altri veneti che in quegli anni avevano scelto le tematiche del paesaggio e della pittura di genere: G. Favretto, G. Milesi, Guglielmo e Giuseppe Ciardi, P. Fragiacomo, E. Tito.
Nel 1897 il D. espose le opere Giornata grigia e Sul tramonto alla III Triennale di belle arti di Brera (p. 49 del catal.) dove si trovò insieme ai veneti B. Bezzi, Guglielmo e Giuseppe Ciardi. Fra le altre opere esposte, avevano particolare rilievo proprio i quadri di paesaggio, soprattutto per la presenza di L. Delleani, E. Reycend, G. Sacheri, E. Gignous, E. Gola.
Nel 1898, il D. fu presente alla Esposizione nazionale di belle arti di Torino con l'opera Riflessi di tramonto che fu riprodotta nel catalogo (n. 980) e fu accostata in una saletta della mostra ai paesaggi di A. Luxoro e F. Maragliano.
L'importanza della partecipazione dei D. a tale rassegna è data dal suo accostamento a pittori già operanti da alcuni anni in Italia che rivelavano una notevole diversificazione di formazione e di personalità artistica: da Previati a Pellizza da Volpedo, dai paesaggisti della scuola piemontese (Avondo, Delleani, Reycend) a quelli della scuola veneta, dai macchiaioli Fattori e Signorini alle sperimentazioni tecniche di Nomellini e dei suoi seguaci liguri Sacheri e Maragliano.
Questi anni di intensa attività espositiva culminarono nella III Biennale di Venezia del 1899 in cui il D. presentò il dipinto ad olio Sull'imbrunire - Alta montagna (p.85 del catal.), che confermava la sua predilezione per lo studio degli effetti luminosi crepuscolari nel paesaggio. In quell'anno a Venezia l'artista ebbe modo di ampliare come mai prima i suoi orizzonti culturali, venendo direttamente a conoscenza della pittura tedesca e svizzera (F. v. Lembach e A. Böcklin), del paesaggismo dei Paesi Bassi (H. Mesdag), del simbolismo francese (H. Le Sidaner) e italiano (A. De Carolis, G.A. Sartorio, F.P. Michetti, Nino Costa).
Da queste molteplici esperienze il D. trasse numerosi insegnamenti, accostandosi ora ai modi di Delleani e dei paesisti piemontesi eredi della scuola di Rivara ora a quelli dei liguri della scuola di Albaro; inoltre non fu insensibile a certe suggestioni di matrice simbolista che si avvertono in alcuni oli, quali Preghiera serale, Suore in riva al lago, Paesaggio lacustre, Contemplazione e in alcuni pastelli particolarmente significativi: Tramonto romantico, Sogni, Evelina.
Resta comunque certa la sua fedeltà ai modi artistici e ai temi della sua formazione, ai quali ritornò ripetutamente: di gusto tardo ottocentesco e tipicamente veneziane o chioggiotte sono Festa del Signore, Dopo il vespro, Ciacole, Canale di Chioggia, Ritorno di papà, Notizia tragica, Vecchio violinista.
La sua produzione, molto vasta, è di assai difficile datazione non presentando fasi evolutive di sicura individuazione.
Non mancano dipinti di soggetto sociale, privi peraltro di una vera volontà di denuncia, databili con approssimazione all'ultimo decennio dell'800: La fonderia, Ritorno dal lavoro, Sosta alla fonte, Ritorno dai campi, Ultimo lavoro.
Oltre che alla pittura il D. dedicò la sua vita all'insegnamento del disegno nelle scuole professionali; soggiornò pertanto in varie regioni d'Italia e altre ne visitò. Si trasferì in Sicilia, a Lentini e a Sciacca, quindi fece ritorno nel Veneto, a Chioggia; successivamente andò a Porto Maurizio in Liguria, quindi nel 1915 a Cuneo che lasciò solo nel 1919 per trasferirsi a Verona.
Contemporaneamente proseguì la sua attività espositiva: nel 1904 partecipò all'Esposizione internazionale di Monaco di Baviera con le opere Pescheria di Chioggia e Ritorno dal lavoro; nel 1906 presentò all'Esposizione della Promotrice di belle arti di Firenze Canale a Chioggia (premio del municipio di Firenze) e Lago alpino di sera; nel 1908, ancora a Firenze, espose Inverno a Chioggia e All'Ave Maria (nn. 95 e 353 del catal.). Nel 1910 presentò nella Mostra della Società di belle arti di Genova Studi e impressioni, Vecchi cantieri, Canale di pescatori, Alto Cadore (cfr. A. Balbi, in Il Lavoro, 14 maggio 1910) e si ritrovò ancora una volta tra i colleghi Reycend, De Avendano, Sacheri presenti a questa rassegna.
La prima ed unica mostra personale del D., lui vivente, fu allestita nel 1917 a Cuneo e alcune delle opere esposte furono acquistate dal Museo di Bra. Il soggiorno cuneese gli diede la possibilità di gite nelle vallate alpine e di escursioni in alta montagna, che gli fornirono innumerevoli spunti paesistici.
Nelle ultime opere il D. abbandonò il paesaggio e scelse come soggetti dei suoi quadri immagini e scene di vita familiare: Ritratto di famiglia, L'attesa degli esami, Ragazza che studia, Lettura in riva al lago, Piazza Bra a Verona, Passeggiata. In esse è evidente l'impossibilità dell'artista chiaramente estraneo, peraltro, alle avanguardie, di trovare nuove vie di autentica ispirazione per la sua arte: forse anche per questo, oltre che per i problemi di salute che lo affliggevano, egli si uccise a Verona il 25 maggio 1931.
Nel 1942 opere del D. furono esposte a Torino presso la Società promotrice di belle arti; in questi ultimi anni in gallerie private piemontesi, e in particolare a Torino, sono state intraprese iniziative di diffusione e valorizzazione della sua opera rimasta per lungo tempo in ombra.
Fonti e Bibl.: A. M. Comanducci, Pitt. ital. d. Ottocento, Milano 1935, p. 175 (2 ediz., ibid. 1945, p. 204); J. Simeoni Zanollo, Ricordo di G. D., in Vita veronese, agosto-settembre 1964, pp. 399 ss.; M. Bernardi, Delicato artista della laguna, in La Stampa, 2 marzo 1973; G. L. Marini, G. D.,in Diz. encicl. Bolaffi dei pittori ed. incisori ital., IV,Torino 1973, p. 116; A. Mistrangelo, G. D. (catal.), Torino 1975; M.Bernardi, G. D. (pastelli, acquerelli e disegni) (catal.), Torino 1976; A. Mistrangelo, Omaggio al mondo contadino. Catal. d. Mostra internaz. dipittura della città di Canale, Canale d'Alba 1977, ad Ind.; Catal. Bolaffi d. pittura ital. d. Ottocento, VII, pp. 99 s.