DARDANI, Giuseppe
Figlio di Francesco e di Domenica Zanotti e fratello di Antonio, nacque a Bologna nel 1693. È probabile che sia stato allievo di figura del figlio di Giovanni Viani, Domenico. Più portato alla pittura di paesaggio, si diede a studiare e ad eseguire copie di paesaggi di diversi autori con particolare interesse per quelli del pittore di formazione napoletana Nunzio Ferraioli, presente a Bologna dai primi anni del Settecento. Secondo l'Oretti nel 1712 fu invitato a Bastia dal vescovo di Mariana per decorare con pitture di paesaggio il palazzo vescovile: si trattenne in Corsica per 17 mesi e qui, oltre a dipingere nelle sale del vescovado, dipinse ad acquarello vedute della Corsica in un album che, ritornato in patria, gli servì come fonte di ispirazione per numerose pitture a tempera e ad olio.
L'Oretti ricorda, a Bologna, paesaggi ad olio, elaborati sugli studi eseguiti in Corsica e sullo stile del Ferraioli, nella casa di Giovanni Battista Facci e altri a tempera presso il padre filippino U. Savorgnani, collezionista e amico di vari pittori con particolare interesse agli artisti appartenenti alla famiglia Dardani.
La specializzazione paesistica del D., oltre che nei quadri da cavalletto, si esprime anche nella scenografia teatrale: per il teatro Pubblico di Medicina (località del Bolognese da dove, secondo il cronista settecentesco E. Gasperini, provenivano i Dardani) eseguì nel 1738 la scena della "boschereccia" accanto ai pittori prospettici Pietro Scandellari e Giovanni Antonio Bettini (Gasperini).
Il D. operò inoltre in decorazioni per edifici religiosi: in S. Pietro Martire di Bologna dipinse Episodi della vita di s. Pietro con ampi paesaggi; nella chiesa di S. Girolamo di Miramonte decorò le pareti e la cupola della cappella dell'Annunziata; nella chiesa dei servi ornò la cappella Bolognini intorno al quadro del Tiarini (opere scomparse). L'Oretti riferisce inoltre che il D. eseguì "molti arazzi" dipinti per un palazzo di Crema.
Il D. morì a Bologna il 16 febbr. 1753, all'età di 60 anni, nella parrocchia di S. Caterina di Strada Maggiore ove fu sepolto (Archivio parrocchiale, Libro dei morti).
Oggi della produzione del D. non resta pressoché nulla che gli si possa attribuire con certezza. Come il fratello Antonio e il nipote Luigi, anche i figli del D. e della moglie Teodora Merelli, Paolo e Pietro, in forma diversa, si distinsero nell'ambiente artistico bolognese.
Fonti e Bibl.: Medicina, Arch. stor. comunale, cart. 179,fasc. Teatro; Ibid., Arch. parrocchiale: E . Gasperini, Diario [ms.], giugno 1738;Bologna, Bibl. comunale dell'Archiginnasio, ms. B 134: M. Oretti, Notizie dei professori del disegno...,c. 39; Guida... di Bologna...,Bologna 1792 (cfr. Indice in Ist. per i Beni artist. ... della Reg. Emilia Romagna, Documenti, 8,Bologna 1979, p. 63);L. Samoggia, Il teatro pubblico di Medicina nei secc. XVII e XVIII, in Il Carrobbio, IV (1978), pp. 401 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VIII, p. 395.