FABRETTI (Fabbretti), Giuseppe
Scarse sono le notizie sulla vita del F., che fu attivo come pittore ornatista e paesista a Imola nel sec. XVIII. Non se ne conoscono gli estremi biografici: nacque probabilmente nell'ultimo quarto del secolo XVII. Risentì degli influssi di Ercole Graziani il Vecchio, del quale, secondo Pietro Meloni e secondo l'abate G. Villa (1794), fu scolaro per un certo periodo a Bologna.
Venne soprannominato il "pittorino da Imola" dai biografi locali per una certa facilità esecutiva a cui si univa una "smania" di dipingere un po' di tutto, tanto da adattarsi anche ad eseguire lavori di lieve importanza (Gambetti, 1925).
La sua attività di ornatista nelle chiese imolesi (anche se gran parte dei suoi lavori sono andati distrutti) è attestata dalle fonti e dalle guide.
Dagli Stati d'anime della parrocchia di S. Giacomo Maggiore a Imola il F. risulta ivi residente nel 1715 in una casa in via Emilia insieme con la seconda moglie Orsola Montanari; alcuni anni dopo è documentato in via Gambellara di fronte alle monache di S. Domenico, dove rimase fino al 1739; nel 1732 figura coniugato con Maria Landi. Del 1735 e del 1741 sono due testamenti, del F. (conservati presso la Sezione di Arch. di Stato di Imola), consegnati al notaio Clemente Morini, in cui chiedeva di essere seppellito nella chiesa della compagnia del Ss. Sacramento (distrutta, i registri parrocchiali dispersi).
Lo Zani (1821) e il Giordani (1826) lo considerano ancora vivente nel 1760 senza però produrre alcuna documentazione.
Pittore di modesta importanza, il F. conobbe, probabilmente, la miglior produzione bolognese più che attraverso il Graziani (mancano infatti notizie che confermino un soggiorno bolognese del F.) tramite l'amico e maestro Giuseppe Maria Bartolini, che studiò disegno e pittura a Bologna e a Forlì (Oretti, mss. B. 129, B. 130, B. 131; cfr. anche rogiti C. Morini, 19 ag. 1730). Furono infatti numerosi i contatti del F. con il Bartolini con cui collaborò ad alcune decorazioni fra cui l'ornato al S. Francesco Saverio di Giacomo Cavedoni in S. Agata.
Il F. decorò molte chiese delle confraternite religiose imolesi chiuse al culto durante la Repubblica Cisalpina e non più riaperte (Foschini, 1944), fra le quali figurano quella del Nome di Maria (decorazione di tutta la chiesa), S. Giuliano (ornato alla cappella della Natività e omonimo dipinto) e S. Francesco (ornato alla Crocefissione di G. Giuliani).
Altri suoi lavori furono una Madonna protettrice dei pellegrini sopra il portale del vecchio ospedale, che andò distrutta in seguito all'abbandono dell'edificio per la nuova sede (1799), la decorazione dell'altare maggiore della chiesa di S. Giovanni, che venne ricoperta quando nel 1803 il parroco Vincenzo Meloni fece ridipingere la chiesa da Antonio Villa e Pietro Meloni (M. G. Alberti, Un singolare capitolo della cultura imolese nel secondo Settecento..., in IlCarrobbio, VIII [1982], p. 13) e una "grande arma" nella sala di palazzo Tozzoni (con gli scudi laterali di F. Chiusuri).
L'unica committenza nota fuori Imola è quella per l'altare maggiore dei cappuccini di Lugo (Meloni).
Le indicazioni invece fornite da Pietro Meloni riguardo alla attività del F. nella chiesa di S. Giacomo Maggiore (affreschi della volta dello scalone), in quella di S. Maria dei Servi (lunette con episodi della peste) e nella chiesa della Ss. Annunziata delle cappuccine (ornato alla Annunciazione di Sebastiano Savorelli e alla Madonna in trono e santi di Giovan Battista Marconi) non vengono confermate dagli studi locali su questi edifici (cfr. Fiorentini, 1981; A. Meluzzi, La chiesa S. Maria dei Servi, Imola 1959, p. 21; Villa, 1794, M. Bietti-G. Cammarota, Donzelle e cappuccine. Il conservatorio della Ss. Annunziata a Imola, Bologna 1985, pp. 40-47, 66).
Fonti e Bibl.: Imola, Arch. parrocchiale di S. Giacomo, Libro per lo studio d'anime... 1715-1739; Sezione di Arch. di Stato di Imola, Notarile, Not. C. Morini, vol. XXXIV, 20 febbr. 1730; vol. XXXIX, 3 genn. 1735; vol. XLIII, 29 genn. 1741; Bologna, Bibl. comunale dell'Archiginnasio, ms. B. 133, M. Oretti, Notizie dei professori del disegno... [sec. XVIII], c. 282; Ibid., ms. B. 129, c. 443; ms. B. 130, c. 290; ms. B. 131, c. 120; Imola, Biblioteca comunale, ms., R. Galli, Imolesi illustri, nn. 191, 215; Ibid., ms. n. 43, G. Villa, Pitture della città di Imola... [1794], cc. 366, 367, 438, 1098, 1099, 1101, 1132; Id., Guida pittorica di Imola [1796], a cura di G. Gambetti. Bologna 1925, pp. 41 s., 47, 76 s., 79; Bagnara, chiesa parrocchiale, P. Meloni, Mem. delli pittori scultori ed architetti della città e diocesi di Imola [ms. sec. XIX], ad vocem; Archivio di Stato di Bologna, Demaniale, Monastero delle cappuccine di Imola, 7-8233, c. 120; 9-8235, c. 548; 10-8236, c. 134; P. Zani, Enciclopedia metodica..., I, 8, Parma 1821, p. 168; Bologna, Bibl. comunale dell'Archiginnasio, ms. B. 1809, G. Giordani, Memorie manoscritte intorno alle opere de' pittori... [1826], cc. 21-30, 63; I. Fanti, Sguardo retrospettivo all'arte in Imola, Imola 1883, pp. 8 s.; M. Rossi, Guida di Lugo, Lugo 1925, pp. 161-165; G. Foschini, Chiese esistenti nella città di Imola nell'anno 1800, in Atti dell'Ass. per Imola storico-artistica, Imola 1944, pp. 11 ss.; R. Fiorentini, IlCarmine d'Imola in Borgo S. Giacomo, Imola 1981, pp. 56, 346 s.; A. Mazza, La collezione di pal. Tozzoni a Imola. Ipotesi per un catalogo, Bologna 1981, p. 5; M. G. Alberti, Un singolare capitolo della cultura imolese nel secondo Settecento…, in Il Carrobbio, VIII (1982), p. 13.