Gadda, Giuseppe
Uomo politico (Milano 1822 - Rogeno, Como, 1901). Laureatosi in giurisprudenza a Pavia nel 1846, si accostò al mazzinianesimo e combatté nelle Cinque giornate di Milano e nella successiva campagna del Veneto. Dopo il ritorno degli austriaci e la morte, nel 1849, del padre, che gli aveva lasciato il suo studio legale, abbandonò la militanza politica per dedicarsi alla professione. Il ritorno alla vita pubblica avvenne solo nel 1859 quando, all’indomani di Magenta, il Comune di Milano lo mise alla testa di una commissione per la difesa delle proprietà municipali. Si era nel frattempo spostato su posizioni moderate, divenendo un sostenitore della politica cavouriana. Deputato della Destra dal 1860 al 1865, abbandonò ben presto la Camera per entrare nella carriera prefettizia. Fu prefetto di Lucca dal 1862 al 1864, poi di Foggia e dal 1865 al 1867 di Perugia. Dopo aver sventato il primo tentativo di Garibaldi di raggiungere Roma, di fronte alle incertezze e le ambiguità di Rattazzi e del re, decise alla fine di tollerare la formazione delle bande dei volontari e le rifornì anche di armi, consentendo inoltre a Garibaldi di prenderne il comando. Chiusasi la crisi con l’arrivo dei francesi e la sconfitta di Mentana, Gadda riuscì a evitare il trasferimento in Sicilia e venne destinato a Padova dove rimase dal 1868 al 1869, anno in cui fu chiamato a svolgere le funzioni di segretario generale dell’Interno e fu nominato senatore. Ministro dei Lavori pubblici nel governo Lanza, nel 1871 ottenne l’incarico di Alto commissario regio straordinario per la città e la provincia di Roma e fu lui a predisporre il passaggio della capitale. Lasciato il ministero, fu prefetto di Roma dal 1871 al 1876. Nel 1878 gli venne assegnata la prefettura di Verona che resse fino al 1884 allorché fu destinato a Firenze. La sua carriera prefettizia si chiuse col collocamento a riposo su sua domanda nel 1889. Negli anni seguenti continuò a partecipare ai lavori del Senato e nel 1896 fu nominato commissario della Cassa depositi e prestiti e poi membro della commissione per l’esame dei disegni di legge sui trattati di commercio e le tariffe doganali. Ha lasciato interessanti Ricordi (1899).