Narratore e drammaturgo (Colleretto Parella, od. Colleretto Giacosa, 1847 - ivi 1906). Il suo teatro passa dalla rievocazione del mondo storico, soprattutto medievale (Una partita a scacchi, 1873; Il Conte Rosso, 1880; La signora di Challant, 1891; ecc.), al naturalismo e allo psicologismo proprî del tempo. Significativi, per l'accortezza, appunto, dell'indagine psicologica nell'ambito di una situazione realisticamente tesa, sono i tre drammi: Tristi amori, 1887; I diritti dell'anima, 1894; Come le foglie, 1900, quest'ultimo espressione di un mondo in decadenza e insieme sottile studio di sensibilità in conflitto. Le sue prose (Novelle e paesi valdostani, 1886; ecc.) hanno toni felici soprattutto nella rievocazione del vecchio mondo piemontese. Notevole la sua acuta interpretazione, non priva di un sottofondo lirico, dell'anima borghese del tempo, combattuta fra il naturalismo trionfante, le vecchie nostalgie sentimentali romantiche, le nuove e incerte aspirazioni idealistiche. Per il taglio delle scene, l'esperta costruzione delle vicende e la struttura del dialogo, oltre che per la tecnica dell'azione drammatica, G. è uno dei più interessanti commediografi del suo tempo. G. è, con L. Illica, autore di tre famosi libretti per la musica di G. Puccini: La Bohème (1869), Tosca (1899) e Madama Butterfly (1903).