GIOVANNETTI, Giuseppe
Nacque a Lucca il 16 marzo 1788 da una famiglia di austere tradizioni che, volendo avviarlo alla carriera ecclesiastica, lo fece entrare giovanissimo nel seminario arcivescovile di Lucca. Il G. mostrò tuttavia una forte avversione per quello stile di vita: ben presto interruppe gli studi e quattordicenne fuggì dalla casa paterna per recarsi a Milano dove la neoistituita Repubblica Italiana sembrava offrirgli l'occasione per abbracciare, sulla spinta delle diffuse suggestioni napoleoniche, la carriera delle armi. Tuttavia fu solo dopo numerosissime insistenze che nel giugno 1802 il G. fu accolto con funzioni di trombettiere nei ranghi del battaglione degli ussari italiani, poi denominati dragoni Napoleone. Impegnato presto nelle vicende belliche che in quegli anni coinvolsero anche le truppe italiche, il G. ebbe dunque modo di sperimentare la propria attitudine militare e, dopo essersi distinto nella guerra contro la terza coalizione, prese parte attiva, sotto la direzione del generale A. Masséna, alla conquista del Regno di Napoli. Proprio a seguito del suo comportamento, già il 16 sett. 1806, ancora diciottenne, il G. conseguì la promozione a brigadiere. Successivamente seguì le sorti dei dragoni chiamati a combattere contro la coalizione antifrancese nel Nord dell'Europa ove si distinse durante l'assedio della città di Stralsund in Pomerania (1807). Subito dopo, schierato sempre con i dragoni, passò a combattere in Spagna sotto il comando del generale Ph.-G. Duhesme.
L'esperienza spagnola costituisce una della pagine più importanti della carriera del giovane sottufficiale, che il 27 apr. 1808 ottenne, insieme con il grado di furiere, il controllo della contabilità di tutto il suo reparto. Distintosi nella battaglia di Manresa, in Catalogna, il 1° apr. 1811 conquistò, oltre alla menzione d'onore sul "giornale militare", anche la promozione al grado di maresciallo d'alloggio. Il G. ebbe ancora altre soddisfazioni dai campi spagnoli, e in particolare il 25 ott. 1811, durante la battaglia di Sagunto, assieme con altri 14 dragoni riuscì a rompere la resistenza di un intero battaglione nemico, conquistando direttamente sul campo l'Ordine della Corona di ferro, il massimo riconoscimento militare. Al ritorno in Italia il G. fornì ulteriori prove di coraggio e di eroismo nella guerra contro la sesta coalizione: tra il 9 e il 10 nov. 1813, lungo il fiume Adige, nei pressi di Ala, benché ferito a una spalla, fu alla testa di un plotone di coraggiosi che si lanciò contro il nemico. Ciò gli valse la promozione al grado di sottotenente.
Nella crisi finale della dominazione napoleonica il G., pur di non passare con i dragoni sotto il comando degli Austriaci, rifiutò ogni offerta di promozione e si congedò facendo ritorno a Lucca presso la famiglia. Là, anche per necessità economiche, si adattò a svolgere la funzione di tenente delle truppe guardacoste dislocate a Viareggio. Solo il 25 febbr. 1818 la duchessa Maria Luisa di Borbone Spagna, cui il congresso di Vienna aveva affidato temporaneamente il Ducato, chiamò il G. nella capitale con il grado di capitano aiutante maggiore di tutte le truppe lucchesi, conferendogli successivamente anche l'incarico di organizzare il corpo dei cacciatori a cavallo che pur con pochi mezzi divenne ben presto uno dei migliori dell'esercito lucchese.
Il 26 dic. 1822 il G. fu nominato capitano comandante dei fucilieri e pochi anni dopo passò ai granatieri fino a che, il 3 ag. 1829, fu promosso maggiore comandante del battaglione "Carlo Lodovico" e, dal dicembre 1835, comandante in capo dell'esercito. Nell'agosto 1835 gli era stato inoltre riconosciuto l'incarico di presidente dell'amministrazione militare lucchese. Promosso tenente colonnello il 2 luglio 1842, dovette presto fare i conti con le velleità del figlio del duca, Ferdinando, che si atteggiava a c0ndottiero e che il 6 ag. 1847 lo mise a riposo. Finalmente, una volta avvenuto il passaggio dei territori del Ducato lucchese sotto la sovranità del Granducato di Toscana, il G. venne chiamato da Leopoldo II a comandare la piazza di Firenze.
Quando, nel marzo 1848, anche la Toscana decise di dare il proprio contributo alla guerra del Piemonte contro l'Austria, il G. fu chiamato a organizzare in tutta fretta un corpo di spedizione. Partite per i campi della Lombardia alla fine di marzo, a fine maggio le truppe del G. erano schierate a ridosso di Montanara: e qui il 28 e 29 maggio subirono una pesante sconfitta, conseguenza della superiorità strategica e tecnica dell'esercito imperiale. Vinti e sopraffatti in numero e forze dagli Austriaci, i militari comandati dal G. furono costretti a ritirarsi verso Mantova e poi, tra insubordinazioni e sconforto, a ripiegare verso la Toscana.
Proprio sulla via del ritorno, in località Pecorile presso Reggio nell'Emilia, durante un alterco con un sergente del suo reggimento, il 9 ag. 1848 il G. fu colpito a tradimento e ucciso.
Fonti e Bibl.: Presso la Biblioteca nazionale di Firenze, nel fondo Carteggi, sono conservate circa 10 lettere di mano del G. o a lui indirizzate da mittenti vari. Nella Biblioteca statale di Lucca sono presenti, nel fondo Manoscritti, 5 lettere del G. a vari. Tra le fonti edite: C. De Laugier, Fasti e vicende dei popoli italiani dal 1801 al 1815, o Memorie di un ufficiale per servire alla storia militare italiana, X, Firenze 1836, p. 274; A. Zanoli, Sulla milizia cisalpina italiana. Cenni storico-statistici dal 1796 al 1814, II, Milano 1845, pp. 144, 148, 156, 395, 405; C. De Laugier, Le milizie toscane nella guerra di Lombardia del 1848…, Pisa 1849, pp. 11, 13, 15 s., 24 s., 32 s., 35, 39 s., 46, 57-59, 63 s., 67; Cenni storici sulla vita del colonnello G. G. assassinato il di 9 ag. 1848, in La Speranza. Strenna popolare lucchese per l'anno 1851, Lucca 1851, pp. 157-172; C. Massei, Elogio del colonnello G. G., Lucca 1861; G. Nerucci, Ricordi storici del battaglione universitario toscano alla guerra dell'indipendenza del 1848, Prato 1891, pp. 199, 257 s., 260, 266, 270 s., 275, 300, 318, 321, 325, 375; G.U. Oxilia, La campagna toscana del 1848 in Lombardia, Firenze 1904, passim; G. Sforza, Ricordi e biografie lucchesi, Lucca 1918, ad indicem; C. De Laugier, Concisi ricordi di un soldato napoleonico, a cura di R. Ciampini, Torino 1942, ad indicem; G. Montanelli, Memorie sull'Italia e specialmente sulla Toscana, Firenze 1963, ad indicem; P. Pieri, Storia militare del Risorgimento. Guerre e insurrezioni, Torino 1962, pp. 220 s.; Diz. del Risorgimento nazionale, III, sub voce.