GALANTI, Giuseppe Maria
Nato a Santacroce del Sannio il 25 novembre 1743, morto a Napoli il 6 ottobre 1806. Discepolo del Genovesi, egli è "il più largo interprete, il più compiuto formulatore dei bisogni del regno di Napoli" sulla fine del sec. XVIII. La sua operosità scientifica passa, per così dire, per quattro fasi, ognuna delle quali è rappresentata da una delle sue opere maggiori: Elogio del Genovesi (Napoli 1772), la Descrizione dello stato antico ed attuale del contado del Molise (Napoli 1781), la Descrizione delle Sicilie (5 voll., Napoli 1786-1794), il Testamento forense (Venezia 1806). L'elogio del maestro è una coraggiosa difesa del riformismo contro la resistenza dei ceti avversi, soprattutto contro l'invadenza politica e sociale del clero nelle vicende del regno; la Descrizione del Molise segna il principio della produzione originale, tutta rivolta allo studio dei mali che affliggevano la patria e alla ricerca delle cause remote e recenti e dei rimedî migliori. Di qui ebbe origine l'incarico affidatogli dalla corte della descrizione geografica, statistica, economica del regno, l'opera sua maggiore, quadro esatto e completo del reame di Napoli nell'ultimo quarto del sec. XVIII. La Descrizione delle Sicilie giunse soltanto alle prime 80 pagine del V tomo, oggi raro, comprendente la corografia dell'Abruzzo. Nel 1795, dopo la congiura giacobina dell'anno precedente, non si poté più stampare nulla senza l'approvazione del Consiglio delle finanze. La "tristizia dei tempi" soffocava così l'opera del G., ma le Relazioni al re sulle varie provincie, da lui stese fra il 1790 e il 1796, e che si credevano perdute, permetteranno d'integrarla. Nella repubblica del 1799, che criticò nelle sue memorie autobiografiche - ancora inedite e possedute dalla Società napoletana di storia patria - si tenne in disparte. Col Testamento forense, in cui rifuse precedenti studî, relazioni, allegazioni varie, il G. chiuse la sua esistenza.
Bibl.: G. Verrecchia, G. M. G. (1743-1806), Campobasso 1924.