Uomo politico e scrittore (Taranto 1821 - Roma 1884). Recatosi a Parigi nel 1838, strinse relazioni con gli esuli italiani, e specialmente con Gioberti. Tornato in Italia nel 1843, fu espulso da Milano e costretto a riparare nuovamente in Francia, dove restò sino al 1846, quando venne a Torino a dirigervi Il mondo illustrato. Nel 1847 passò in Toscana, dove collaborò alla Patria, e nel 1848 a Milano, dove incontrò nuovamente Gioberti. Eletto al parlamento napoletano, non fu presente ai moti del maggio 1848 (ma nel 1853 fu condannato a morte sotto l'accusa di esserne stato uno dei capi). Stabilitosi a Torino, collaborò prima al Saggiatore, poi alla Gazzetta Ufficiale, di cui, nel 1856, divenne direttore. Acceso difensore di Carlo Alberto, di Gioberti e Cavour, che gli affidò delicate missioni, M. ebbe parte nell'annessione dell'Emilia e della Toscana e fu poi deputato dal 1860 al 1876 e dal 1880 al 1884. Fra il 1860 e il 1862 curò la stampa di scritti di Gioberti; pubblicò: I casi di Napoli (1849); Il conte di Cavour. Ricordi biografici (1873); La vita e il regno di Vittorio Emanuele II (1878); Vita del gen. A. La Marmora (1880). Post. apparvero il Carteggio (1921), le Lettere alla marchesa Arconati (1921), il Diario 1858-60 sull'azione politica di Cavour (1931; n. ed. corretta 1961).