Patriota (Belcastro, Catanzaro, 1775 - Napoli 1843); ebbe parte nella congiura giacobina (1795) a Napoli; nel 1799 fu uno dei più autorevoli rappresentanti della Repubblica Partenopea, e partecipò alla sua difesa. Imprigionato e condannato a morte dopo la reazione, la pena gli fu commutata nell'ergastolo. Liberato dopo il trattato di Firenze (1801), coprì in seguito alte cariche civili sotto Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat. Membro della reggenza (1815), deputato durante la rivoluzione del 1820-21, fu uno dei firmatarî della protesta del 24 marzo 1821 contro l'intervento austriaco. Arrestato e confinato a Graz, tornò (1823) a Firenze; espulso (1830), si recò in Francia e in Inghilterra, ma presto poté tornare a Napoli (1833), dove esercitò l'avvocatura.